Dopo i deludenti risultati alle elezioni europee, il premier greco Antonis Samaras dà vita ad un profondo rimpasto di governo. Alle Finanze Gikas Hardouvelis, che eredita il compito di negoziare coi creditori internazionali. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [10 giugno 2014]
“Il messaggio degli elettori greci, che ci chiedono un cambiamento, è arrivato forte e chiaro”. Così il premier conservatore Antonis Samaras aveva commentato a caldo la sonora sconfitta rimediata dalla coalizione di governo alle europee di fine maggio - e la contemporanea vittoria della Sinistra radicale anti austerità guidata da Alexis Tsipras.
Oggi, ad alcune settimane dal voto, Samaras ha provveduto ad un ampio rimpasto di governo, con ben nove nuovi ministri sui venti della compagine governativa: un evidente tentativo di rilaciare l'azione dell'esecutivo, sostenuto dai conservatori di Nuova Democrazia e dai socialisti del PASOK, in crescente difficoltà dopo il voto europeo.
L'attenzione è concentrata sul cambio della guardia al ministero delle Finanze: Yannis Stournaras – destinato a dirigere la Banca di Grecia – viene sostituito dall'economista Gikas Hardouvelis, già consigliere dell'ex-premier Lucas Papademos. Una scelta di continuità, voluta da Samaras per non irritare i creditori internazionali del paese, e che lascia presagire la continuazione delle politiche di austerità. Prevedibilmente critica la sinistra radicale, che ha definito il rimpasto “un'operazione puramente cosmetica”.
Hardouvelis eredita dal suo predecessore la difficile partita del negoziato con la “troika” - formata da FMI-BCE ed Unione europea – e un' economia, quella greca, ancora incapace di ripartire.
Quest'anno - per la prima volta dal 2008 - le previsioni parlano di una leggera crescita. Un dato positivo, ma del tutto insufficiente a far rientrare il tasso di disoccupazione, oggi oltre il 26% o a sgonfiare il debito pubblico, attestato al 180% del PIL.
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