PULSE - Europe beyond the beat è un'iniziativa giornalistica transnazionale che adotta un approccio collaborativo alla produzione editoriale. PULSE riunisce 10 importanti media nazionali e 3 organizzazioni mediatiche transnazionali (OBCT, n-ost, Voxeurop) unite nella missione di promuovere la sfera pubblica europea. In due anni, saranno pubblicate oltre 2.000 storie in diversi formati e in almeno 12 lingue per raccontare gli affari europei da prospettive nuove e molteplici e dedicando particolare attenzione a Paesi, regioni e gruppi sociali sotto-rappresentati, tra cui le aree rurali, i Paesi UE medio-piccoli, le minoranze.
La Collaborative and Investigative Journalism Initiative (CIJI) sostiene i media indipendenti e i giornalisti freelance in Europa con programmi di formazione, mentoring, finanziamento e condivisione di conoscenze e buone pratiche. L’obiettivo è rafforzare il giornalismo collaborativo e investigativo in Europa, anche attraverso occasioni di networking strutturate.
“MigraVoice: Migrant Voices Matter in the European Media” è un progetto dedicato ad amplificare le voci e le prospettive dei migranti in Europa all'interno dello spazio mediatico europeo, promuovendo la partecipazione attiva di individui con background migratorio nella creazione di contenuti mediatici di alta qualità per il pubblico europeo. MigraVoice rappresenta un passo significativo verso la promozione di inclusività e diversità nei contenuti mediatici fruiti dagli europei. Consentendo a chi ha maturato un background migratorio di condividere le proprie prospettive, MigraVoice arricchisce non solo il panorama mediatico ma contribuisce anche a una società europea più vivace e inclusiva.
Libertà, indipendenza e pluralismo dei media sono condizioni indispensabili per la buona tenuta delle democrazie europee. La questione della libertà di espressione e della sicurezza dei giornalisti ricopre una fondamentale importanza anche per quei paesi come Albania e Serbia che ambiscono ad aderire all’Ue. Grazie alla collaborazione con due partner locali, questo progetto intende contribuire alla costruzione di una rete di attori balcanici, italiani ed europei per un advocacy efficace a tutela della libertà dei media in Ue e nei due paesi interessati dal processo di integrazione
L'invasione russa dell'Ucraina ha scosso gli equilibri geopolitici globali ed introdotto nuove dinamiche in conflitti locali e non solo. Tra questi, l'impatto più prossimo oltre i confini dell'Ucraina riguarda il conflitto protratto irrisolto che da più tempo perdura in Europa continentale, ovvero, la formazione di un'entità de facto indipendente in Transnistria all'interno dei confini internazionalmente riconosciuti della Moldavia.
Per tanti anni, la stabilità socio-economica della Transnistria si è basata su un sussidio strutturale fornito da parte della Federazione russa; in pratica, Gazprom fornisce gas senza effettivamente richiederne il pagamento. Questa soluzione però potrebbe avere i giorni contati. L'Ucraina infatti ha espresso la ferma intenzione di interrompere completamente a partire dal 2025 il transito di gas russo. Nel contesto attuale, un'interruzione delle forniture di gas russo farebbe effettivamente saltare le fondamenta macroeconomiche della Transnistria anche nel brevissimo periodo, con immediate ricadute economiche, sociali e umanitarie per la Moldavia.
Questo progetto si propone di raccontare ed analizzare dinamiche di conflitto, offrendo analisi di contesto e di scenario per favorire politiche in grado di evitare scenari di crisi, o quantomeno mitigarne le conseguenze.
