Censura al Festival del cinema delle donne

20 marzo 2018

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Il Festival itinerante del cinema delle donne, da 16 anni importante appuntamento del panorama culturale turco, è stato interessato da una richiesta di censura del governo dell’Azerbaijan. Le autorità azere avrebbero contattato il ministero degli Esteri turco per impedire la proiezione del film Yeva, della regista iraniana Anahid Abad.

Di fatto, la prefettura ha vietato la proiezione del film, che si sarebbe dovuta tenere il 17 marzo a Istanbul, presso il Centro culturale francese. Il divieto è stato giustificato dalle autorità turche con lo Stato di emergenza che vige nel paese da oltre un anno e mezzo.

“Il Consolato azero ha prima inviato una nota ufficiale al Centro di cultura francese chiedendo di non mandare il film in visione. Ci risulta che il governo azero abbia insistito sulla questione anche con il ministero degli Esteri turco e addirittura con il ministro degli Esteri. In definitiva, accogliendo la richiesta dell’esecutivo azero la Turchia ha emanato un divieto scritto”, ha spiegato Meral Özman , tra le organizzatrici dell’evento.

Nella dichiarazione alla stampa rilasciata lo scorso sabato, le organizzatrici del Festival hanno spiegato che il film – una produzione armeno-iraniana – avrebbe urtato le sensibilità dello stato azero riguardo alla questione del Nagorno Karabakh. Le stesse hanno inoltre descritto la trama del film specificando che “parla di una donna che dopo la morte del marito vorrebbe andare all’estero con la figlia, ma è osteggiata dalla famiglia dell’uomo. Per questo si rifugia in un villaggio del Karabakh, dove aveva lavorato durante la guerra come medico”. La contrarietà azera nascerebbe dal fatto che il villaggio del film è armeno. “Questo, secondo il governo azero, creerebbe l’impressione che il Karabakh faccia parte dell’Armenia”, ha affermato Melek Özman.

Il Festival , promosso dalla cooperativa di cineaste Filmmor , ha l’obiettivo di dare maggior visibilità alla produzione cinematografica femminile e diffondere un linguaggio visivo non sessista. Le promotrici dell’evento hanno affermato che per loro è davvero difficile comprendere la sensibilità dimostrata dalle autorità azere, “visto che la questione centrale del film è la lotta di una donna contro il sistema patriarcale e che la sensibilità principale del Festival è proprio quella di non discriminare o ferire alcun paese o popolo”.

Fonte: Kaleydoskop