Una commissione di esperti è stata creata con l’incarico di preparare una strategia mediatica per il Ministero della Cultura. Per raggiungere questo obiettivo, la commissione di esperti ha organizzato una serie di dibattiti pubblici e un sondaggio dell'opinione pubblica. in questa puntata presentiamo gli esiti della discussione pubblica finale che ha avuto luogo presso il Ministero della Cultura. Fra i temi dibattuti, l'autonomia dei giornalisti, la loro posizione sociale, la trasparenza della proprietà dei media, il ruolo insufficiente dei media locali e l'indipendenza politica degli organi di informazione pubblici. I risultati di queste consultazioni saranno inclusi nella prossima strategia mediatica.
La Voce del Popolo, l'unico quotidiano in lingua italiana per la minoranza italiana in Croazia e Slovenia, si trova ad affrontare grandi difficoltà finanziarie. Il Ministro della Cultura Zlatko Hasanbegović ha reso pubblico l'elenco dei media che riceveranno sovvenzioni dal Ministero. La maggior parte dei media di orientamento liberale o di sinistra riceveranno meno rispetto agli anni passati. Uno dei giornali che subiranno tagli più seri è La voce del popolo. La sua importanza va al di là del contenuto. Fondata dai antifascisti italiani e partigiani nel 1944 a Fiume, da più di 70 anni è un elemento essenziale che marca la presenza della minoranza italiana in Croazia e in Slovenia. Il Ministero ha deciso di tagliare il finanziamento di Edit, casa editrice responsabile della pubblicazione di La Voce del Popolo. Per il prossimo anno, riceverà la metà dei fondi assegnati fino ad ora. L'anno dopo, il finanziamento sarà completamente abolito. Il taglio delle sovvenzioni pubbliche ai media politicamente sfavorevoli è solo l'ultimo atto di un’offensiva contro la libertà dei media in Croazia.
Dopo l'iniziativa dell'Unione slovena dei giornalisti e la capillare indagine dello scorso anno sulle condizioni di lavoro nell’ambito dei media, il partito Združena levica ha avviato una procedura legislativa per modificare la legge sul lavoro. A partire dalla crisi finanziaria del 2008, l’occupazione regolare tra i giornalisti è scesa del 16%, mentre i lavoratori a contratto sono aumentati del 64%. I diritti di chi viene impiegato con questa seconda tipologia di contratto sono inferiori: la maggior parte delle testate non copre le spese legali dei processi derivanti dall’attività giornalistica per i lavoratori a contratto. La nuova legge riconoscerebbe più potere all’Ispettorato del lavoro nel sanzionare i media che impiegano lavoratori a contratto per svolgere compiti di piena occupazione, e consentirebbe una maggiore tutela giuridica dei lavoratori a contratto.
L’organo di programmazione della radio-televisione pubblica croata (HRT) ha deciso di sospendere la trasmissione “Montirani proces” a causa della sua “retorica aggressiva su temi quali religione ed appartenenza etnica. Il nutrito pubblico che segue la trasmissione, però, non è d’accordo con questa valutazione e ritiene che siano altre le cause che hanno portato alla cessazione della trasmissione. In questa puntata trattiamo le possibili altre cause che hanno determinato il taglio del programma e il ruolo della satira nel panorama mediatico croato.
Il network croato E-net e i media no-profit del paese hanno chiesto al primo ministro della Croazia Tihomir Orešković di sostituire il ministro della cultura Zlatko Hasanbegović. Nel corso del suo primo mese da ministro, Hasanbegović ha adottato molte decisioni discutibili, suscitando l’oppozione pubblica. Di recente, ha sollevato dal proprio incarico tutti i membri del Comitato di Esperti per i media no-profit. Abbiamo parlato delle prime decisioni di Hasanbegović con Željana Buntic Pejaković di Cenzura Plus e con Saša Leković, presidente della Associazione croata dei giornalisti.
In seguito alla richiesta del ministro della Difesa di far inginocchiare di fronte a lui una giornalista per permettere al cameraman di filmare, i giornalisti serbi hanno manifestato con lo slogan "I giornalisti non si inginocchiano". Intervengono il giornalista Zoran Nikolić insieme a Stevan Vlajić e Zlatko Minić di Transperancy Serbia per discutere dello stato del giornalismo in Serbia.
Gli ispettorati del lavoro sloveni hanno lanciato delle indagini diffuse nei confronti di molti editori in Slovenia. La parte più importante dell'indagine riguarda la violazione della legge in materia di lavoro, specialmente nei confronti di quei giornalisti che lavorano a tempo pieno ma sono considerati lavoratori part-time dai rispettivi datori.
Gli emendamenti alla legge sull'accesso alle informazioni pubbliche legalizzano la tendenza di varie istituzioni pubbliche di far pagare i costi di preparazione e consegna della copia delle informazioni richieste. Varie ONG tra cui Transparency International e l’Associazione Slovena dei Giornalisti criticano la nuova legge che insidia la libertà di stampa ed il lavoro dei giornalisti.
Il licenziamento da parte del servizio radiotelevisivo pubblico sloveno del giornalista Erik Valencic e l'assunzione di Bojan Traven, figura controversa già nota al pubblico per le sue violazioni del codice dei giornalisti, ha scatenato l'ira del pubblico, preoccupato che si tratti di misure prese per ragioni ideologiche e non, come sostenuto dagli editori, di standard professionali.