Il Nagorno-Karabakh dopo la tregua

4 maggio 2018

bubble icon

Sono trascorsi due anni dalla “guerra dei quattro giorni” che infiammò il Nagorno Karabakh. La tregua formale siglata tra le parti in conflitto, Nagorno-Karabakh e Armenia da una parte e Azerbaijan dall'altra non ha però fermato gli scontri lungo la linea di demarcazione, dove militati e civili continuano a morire.

Nella notte del 2 aprile 2016 in Nagorno-Karabakh iniziò un periodo di intenso confronto che durò fino al mezzogiorno del 5 aprile 2016 quando fu siglata la tregua. Secondo il Ministero della Difesa del Nagorno-Karabakh, la parte azera avviò l’offensiva usando artiglieria e supporto aereo, mentre secondo il ministero della Difesa azero, le azioni militari furono in risposta ad attacchi sferrati sulla linea di contatto e su insediamenti umani da parte delle forze armate di Armenia e Nagorno-Karabakh.

Il centro di informazione Caucasian Knot , partner di OBCT, ha recentemente diffuso un'infografica che illustra i dati relativi agli ultimi due anni di “cessate il fuoco”. L’analisi si basa su oltre 500 rapporti dei ministeri della Difesa di tutte le parti coinvolte nel conflitto e riporta in un calendario i dettagli delle operazioni militari condotte dal 31 marzo 2017 al 1 aprile 2018.

In questo periodo, sono rimasti uccisi 36 militari armeni e 5 azeri. Allo stesso tempo, l’Azerbaijan è responsabile della morte di due civili uccisi all'inizio di luglio 2017.
Nel primo anno di tregua i militari morti furono 38.