Antica rappresentazione del 'Sole di Vergina'

Il momento è arrivato. Al summit Nato di Bucarest, si decide dell'ingresso o meno della Macedonia nell'Alleanza atlantica, messo in dubbio dall'opposizione della Grecia, che insiste per un soluzione di compromesso sulla questione del nome. Un riepilogo dell'annosa disputa

03/04/2008 -  Risto Karajkov Skopje

8 settembre 1991. Il processo di dissoluzione della Jugoslavia è in fase ormai avanzata. La "Repubblica Socialista di Macedonia", una delle sei entità statuali che costituiscono l'ormai defunta federazione jugoslava, dichiara la propria indipendenza in seguito a referendum.

17 novembre 1991. Il parlamento di Skopje adotta la nuova costituzione della "Repubblica di Macedonia".

Nel 1992, in seguito alla richiesta della Grecia, l'Unione Europea adotta la "Dichiarazione di Lisbona", che in sostanza proibisce al nuovo stato, ancora non riconosciuto a livello internazionale, di utilizzare il nome "Macedonia". In seguito al riconoscimento internazionale, la posizione dell'Ue è gradualmente sfumata, fino al ritenere che la questione vada risolta tramite un negoziato bilaterale.

I primi paesi a riconoscere la Macedonia sono stati la Bulgaria e la Turchia.

7 aprile 1993. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu approva la risoluzione 817, con la quale ammette il paese nell'organizzazione delle Nazioni Unite. A causa dell'opposizione greca all'utilizzo del nome "Macedonia", il paese viene ammesso con la denominazione temporanea di FYROM (Former Yugoslav Republic of Macedonia). Il giorno seguente, l'assemblea generale dà il benvenuto al paese quale 181° membro dell'Onu.

La Macedonia ha dovuto aspettare più di un anno e mezzo per poter essere ammessa nell'Onu, dalla data di proclamazione della propria indipendenza, a causa dell'ostruzionismo greco. La disputa sul nome tra Atene e Skopje sull'utilizzo del nome "Macedonia", rappresenta un precedente assoluto nella storia delle relazioni internazionali.

In sostanza la Grecia ritiene che il nome "Macedonia" sia parte esclusiva della propria storia e della propria eredità culturale, e sostiene che, prendendo questo nome, il proprio vicino settentrionale utilizzi indebitamente questa eredità. Vengono paventate anche possibili pretese territoriali su parte della Grecia settentrionale, chiamata anch'essa "Macedonia".

Nel febbraio 1994 la Grecia ha sottoposto la Macedonia ad un embargo, chiudendo completamente i confini comuni. L'embargo fu causato dalla decisione di Skopje di adottare, come bandiera nazionale, il cosiddetto "Sole di Vergina", simbolo legato ad Alessandro Magno. La Grecia protestava anche contro un articolo della costituzione macedone, nel quale si parlava di sostegno e protezione verso le minoranze macedoni presenti negli stati confinanti.

Dopo diciotto mesi di embrago, che ha causato alla Macedonia danni stimati intorno ai due miliardi di dollari, nel settembre 1995 Atene e Skopje hanno firmato un trattato, sotto l'egida dell'Onu, col quale si impegnano a cercare una soluzione mediata alla disputa. Nel trattato, i due paesi non sono citati con i propri nomi costituzionali, ma come "Primo Contraente" e "Secondo Contraente".

Nell'ottobre 1995, il parlamento macedone ha approvato la modifica della bandiera e dell'articolo conteso all'interno della propria costituzione. In conseguenza di questa iniziativa, Atene decideva di riaprire le frontiere. Da allora, i due paesi hanno gradualmente normalizzato i propri rapporti.