Il processo di integrazione Ue-Balcani occidentali è a un bivio. L'invasione russa dell'Ucraina impone all'UE e ai Balcani occidentali di riaffermare la loro scelta strategica per un comune futuro europeo e di lavorare insieme per accelerare il processo di allargamento. I progressi della regione verso le riforme fondamentali e l'integrazione intraregionale ed europea sembrano oggi le uniche opzioni per garantire la pace, la sicurezza e la prosperità in questa parte dell'Europa. Tuttavia, alcune sfide nei Balcani occidentali continuano a pesare sulle prospettive di adesione di questi paesi. Questi ostacoli sono in particolare legati alle controversie bilaterali ancora irrisolte, al rispetto parziale dei criteri di adesione di Copenaghen e alla convergenza ancora limitata verso gli standard socio-economici e ambientali dell'UE. In questo contesto, l'Istituto Affari Internazionali (IAI) e l'Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (OBCT), con il supporto del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e nell'ambito della partnership strategica con la Fondazione Compagnia di San Paolo, hanno organizzato la conferenza a porte chiuse ad alto livello: "Nuove visioni per i Balcani occidentali: adesione all'UE e sicurezza regionale". L'evento si è svolto il 3 e 4 aprile a Roma presso la Farnesina, Sala delle Conferenze Internazionali. I lavori sono stati aperti dal Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, e da Tobias Billström, Ministro degli Affari esteri della Svezia, che detiene la Presidenza del Consiglio dell'Unione europea. L'incontro ha visto la partecipazione dei sei Ministri degli Esteri dei Balcani Occidentali, alti responsabili politici dell'Ue e dell'Italia, nonché rappresentanti della società civile.
La politica di coesione è lo strumento principale dell’Unione europea per promuovere la crescita economica e il benessere sociale, rendendo più omogeneo il grado di sviluppo dei territori che la compongono, e stimolando in particolare le regioni più arretrate o depresse. Nel corso del biennio 2021-2023 abbiamo raccontato con il progetto Work4Future le sfide affrontate dalle regioni del sud-est europeo e le iniziative promosse grazie ai fondi di coesione. Dopo questa esperienza, proseguiamo l’impegno con il progetto Energy4Future, che intende esplorare e narrare il sostegno che i fondi di coesione offrono al contrasto della crisi e della povertà energetica, stimolando la transizione energetica nei paesi Ue e dell’allargamento.
Dal 13 al 15 dicembre 2023 si svolge in Serbia la seconda edizione di EU-Balkan Youth Forum, un evento dedicato ai giovani dell’Unione Europea e dei Balcani Occidentali che per tre giorni si incontreranno a Novi Sad e cercheranno di rispondere alla domanda “Western Balkans Future: how can YOUth shape Europe?”
Su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la seconda edizione del Forum è organizzata dal Regional Cooperation Council (Sarajevo) con il supporto di OBCT.
La cooperazione regionale costituisce un pilastro del processo di stabilizzazione e associazione dei paesi dei Balcani Occidentali, ed è stata intesa come un'opportunità di superamento delle divisioni esistenti tra le società civili di tali paesi. Nel corso degli ultimi due decenni il numero di iniziative di cooperazione regionale è aumentato in modo significativo, mentre il processo di allargamento ha subito un rallentamento. Il progetto intende migliorare la comprensione dei meccanismi e delle iniziative di carattere regionale che contribuiscono all’agenda di integrazione europea dei sei paesi dei Balcani Occidentali, al fine di poter rafforzare ulteriormente i percorsi più virtuosi. Il lavoro di ricerca mira ad identificare e analizzare le iniziative di cooperazione regionale esistenti nella regione, mettendole a confronto con l’analisi empirica dell'esperienza del Processo di Berlino. Inoltre, si intendono esplorare le ragioni del successo del Processo di Berlino e il ruolo giocato dalle élite politiche e dalla Commissione Europea nella realizzazione degli obiettivi preposti.
A causa dei cambiamenti climatici, gli incendi boschivi di grandi dimensioni stanno diventando una minaccia sempre più seria in molte regioni d’Europa. È di questi incendi che si occupa il progetto pluriennale FIRE-RES – un acronimo che in origine sta per "Tecnologie innovative e soluzioni socio-ecologico-economiche per territori resilienti agli incendi in Europa". Il progetto punta a sviluppare e diffondere soluzioni efficaci per prevenire e gestire gli incendi di portata estrema, intervenendo su tanti livelli e in diverse fasi. È co-finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020 ed è coordinato dal Centro di scienza e tecnologia forestali della Catalogna; vi partecipano 34 organizzazioni da 13 paesi, tra cui OBC Transeuropa. Oltre che con la produzione di contenuti giornalistici, OBCT contribuisce al progetto coinvolgendo altri mezzi di informazione, proponendo attività di formazione e realizzando campagne di sensibilizzazione, forte della sua crescente esperienza nell’ambito della comunicazione della ricerca scientifica e del giornalismo su tematiche ambientali.