L’appello del processo a Mladić
25 agosto 2020
Due volte rimandato, si tiene oggi e domani 26 agosto il processo d’appello di Ratko Mladić, condannato all’ergastolo in primo grado nel novembre del 2017 per genocidio e complicità in genocidio per i fatti di Srebrenica, crimini contro l'umanità, deportazione, persecuzione nel conflitto 1992-1995 in Bosnia Erzegovina.
Oggi all’Aja, nell’aula del Meccanismo residuale per i tribunali penali internazionali (MICT) che dall’inizio del 2018 ha preso il posto del Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (ICTY ), inizia la due giorni di processo d’appello con l’apertura del giudice Prisca Matimba Nyambe che presiede la Corte.
L’appello, richiesto sia dalla difesa che dall’accusa, è stato rimandato due volte: a marzo, perché Mladić dovette sottoporsi ad una operazione e a giugno, oltre che per le sue condizioni di salute ancora considerate critiche, anche per le restrizioni imposte dalla pandemia che hanno reso impossibile ai giudici raggiungere il Tribunale.
A causa delle misure di sicurezza anti Covid, questa volta il pubblico e i giornalisti non potranno seguire il dibattimento in aula, ma in streaming. La diretta verrà trasmessa a partire dalla mattina del 25, con una mezz’ora di ritardo, sul sito del MICT .
Ratko Mladić è nato il 12 marzo 1942 a Kalinovik, in Bosnia Erzegovina. Militare di carriera nell'esercito popolare jugoslavo (JNA), il 12 maggio 1992, un mese dopo l'inizio della guerra in Bosnia, è stato nominato comandante di stato maggiore dell'esercito serbo bosniaco (VRS). Ha mantenuto il comando durante tutta la guerra.
Il primo mandato nei confronti di Mladić è stato emesso dal Tribunale Penale Internazionale dell'Aja il 24 luglio 1995. Un secondo mandato, riguardante in particolare i fatti di Srebrenica del luglio 1995, è stato emesso nel novembre dello stesso anno. I due mandati sono stati poi riuniti in un unico atto d'accusa nel luglio del '96, poi emendato dei capi di imputazione minori per lasciare solo le accuse più gravi rivolte al militare: violazione delle leggi e delle usanze di guerra (6 capi di imputazione); crimini contro l'umanità (7 capi di imputazione) e genocidio (2 capi di imputazione). Il 15 ottobre 2009 il caso di Mladić è stato scorporato da quello dell'ex leader dei serbo bosniaci Radovan Karadžić, dopo l'arresto di quest'ultimo e l'avvio del processo contro di lui all'Aja e conclusosi con la condanna, nel marzo del 2016, a 40 anni di reclusione e poi tre anni dopo, in appello, all'ergastolo.
Mladić è stato arrestato in Serbia il 26 maggio del 2011 e trasferito al TPI pochi giorni dopo. Il processo di primo grado è iniziato il 16 maggio del 2012, è durato 530 giorni e sono stati ascoltati 592 testimoni.
L'accusa ha richiesto l'appello affinché Mladić venga condannato anche per il capo escluso in primo appello, cioè di genocidio oltre che a Srebrenica anche nei confronti della popolazione non serba nelle municipalità di Foča, Kotor-Varoš, Prijedor, Sanski Most e Vlasenica. La difesa considera questa accusa infondata e ritiene che durante il processo di primo grado siano stati fatti errori procedurali e processuali tali da richiedere l'annullamento della pena e la liberazione di Mladić.