I negoziati, sotto il patrocinio dell'Onu, sono cominciati a fine 1995, ma da allora non hanno registrato alcun progresso significativo. Ecco alcune delle proposte di nome espresse negli ultimi dodici anni:

- Macedonia Superiore (Upper Macedonia);
- Macedonia del Nord (Northern Macedonia);
- Nuova Macedonia (New Macedonia);
- Repubblica di Skopje (Republic of Skopje);
- Repubblica di Macedonia - Skopje (Republic of Macedonia - Skopje);
- Macedonia slava (Slav-Macedonia);
- Repubblica del Vardar (Vardar Republic);
- Macedonia del Vardar (Vardar Macedonia).

All'inizio la Grecia si è dichiarata assolutamente contraria ad ogni riferimento alla parola "Macedonia" per il possibile nome costituzionale del proprio vicino settentrionale. Nel corso degli anni, questa posizione si è gradualmente ammorbidita, ed oggi questa possibilità non viene esclusa a priori. Atene, però, insiste su un nome composito, che deve comprendere anche una delle espressioni elencate sopra: settentrionale, nuova, Skopje ecc.

La posizione macedone è quella di una doppia formula: utilizzare cioè il nome Repubblica di Macedonia nei rapporti col resto del mondo, e di trovare un nome diverso per i rapporti bilaterali con la Grecia. La Grecia però non è d'accordo, e vuole un nome unico solo approvato da tutti, e quindi anche da Atene.

Le ultime proposte avanzate in ordine di tempo da Mathew Nimitz, il mediatore nominato dall'Onu, sono arrivate nel 2005. Nella prima, fatta ad aprile, si parlava di "Repubblica di Macedonia - Skopje", variante accettata dalla Grecia, ma rigettata dalla Macedonia. Nella seconda, resa nota alcuni mesi più tardi, si proponeva semplicemente di trascrivere in alfabeto latino il nome in cirillico, e cioè "Republika Makedonija". La Macedonia si è dichiarata interessata a discutere questa possibilità, ma la Grecia ha fatto sapere di non gradirla.

Nel corso degli anni, la Macedonia è stata riconosciuta col suo nome costituzionale da 120 paesi, inclusi tre membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, Russia, Cina e per ultimo dagli Stati Uniti, che l'anno fatto il 4 novembre 2004.

Altre varianti gradite ad Atene, secondo fonti giornalistiche, sarebbero "Repubblica Macedone", o "Repubblica della Nuova Macedonia". Skopje ha dichiarato che potrebbe accettare di utilizzare questi nomi nei rapporti bilaterali, ma insiste a voler utilizzare "Repubblica di Macedonia" in quelli con il resto del mondo.

"Repubblica della Nuova Macedonia", riaffiorata recentemente, è in realtà una delle prime proposte avanzate nelle prime fasi dei negoziati dal predecessore di Nimitz, Cyrus Vance. All'epoca, essa venne decisamente rigettata da entrambe le parti.

Per la statistica, ci sono 39 altre località sul pianeta che portano il nome di "Macedonia": 27 sono centri urbani negli Stati Uniti, alcuni dei quali abitati da membri della diaspora macedone, tre sono in Colombia, due in Brasile, una in Martinica; in Bulgaria esiste la regione della "Macedonia del Pirin" e una cittadina che porta questo nome, in Grecia sono ben tre le regioni chiamate "Macedonia".

La Macedonia, sul delicato tema dell'identità, ha questioni aperte con tutti i propri vicini: la Grecia non ne riconosce il nome, la Bulgaria la lingua e la nazione, la Serbia, o meglio la chiesa ortodossa serba, non riconosce la chiesa ortodossa macedone. Con l'Albania e il Kosovo, la Macedonia condivide la presenza di una folta minoranza di lingua albanese, che viene stimata intorno al 24% della popolazione totale.

La Grecia ha messo in chiaro che la Macedonia non potrà essere ammessa alla Nato o all'Unione Europea prima che l'annosa questione del nome trovi una soluzione accettabile ad entrambi i contendenti. La Grecia, come membro di entrambe le organizzazioni, ha gli strumenti per bloccare il cammino di Skopje verso la piena ammissione.


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