Il turismo in Grecia è il motore trainante dell'economia. In molti, anche con istruzione superiore, cercano opportunità nel settore, spesso scendendo a dolorosi compromessi coi propri diritti
"Indossavo una camicia bianca 'Ralph Lauren' in tessuto spesso, una cravatta sottile di seta e pantaloni con la piega. Scarpe nere di pelle, eleganti". Vassilis, un uomo nei primi trent'anni, Master in Economia e un recente dottorato, ricorda una calda serata della scorsa estate, in un ristorante di una località balneare della Grecia settentrionale. "Si sentivano solo chiacchiere indistinte e un forte cantare di grilli, mentre le persone intorno a me cenavano all'aperto. Io però non potevo prestare molta attenzione al cielo stellato", aggiunge. "La notte era ancora giovane e dovevo lavorare fino a tardi. Ero il cameriere, io".
Turismo e lavoro
Secondo una relazione del Consiglio Mondiale dei Viaggi e del Turismo sull'impatto economico del turismo in Grecia, le entrate previste per il 2017 ammontano a 35 miliardi di euro, pari al 19,6% del PIL del paese. La crescita del turismo è accompagnata da un aumento dell'occupazione: i 30 milioni di visitatori attesi creeranno domanda per 914.000 lavoratori.
Vassilis è uno di questi lavoratori, ma non in pianta stabile. Come l'80% del personale alberghiero in Grecia è un dipendente stagionale, che lavora solo durante i sei mesi della stagione turistica. Se il lavoro nel settore del turismo è prezioso e necessario per le orde di disoccupati greci, spesso però se ne parla trascurandone gli aspetti qualitativi.
Thanos1, 28 anni, lavora come stagionale da 6 anni. Ha studiato da cuoco, ma ha svolto varie mansioni negli alberghi greci. "Nel mio primo lavoro stagionale percepivo solo 300 euro al mese, ma ero lì per la pratica. Lavoravo 12 ore al giorno, con 2 giorni liberi al mese", racconta a OBCT. "L'anno dopo sono stato promosso in cucina con una paga di 600 e più tardi 900 euro. Gli altri anni, il mio stipendio è stato di 1.000-1.300 euro a seconda della posizione. A parte un lavoro a Santorini dove avevo normali turni di 8 ore, in tutti gli altri casi non c'era un orario definito. A Creta ho lavorato 16 ore al giorno. Nessun giorno di riposo fino alla fine della stagione".
Lavorare senza giorni di riposo per sei mesi consecutivi è la norma per i lavoratori stagionali del turismo greco. Ma questo non lo rende meno illegale. Come sottolineato da Panagiotis Prountzos, presidente della Federazione dei lavoratori alimentari e dei dipendenti del turismo, "la norma di legge per il personale alberghiero è di 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, con un'eccezione per i piccoli alberghi dove possono lavorare 6 giorni con turni più brevi. Tuttavia, gli accordi sono fatti sottobanco e i dipendenti accettano di lavorare senza pause per 6 mesi".
Opportunità di impiego, pochi diritti
A rendere appetibili tali accordi sono le prospettive di un guadagno migliore rispetto agli altri settori. Soprattutto negli anni della crisi finanziaria, guadagnare 1.000 euro al mese è considerato un privilegio. Tuttavia, questo non è vero, spiega Prountzos: "La verità è che rimane non retribuito tutto il lavoro straordinario. Quest'anno lo stipendio per una cameriera al piano è di 700 euro, 800 per un cameriere di sala e 900 per una receptionist. Ma se si contano le ore di lavoro effettive, nessun giorno di riposo, il lavoro domenicale e i turni notturni, anche lo stipendio di una cameriera dovrebbe arrivare a 1.500 euro. La metà rimane nelle tasche dei datori di lavoro, ma non possiamo farci molto, dato che i dipendenti prendono questi accordi".
Karolina Niamonitaki, 25 anni, durante l'inverno lavora come giornalista. Quest'estate, lavorerà anche come cameriera nell'isola superiore di Koufonissi. Ha concordato 45 euro al giorno e mance extra. Il resto dell'accordo sembra legale. Dice che la sua scelta è puramente economica: "Non credo che attualmente questo stipendio possa essere confrontato con lo stipendio di una giovane giornalista in Grecia. È l'unico modo per guadagnare qualcosa rapidamente".
Karolina, alla sua seconda esperienza da stagionale, racconta che la prima non è andata così male. "Può essere difficile all'inizio e richiede autodisciplina. Non ci si può ammalare. Tutti prendevano integratori vitaminici per tutta l'estate", racconta. "Forse può essere triste vedere tutti gli altri che si godono le vacanze", ammette, ma aggiunge anche che durante quell'estate è andata a nuotare molte più volte che in passato. "Bisogna cercare molto per trovare un posto di lavoro con una retribuzione decente e buone condizioni", conclude.
L'altro grande problema degli stagionali sono le condizioni di alloggio. I dipendenti abitualmente soggiornano in piccole e vecchie stanze in condivisione. La mancanza di tempo personale fa il paio con la mancanza di spazio personale. Thanos una volta è capitato in un blocco di stanze con un solo bagno per 25 persone. "Le condizioni di vita sono da terzo mondo nel 90% dei casi. Non mi aspettavo certo un palazzo, ma mi aspetto condizioni di civiltà". Per questo, quella volta, ha lasciato l'impiego.
Luci ed ombre
I lavoratori stagionali hanno spesso molte storie di crudeltà dei datori di lavoro da condividere. La pressione psicologica del lavoro non-stop si combina con l'onere di trattare con datori di lavoro che non si fanno problemi a infrangere la legge. Thanos racconta a OBCT di aver trovato una volta la forza, insieme ai suoi colleghi, di denunciare un proprietario di hotel a Creta per aver violato la legislazione sul lavoro. Fortunatamente, il caso è arrivato in tribunale e come sanzione il proprietario ha dovuto chiudere l'hotel per diversi mesi.
In altri casi, tuttavia, i datori di lavoro del turismo non violano direttamente la legge, ma trovano modi di aggirarla. Prountzos ricorda quando la più grande associazione di proprietari alberghieri in Grecia, quella di Heraklion nell'isola di Creta, ha deciso di sciogliersi per evitare l'applicazione dell'accordo sui salari che aveva stipulato con i sindacati. Sciogliendo l'associazione, gli albergatori hanno evaso l'obbligo di pagare i dipendenti secondo il contratto del settore.
"Tutta questa crescita del turismo, tutti questi record di visite e ricavi, sembrano non avere alcun impatto positivo sul lavoro. Anzi, la mancanza di diritti dei lavoratori indebolisce il contributo del turismo allo sviluppo. Il turismo potrebbe e dovrebbe essere il catalizzatore della ricostruzione economica", conclude Prountzos.
Nello stesso ristorante di lusso dove lavorava, Vassilis ha incontrato Michael e Monika, una coppia svizzera appena sposata. Anche loro nei trent'anni, entrambi con un Master in Marketing. "Al ristorante mi dovevo rivolgere a loro con lo stesso tono gentile e formale usato con qualsiasi altro cliente", racconta Vassilis. Tuttavia, hanno fatto amicizia.
"Finito il mio turno, passavo molto tempo con Michael e Monika in un villaggio vicino, per bevute e lunghe conversazioni", aggiunge. In effetti i tre avevano molto in comune: studi, interessi e aspettative di vita. A separarli, economie nazionali molto diverse.
1 Sia Thanos che Vassilis (i nomi sono veri) hanno preferito omettere il cognome
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