Nonostante la messa al bando della Corte costituzionale bosniaca e la crescente tensione tra le diverse entità della Bosnia Erzegovina, anche quest'anno si è celebrato oggi a Banja Luka il “giorno della Republika Srpska”. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [9 gennaio 2022]
Oltre 800 poliziotti, tra cui membri delle unità antiterrorismo, ma anche veterani della guerra in Bosnia Erzegovina, atleti e studenti hanno sfilato oggi nelle strade di Banja Luka per festeggiare il “giorno della Republika Srpska”.
Le celebrazioni, che ricordano il 9 gennaio del 1992, quando la Srpska dichiarò la propria indipendenza dalla Bosnia Erzegovina, alla vigilia della sanguinosa guerra civile che portò ad almeno 100mila vittime nel paese, sono state dichiarate incostituzionali nel 2015 dalla Suprema corte bosniaca, che le ritiene discriminatorie verso i cittadini non serbi dell'entità.
Nonostante la sentenza, però, anche quest'anno Milorad Dodik, leader dei serbi di Bosnia ed attualmente membro della presidenza tripartita che guida il paese, ha presenziato alla parata dichiarando che “non c'è libertà per i serbi di Bosnia senza la Republika Srpska”.
Dodik, che ha più volte minacciato la carta separatista, ha ricevuto mercoledì scorso nuove sanzioni da parte degli Stati Uniti, con accuse di corruzione e di aver minacciato la stabilità e l'integrità territoriale della Bosnia Erzegovina.
Proprio la linea politica di Dodik ha portato negli ultimi mesi la Bosnia Erzegovina alla più grave crisi dalla fine del conflitto degli anni '90. Dopo la decisione dell' ex Alto rappresentante per la Bosnia Erzegovina Valentin Inzko di sanzionare il negazionismo sul genocidio di Srebrenica, Dodik ha di fatto bloccato il lavoro delle autorità centrali bosniache, mentre la Srpska ha approfondito la propria spinta centrifuga nei confronti di Sarajevo.
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