In Bosnia Erzegovina si vota per le amministrative
13 novembre 2020
Domenica 15 novembre in Bosnia Erzegovina si andrà alle elezioni locali, dopo che la Commissione elettorale centrale le aveva rimandate di un mese e mezzo a causa della mancanza di fondi. A questa tornata, ma in data diversa, si recheranno finalmente alle urne anche i cittadini di Mostar, che non votavano le proprie rappresentanze comunali da 12 anni.
Sono 3.283.194 gli aventi diritto al voto nel paese, che si dovranno districare tra un numero elevato di candidati – 30.809 - in un panorama di 543 soggetti politici registrati , di cui 129 partiti oltre a un alto numero di candidati indipendenti che si presentano singolarmente.
Verranno eletti i rappresentanti di 64 municipalità della Federazione di Bosnia Erzegovina, 56 assemblee municipali della Republika Srpska, 120 sindaci comunali, 22 sindaci di municipalità e i 33 rappresentanti locali del Distretto di Brčko.
Il 20 dicembre sarà il turno della città di Mostar, dove dal 5 ottobre del 2008 non si tenevano le elezioni locali. La vicenda è iniziata nel 2010 quando la Corte costituzionale bosniaca aveva abrogato le norme elettorali per la città di Mostar, imposte dall’Alto rappresentante internazionale nel 2004. Dopo di allora le forze politiche SDA e HDZ non avevano mai raggiunto un accordo sulle nuove norme. Accordo raggiunto quest’anno, a cui è seguito a luglio il voto del Parlamento della BiH che ne ha decretato la validità di legge.
Elettori ed elettrici di Mostar avranno da scegliere tra liste che contano 355 candidati per l’elezione di 35 consiglieri comunali di sei circoscrizioni. Elezioni considerate molto importanti, come dichiarato di recente Johann Sattler, dal 2019 rappresentante speciale dell'Ue per la Bosnia Erzegovina, durante un dibattito pubblico dedicato alla partecipazione dei cittadini alle elezioni nei processi democratici: “Le prossime elezioni in questa città rappresentano una delle 14 priorità della Commissione europea nel percorso di preparazione della Bosnia Erzegovina per ottenere lo status di paese candidato”.