Una collaborazione scientifica tra le università di Roma e Belgrado ha prodotto uno studio architettonico incrociato sulle due città. Partendo dall'elemento a loro in comune: il fiume
Fonte: CSIAA - Centro Studi Interdisciplinari sull'Architettura e sull'Ambiente
Lo scorso 12 marzo, presso l'Istituto Italiano di Cultura a Belgrado, è stato presentato il lavoro frutto
del protocollo di cooperazione scientifica sottoscritto nel 2006 tra la Facoltà di Architettura
"Ludovico Quaroni" e la Facoltà di Architettura dell'Università di Belgrado nell'ambito dell'accordo
quadro esistente tra l'Università La Sapienza di Roma e l'Università della capitale serba. I responsabili del protocollo per parte italiana e serba sono Roberto A. Cherubini, docente della "Ludovico Quaroni" e Zoran Djukanovic, docente dell'università di Belgrado.
Il lavoro nel suo insieme ha prodotto una ricerca incrociata su Roma e su Belgrado basata sull' elemento comune del fiume: lo sviluppo di Belgrado a nord del Danubio e quello romano nel settore del Tevere intorno a Saxa Rubra.
All'origine degli undici progetti su Belgrado sta il disegno d'insieme per l'espansione della città oltre il Danubio elaborato da CSIAA - Centro Studi Interdisciplinari sull'Architettura e sull'Ambiente nel 2006 su suggerimento di Djordie Bobic, architetto capo della municipalità. CSIAA è un ufficio di progettazione e ricerca caratterizzato da una struttura inconsueta nel panorama italiano. Guidato da Roberto A. Cherubini si muove a cavallo tra sviluppo di vision urbane e concrete soluzioni per la riqualificazione della città, con una autonoma attività di promozione del dibattito, nel tentativo di offrire risposte anche dove le problematiche superano ciò che è risolvibile con gli strumenti ordinari a disposizione. In una situazione complessa e controversa come quella attuale della capitale serba CSIAA ha saputo dare una connotazione unica alla base progettuale italiana.
Come un ponte ideale tra città storica e nuova espansione, il progetto pone la nuova isola creata sulla riva nord del Danubio dal riassetto delle vie di navigazione fluviale, al centro di una rete di relazioni, parte fisiche, parte soltanto visive, parte del tutto virtuali, che muovono dalla città esistente, attraversano il fiume, raggiungono i boschi dell'isola, li intaccano con attenzione facendo emergere dalle chiome degli alberi le forme traslucide delle nuove architetture dei laboratori tecnologici di un Media Park interregionale, superano il canale, proseguono infine in profondità nel territorio fino all'estremo anello autostradale metropolitano segnando i capisaldi della nuova area urbanizzata. Il disegno che ne deriva è un circuito che dai limiti dell'area metropolitana torna indietro convergendo per altre vie nuovamente sulla città storica.
E il percorso può essere seguito in ogni senso. L'asse del Danubio è il luogo di massima concentrazione della presenza architettonica. Il lungofiume sul lato della città storica si rianima per la presenza dei terminali informativi dei laboratori sull'isola. Il prodotto dei laboratori - arte, cinema, comunicazioni, eventi visivi - è permanentemente in programmazione oltre l'acqua del fiume e la distanza tra le rive ne risulta annullata. Ma il collegamento fisico attraverso la corrente non è affatto negato, anzi implementato da un insieme di linee di battelli locali che fanno la spola tra il Castello, i nuovi terminal del campus a sud, e l'isola a nord del fiume.
Sulla riva sud cade la storica barriera ferroviaria tra la città e il fiume. L'anello ferroviario di Belgrado è trasferito esternamente e sostituito da una ferrovia leggera che collega il centro all'isola facendo prima sosta, dopo aver attraversato il fiume sul ponte esistente, nei luoghi caposaldo della nuova espansione. Sull'asse dell'isola una lunga promenade posta a livello di sicurezza dalle inondazioni lega i corpi dei laboratori tra di loro e funge da magnete nell'offrire alla popolazione intera l'occasione di passeggiare tra teatri di posa, sale di prova, centri di trasmissione. Sotto la promenade scorre un tunnel veicolare e trova posto l'intero sistema dei parcheggi. L'intradosso dell'argine artificiale che digrada verso il fiume ospita al suo interno sale di registrazione e spazi tecnici.
La cooperazione tra le università ha acceso l'interesse delle autorità pubbliche della città di
Belgrado ed ha aperto la strada a possibili collaborazioni future operative sullo sviluppo delle due città, dandosi già il prossimo appuntamento a Roma con la presentazione di ulteriori approfondimenti sul tema in oggetto.
Un risultato dunque che dà prova di come la collaborazione scientifica tra i due Paesi stia conoscendo un momento di grande vitalità, oltre ogni incrinatura contingente nei rapporti diplomatici, da quando l'Italia si è affacciata per prima con interesse sul nuovo scenario balcanico.