Siria - Turchia: la tensione cresce al confine
13 maggio 2013
Due autobombe sono esplose nella giornata di sabato nella città turca di Reyhanlı a circa 20 chilometri dal confine con la Siria. Le vittime sono 46 e i feriti sono oltre un centinaio.
Immediata la reazione da parte del governo turco. Ankara ha rivolto precise accuse al regime baathista e ha chiesto un intervento internazionale contro il regime di Damasco.
Il ministro dell'Informazione siriano Omran al-Zohbi, ha smentito ogni coinvolgimento della Siria negli attentati e ha dichiarato che "gli unici responsabili dei bombardamenti sono da ricercare dentro il governo turco".
Intanto il ministro dell'Interno turco Muammer Güler ha fatto sapere che le indagini hanno portato all'arresto di nove persone vicine al gruppo Mukhabarat che ha legami con l’intelligence siriana.
Secondo il primo ministro turco Recep Tayip Erdoğan gli attentati hanno l'obiettivo di trascinare la Turchia nel "sanguinoso pantano" della guerra civile siriana. Il presidente turco Abdullah Gül ha dichiarato che "se sarà provato che Assad è responsabile degli attentati, la Turchia farà ciò che è necessario".
Il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoğlu in visita in Germania, ha detto che la tempistica scelta per gli attacchi “non è casuale in una fase di transizione critica qual è quella che sta attraversando la Siria e non è una coincidenza che ciò sia accaduto in concomitanza con l’intensificarsi delle trattative diplomatiche”.
Nel frattempo, l'opposizione turca ha invitato il governo a rivedere la sua politica verso la Siria. "Il governo dovrebbe rivedere la sua politica interna ed estera," ha dichiarato Kemal Kılıçdaroğlu leader del Partito Repubblicano del Popolo (CHP).
(FONTE: www.hurriyetdailynews.com/)
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