Istanbul, scontro sugli orti storici di Yedikule
28 gennaio 2016
Situati lungo le storiche mura Teodosiane, gli orti (Bostanları) di Yedikule rappresentano un continuum di tradizioni e conoscenze che affondano le radici negli ultimi quindici secoli della città sul Bosforo, Costantinopoli prima e Istanbul poi.
Gli orti, coltivati nel periodo ottomano da contadini macedoni ed albanesi ed ora da agricoltori originari soprattutto dalla regione di Kastamonu, sul Mar Nero, sono oggi uno degli ultimi spazi verdi della megalopoli turca: all'ombra dei bastioni innalzati nel quinto secolo dall'imperatore Teodosio – dichiarati patrimonio culturale mondiale dall'UNESCO, crescono lattuga, pomodori e prezzemolo.
Lo scorso 13 gennaio la polizia ha iniziato a demolire i capanni in cui gli ortolani di Yedikule conservano sementi e strumenti di lavoro, sostenendo che questi deturpano il paesaggio. L'azione ha portato a scontri tra le forze dell'ordine e gli agricoltori, che le autorità comunali intendono sgomberare entro il prossimo marzo. “Vogliono cacciarci via e distruggere questo posto, non permettendoci più di produrre qui”, ha dichiarato Cihan Kaplan, portavoce dei circa 300 produttori attivi nell'area. Orti presenti nella parte interna delle mura vennero distrutti nel 2013, per fare spazio ad un parco cittadino, progetto poi abbandonato dalle autorità.
La difesa dei pochi spazi verdi rimasti ad Istanbul è diventato negli ultimi anni un argomento estremamente sensibile e politicamente divisivo. Nel 2013 il progetto di risistemazione del parco di Gezi, che prevedeva l'abbattimento di 600 alberi e la costruzione di un centro commerciale su parte dell'area verde, portò a manifestazioni contro il governo dell'attuale presidente Recep Tayyip Erdoğan e scontri che scossero l'intera Turchia.
In difesa degli orti di Yedikule si è schierata Slow Food per voce del suo fondatore Carlo Petrini, che ha diffuso un appello per la preservazione “di un'importante eredità storica, ambientale e culturale”, ed ha invitato le autorità municipali a fare un passo indietro.
Nel video, realizzato dal noto fotografo e documentarista Fatih Pınar, i momenti concitati degli scontri e le ragioni degli agricoltori.
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