Atene - Pixabay

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Preoccupazioni in Ue sulla crescente influenza cinese in Grecia: con i forti investimenti di Pechino durante la crisi, Atene sembra sempre più incline a sostenere la Cina anche in contrasto con le posizioni dell'Unione. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [3 settembre 2017]

La Grecia rischia di diventare un cavallo di Troia cinese nel cuore del Mediterraneo e dell'Unione europea? Sono in molti a chiederselo, dopo che Atene ha sostenuto più volte le posizioni di Pechino, oggi uno dei maggiori investitori nel paese ellenico.

L'ultimo episodio risale allo scorso giugno, quando il governo greco ha bloccato una risoluzione di Bruxelles al Consiglio dei diritti umani dell'ONU. Il documento, che ribadiva le preoccupazioni europee sulla difficile situazione dei diritti umani in Cina, è stato fermato dal veto di Atene, che ha definito l'iniziativa “una critica improduttiva”.

La Grecia si è opposta anche ad una successiva richiesta di maggiori controlli sugli investimenti cinesi in Unione europea e l'estate scorsa ha disinnescato un'iniziativa Ue che condannava la politica aggressiva di Pechino nel Mar Cinese meridionale.

Il governo greco del premier Alexis Tsipras, nega di giocare il ruolo di portavoce degli interessi cinesi in Europa, ma i forti investimenti economici nell'Ellade, arrivati durante gli anni più duri della crisi economica in Grecia, sembrano aver fruttato a Pechino un importante alleato politico nel Vecchio continente.

Mentre gli alleati europei esigevano da Atene pesanti misure di austerità, Pechino portava risorse, trasformando il porto del Pireo nello scalo più attivo del Mediterraneo, e oggi la leadership greca è sempre più attenta a non irritare il potente alleato cinese. Nei piani di Pechino la Grecia dovrebbe trasformarsi nella testa di ponte della nuova “via della seta” - il mega progetto infrastrutturale con cui Pechino intende collegare l'Estremo oriente all'Europa orientale e continentale.

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