L'esercito dell'Azerbaijan ha avviato ieri una nuova operazione militare nel Nagorno Karabakh, la regione separatista con una maggioranza di popolazione armena, ma formalmente parte del territorio azero.
Dopo aver esaminato 22 video girati nel Nagorno Karabakh durante il recente conflitto, Amnesty International è giunta alla conclusione che le forze armate dell’Armenia e dell’Azerbaijan hanno commesso crimini di guerra come esecuzioni extragiudiziali, decapitazioni, maltrattamenti ai danni di prigionieri e profanazione di cadaveri di soldati nemici.
Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev hanno sottoscritto un accordo per bloccare la guerra in Nagorno Karabakh. La firma arriva dopo l'avanzata delle truppe dell'Azerbaijan che, dopo avere conquistato nelle ultime ore la città di Shusha, erano arrivate a pochi chilometri da Sepanakert, capitale dell'autoproclamato stato del Nagorno Karabakh.
Diciassette associazioni della società civile georgiana hanno pubblicato un "Manifesto della pace " invitando il governo georgiano a rimanere neutrale nel conflitto. Hanno esortato il proprio governo a compiere sforzi umanitari e di altro tipo per aiutare i civili in difficoltà.
È di nuovo conflitto aperto tra Armenia ed Azerbaijan lungo la linea di contatto che divide l’Azerbaijan dall’autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh. Sono tutt'ora in atto scontri armati che vedono coinvolti mezzi pesanti, fanteria e artiglieria.
Il giocatore dell'Arsenal Henrikh Mkhitaryan non prenderà parte alla finale di Europa League di Baku contro il Chelsea per motivi politici legati alle sue origini armene.
Lo scorso 29 marzo il presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev e il primo ministro dell'Armenia Nikol Pashinyan si sono incontrati a Vienna sotto gli auspici del Gruppo di Minsk dell'Osce.
Sono trascorsi due anni dalla “guerra dei quattro giorni” che infiammò il Nagorno Karabakh. La tregua formale siglata tra le parti in conflitto, Nagorno-Karabakh e Armenia da una parte e Azerbaijan dall'altra non ha però fermato gli scontri lungo la linea di demarcazione, dove militati e civili continuano a morire.
Il Festival itinerante del cinema delle donne, da 16 anni importante appuntamento del panorama culturale turco, è stato interessato da una richiesta di censura del governo dell’Azerbaijan. Le autorità azere avrebbero contattato il ministero degli Esteri turco per impedire la proiezione del film Yeva, della regista iraniana Anahid Abad.
Si è svolto ieri nella repubblica de facto del Nagorno Karabakh un referendum costituzionale per la modifica del nome della repubblica in Artsakh e per cambiare il sistema di governo da semi presidenziale a presidenziale.
Non si allenta la tensione nel Nagorno Karabakh. Nello scorso fine settimana si è registrato un intensificarsi degli scontri nonostante sia in atto da anni un ufficiale cessate il fuoco.
Nel 2004 Ramil Safarov, un ufficiale azero, era a Budapest per partecipare a un corso di inglese organizzato dalla Nato. Ha ucciso con 16 colpi d'ascia Gurgen Margaryan, un altro partecipante, mentre quest'ultimo dormiva nella sua stanza. Safarov era lucido, l'omicidio volontario e premeditato, l'omicida impenitente. Il movente? Margaryan è armeno. La giustizia ungherese l'ha condannato all'ergastolo, esplicitamente escludendo per l'efferatezza del crimine provvedimenti che riducessero la pena a meno di 30 anni.