In chiusura la campagna elettorale per le elezioni politiche anticipate in Kosovo: favorita della vigilia una coalizione guidata dagli ex-leader della guerriglia dell'UCK. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [8 giugno 2017]
Domenica 11 giugno gli elettori kosovari sono chiamati nuovamente alle urne per rinnovare il parlamento di Pristina, dopo la caduta anticipata del governo guidato dall'ex premier Isa Mustafa. Stavolta, a differenza del passato, le forze politiche del Kosovo hanno stipulato alleanze pre-elettorali, e non mancano le sorprese.
La prima e più importante è l'intesa tra le principali forze che affondano le proprie radici nella guerriglia dell'UCK, attiva tra fine anni '90 e inizio 2000 nella guerra contro le forze dell'allora presidente serbo Slobodan Milosevic.
Il Partito Democratico del Kosovo del presidente Hashim Thaci, primo partito nel parlamento appena sciolto, si presenta infatti insieme agli ex-avversari di NISMA e dell'AAK di Ramush Haradinaj, indicato come candidato premier, una coalizione accreditata dai sondaggi della vigilia come probabile vincitore.
Agli ex-UCK si opporrà un'altra coalizione, quella tra la Lega democratica del Kosovo di Mustafa e l'AKR del discusso imprenditore svizzero-kosovaro Bedjhet Pacolli, mentre il movimento radicale e pan-albanese Vetevendosje ha deciso di correre da solo.
Viste le previsioni della vigilia e il sistema elettorale proporzionale, è difficile però che qualcuna delle formazioni in campo sarà in grado di conquistare una chiara maggioranza. Decisivo, come già in passato, sarà probabilmente il ruolo della minoranza serba, che usufruisce di dieci seggi riservati sui 120 totali.
La campagna elettorale è stata segnata dai temi dell'economia, che resta al palo, della controversa definizione dei confini col Montenegro e dai difficili negoziati con la Serbia, che considera ancora il Kosovo come parte integrante del proprio territorio.
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