Tsipras e Zaev alla firma degli accordi di Prespa (Wikimedia commons)

Tsipras e Zaev alla firma degli accordi di Prespa (Wikimedia commons)

Il parlamento di Atene ha ratificato gli accordi di Prespa, mettendo fine alla ventennale disputa del nome con Skopje. Ora la Macedonia diverrà Macedonia del Nord, e potrà proseguire il suo percorso di integrazione euro-atlantica. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [25 gennaio 2019]

C'è voluto un giorno più del previsto, ma alla fine, nonostante le proteste degli scontenti, il parlamento greco ha ratificato nel pomeriggio di oggi gli accordi di Prespa - firmati lo scorso giugno - con 153 voti favorevoli e 146 contrari. Quello che era stato definito ieri dal premier ellenico Alexis Tsipras “un evento storico per la Grecia” è diventato quindi realtà, e il ventennale scontro sul nome tra Atene e Skopje viene finalmente risolto.

Con il voto di oggi, la Macedonia modificherà il proprio nome costituzionale in Macedonia del Nord: in cambio, Skopje riceve luce verde per proseguire il proprio avvicinamento a Unione europea e Nato, fino ad oggi boicottato proprio da Atene.

L'annosa “disputa sul nome” ha rappresentato uno degli scontri più complessi e forse più surreali nell'area balcanica a partire dalla dissoluzione della federazione jugoslava. Per Atene, il nome Macedonia fa infatti parte dell'eredità storica e culturale greca, e il suo uso da parte della repubblica ex-jugoslava veniva considerato una vera e propria appropriazione indebita.

Dopo anni di scontri e mediazioni fallite, scintille nazionaliste e resistenze dall'una e dall'altra parte, il compromesso è stato trovato grazie allo sforzo diplomatico di Tsipras e del suo omologo macedone Zoran Zaev, che oggi ha salutato il “sì” greco, ultimo passo di un lungo percorso di ratifica, definendolo “una vittoria storica per i nostri due popoli”. Un epilogo atteso, ma tutt'altro che scontato, accolto con grande soddisfazione anche a Bruxelles e Washington.

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