Il progetto di ricerca parte dalla crescente pratica di elaborazione di dati basata sull’analisi testuale: attraverso questa metodologia, si propone di facilitare la messa a disposizione di analisi strutturate di contenuti pubblicati online relativi ai conflitti nell’area post-Sovietica dando accesso a strumenti e dataset sul tema. Concentrandosi sulla situazione attuale di conflitto, il progetto mira a raccogliere dati utili ad analisi più informate sulle dinamiche in corso e sulla situazione nelle aree dell’Ucraina non controllate da Kyiv utilizzando tecniche di text mining. Il progetto ha l’ulteriore obiettivo di divulgare tra ricercatori metodologie di analisi sistematica di fonti online in contesti di conflitto. Nel perseguire i suoi obiettivi, il progetto produrrà pubblicazioni di dataset, report tecnici, post e articoli brevi, presentazioni e una proposta di pubblicazione scientifica sul tema. Il progetto è finanziato da MAECI
Le ricadute dell’invasione russa in Ucraina nell’area dei Balcani occidentali sono evidenti: l’impennarsi delle tensioni tra blocco euro-atlantico e Federazione russa ha introdotto nuovi elementi di preoccupazione ed incertezza sugli scenari di sicurezza nella regione, soprattutto in paesi attraversati da profonde faglie interne e geopolitiche come la Serbia e la Bosnia Erzegovina.
Obiettivo del progetto di ricerca “Serbia e Bosnia Erzegovina, la guerra in Ucraina e i nuovi scenari di rischio nei Balcani occidentali” è fornire strumenti di comprensione originali, ma anche indicazioni e raccomandazioni sulle priorità da perseguire nei due paesi per rispondere alla domanda di stabilità e rilanciarne le prospettive europee nel contesto di uno nuovo devastante conflitto sul territorio europeo. Il progetto è finanziato da MAECI
Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Caritro , si propone di approfondire una particolare esperienza storica di incontro tra Trentino ed Europa sud-orientale e centro-orientale. Le testimonianze della Prima guerra mondiale in Trentino risultano ricche di relazioni con persone venute da territori lontani, portatrici di diverse lingue, culture e religioni, trasferite verso il fronte italo-austriaco come soldati, lavoratori, prigionieri di guerra. Il progetto si propone di recuperare la memoria di tali incontri allo scopo di rafforzare la consapevolezza delle opportunità e delle complessità che hanno attraversato la storia del multiculturalismo europeo. Il progetto si focalizza in particolare sulle relazioni instaurate con i soldati bosniaci dell’esercito austro-ungarico e – agganciandosi a un precedente progetto di OBC Transeuropa – con i prigionieri di guerra degli eserciti russo, serbo e rumeno che a migliaia abitarono le vallate trentine in quegli anni. Nel complesso, il progetto intende consolidare gli approcci più aperti e inclusivi all’esperienza della Prima guerra mondiale, valorizzando contatti, connessioni ed esperienze comuni in senso transnazionale e combinando diverse scale di analisi.
L’obiettivo del progetto è combattere le discriminazioni multiple usando un approccio intersezionale. INGRiD intende creare in Italia una rete di servizi antidiscriminazione qualificati, rafforzare l’assistenza fornita alle vittime e diffondere consapevolezza su come combattere le discriminazioni. Le attività del progetto - che mira al consolidamento di una rete nazionale antidiscriminazione e all’istituzione di una “antenna” anche in Trentino - prevedono la ricerca sulle discriminazioni multiple nascoste; la formazione locale a professionisti pubblici e privati (forze dell’ordine, trasporti pubblici, insegnanti); oltre allo scambio di buone pratiche.
Il progetto è finanziato dalla Commissione Europea
Il progetto è frutto di una collaborazione fra I'Istituto di istruzione Martino Martini di Mezzolombardo e Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa ed è stato realizzato grazie al supporto di Wikimedia Italia (bando Wiki-Imparare). Le studentesse e gli studenti sono coinvolti nella scrittura di alcune voci di Wikipedia in lingua italiana su vari argomenti legati alle guerre jugoslave, con particolare attenzione al conflitto in Bosnia Erzegovina.
Il Parlamento dei diritti - 3ª edizione ha l’obiettivo di contribuire a una migliore comprensione del ruolo del Parlamento europeo - unica istituzione eletta direttamente dai cittadini europei - nella vita democratica dell’Unione, nella definizione di politiche europee per i diritti fondamentali e su questioni cruciali per il futuro del nostro continente quali clima, ambiente, migrazioni, digitale. In questa fase complessa per il nostro continente è ora il momento di immaginare l’Europa post-pandemia. Lo faremo promuovendo un dibattito pubblico informato, aperto e plurale che coinvolgerà - in dibattiti, seminari e workshop - parlamentari europei, esperti, giornalisti, studenti, insegnanti, decisori politici. Intendiamo così dare il nostro contributo a favore della partecipazione dei cittadini al processo decisionale europeo e della capacità di azione della società civile a livello transnazionale, fondamentale per rilanciare il progetto europeo dal basso e promuovere l'Europa dei diritti.
Il progetto, cofinanziato da InCE - Iniziativa Centro Europea, intende esplorare gli aspetti principali della cosiddetta “rotta balcanica” approfondendo la situazione nei paesi più coinvolti dal transito di migranti e sulle frontiere maggiormente esposte (Turchia/Grecia; Turchia/Bulgaria, Bosnia Erzegovina/Croazia; Italia/Slovenia). La ricerca, condotta in partenariato da OBCT e CeSPI, affronterà in maniera multiprospettica le caratteristiche e l'evoluzione della “rotta balcanica”, per poi indagare la gestione della migrazione dei paesi presi in esame - dalla Turchia fino al confine italo-sloveno – e le ricadute di tali politiche sia a livello interno che nei rapporti internazionali, combinando analisi delle fonti già disponibili ed interviste qualitative a testimoni privilegiati.
Il progetto, cofinanziato da InCE - Iniziativa Centro Europea, intende esplorare gli aspetti principali della cosiddetta “rotta balcanica” approfondendo la situazione nei paesi più coinvolti dal transito di migranti e sulle frontiere maggiormente esposte (Turchia/Grecia; Turchia/Bulgaria, Bosnia Erzegovina/Croazia; Italia/Slovenia). La ricerca, condotta in partenariato da OBCT e CeSPI, affronterà in maniera multiprospettica le caratteristiche e l'evoluzione della “rotta balcanica”, per poi indagare la gestione della migrazione dei paesi presi in esame - dalla Turchia fino al confine italo-sloveno – e le ricadute di tali politiche sia a livello interno che nei rapporti internazionali, combinando analisi delle fonti già disponibili ed interviste qualitative a testimoni privilegiati.
Lo studio commissionato dalla DG Regional und Urban Policy a OBCT e Cespi ha l'obiettivo di esplorare i punti complementari ed identificare possibili sinergie tra la Strategia UE per la Regione Adriatico Ionica (EUSAIR) e il processo di allargamento dell’Unione Europea nei paesi dei Balcani Occidentali che partecipano alla Macroregione.