La Grecia ha approvato ieri il protocollo di adesione alla Nato di quella che diventa oggi la Macedonia del Nord. Finisce così, dopo ventisette anni, l'annosa e surreale disputa sul nome tra Atene e Skopje. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [9 febbraio 2019]
Con 153 voti favorevoli e 140 contrari, il parlamento di Atene ha ratificato ieri sera il protocollo di adesione della Macedonia nella Nato, completando così l'implementazione degli accordi di Prespa firmati lo scorso giugno. Finisce così, dopo ventisette lunghi anni, l'annosa questione del nome tra i due vicini, uno degli scontri diplomatici più complessi e forse più surreali nell'area balcanica.
Per la Macedonia, che da ora inizierà ad utilizzare il nuovo nome ufficiale di Macedonia del Nord, si aprono quindi le porte per una rapida integrazione nelle strutture dell'Alleanza atlantica. Riparte anche il percorso di avvicinamento di Skopje all'Unione europea, che però richiederà sicuramente tempi lunghi.
Il compromesso sulla questione del nome è stato fortemente voluto dal premier macedone Zoran Zaev e dal suo omologo greco Alexis Tsipras per uscire da un vicolo cieco che si trascinava dalla dichiarazione di indipendenza di Skopje dalla Jugoslavia nel 1991. Per Atene infatti il nome “Macedonia”, scelto dalla nuova repubblica, era inaccettabile, perchè considerato parte esclusiva dell'eredità storica e culturale ellenica.
Per Tsipras il voto di ieri ha rappresentato una vittoria politica, che però potrebbe costare cara al premier greco, leader della sinistra radicale. La soluzione della disputa sul nome, seppur salutata con entusiasmo dai leader del blocco occidentale, ha infatti incontrato forti resistenze in Grecia. Il malcontento è stato cavalcato dall'opposizione di centro-destra, che viene data dai sondaggi in largo vantaggio per le prossime elezioni parlamentari previste entro l'autunno 2019.
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