La mattina del 6 agosto nel centro di Lubiana sono state poste le prime due pietre d'inciampo dell'artista tedesco Gunter Demnig. In totale ne verranno poste 23, per ricordare il dramma della Shoah che colpì la locale comunità ebraica
(Pubblicato originariamente da Radio Capodistria il 6 agosto 2018)
Gunter Demnig, è arrivato a Lubiana. L'artista tedesco che dal 1993 gira l'Europa per collocare le sue Pietre d'inciampo ha installato, come sua abitudine, personalmente due piccole pietre davanti ad un edificio in pieno centro cittadino per ricordare una famiglia di ebrei lubianesi (ndr: Oskar Željko Adler e Olga Adler, deportati ad Auschwitz nel 1943) che venne strappata dalla sua abitazione per non farne più ritorno.
A forma di sanpietrini le pietre d'inciampo di Demnig sono rivestite di una lamina di ottone, sui cui sono riportati i dati identificativi della persona o delle persone alla cui memoria sono dedicate e vengono ubicate nei luoghi frequentati prima della deportazione. Un modo di ridare cittadinanza a migliaia di vittime, che diventano così parte dello spazio pubblico, come ha ricordato anche il vicesindaco di Lubiana Janez Košelj.
Per ora le pietre sparse per l'Europa sono più di 60mila, poste da Demnig per fare inciampare. L'inciampare per lui, infatti, diventa un atto politico, un modo per ricordare e condividere la memoria.
"Ricordare è un obbligo che viene imposto severamente al popolo ebraico per mantenere la memoria delle disgrazie avvenute nel corso dei secoli", ci spiega il rabbino della Comunità ebraica di Slovenia Ariel Haddad, "ma qualcuno, in questa occasione, potrebbe chiedersi: è necessario estenderlo anche agli altri? Per quello che mi riguarda la risposta è sì. Per un motivo molto semplice, perché se è vero che come ha detto il Presidente Borut Pahor c'è il sacro obbligo di non odiare, esiste anche il sacro obbligo di ricordare e il ricordo non deve portare né vendetta né giustizia ma solo verità, perché con la verità ci sarà l'amore, la pace, la giustizia e tutto il resto a seguire. Quindi sì c'è un obbligo per tutti i popoli di ricordare".
"Con le pietre di inciampo, è stato detto, sono tornati a casa dei cittadini di Lubiana, delle persone che sono state ebree ma anche slovene. Importante sottolineare questo aspetto", ha detto il rabbino Haddad, "è fondamentale pensare ad una grande comunità, che sia una città o una nazione, come ad un corpo con le sue parti diverse, che però lavorano all'unisono e se una parte lavora male anche il resto del corpo lavora male. E nel momento in cui viene colpita una parte del corpo anche le parti restanti vengono colpite e se non si interviene il corpo ne risente in modo definitivo".
Verranno posate in tutto 23 pietre, in ricordo degli ebrei lubianesi scomparsi durante la Seconda guerra mondiale, quando in Slovenia venne sterminato il 90% degli ebrei residenti nel paese.
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