La Turchia annuncia l'acquisto del sistema missilistico russo S-400: una decisione che provoca non pochi malumori tra gli alleati della Nato, e che segna un nuovo passo nell'avvicinamento strategico tra Ankara e Mosca. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [12 settembre 2017]
E' arrivata per bocca del presidente turco Recep Tayyp Erdoğan la conferma che Ankara acquisterà dalla Russia il sistema missilistico S-400. L'annuncio di Erdoğan, che arriva al ritorno di una visita ufficiale del presidente turco dal Kazakhstan, approfondisce le divergenze sempre più evidenti tra Ankara e gli altri membri dell'Alleanza atlantica, e l'intesa sempre più profonda tra Russia e Turchia.
“Insieme al presidente russo Vladimir Putin siamo determinati a portare a termine l'accordo sull'S-400”, ha dichiarato Erdoğan ai giornalisti. A chi gli ha fatto notare l'evidente irritazione dei partner Nato, primo fra tutti Washington, Erdoğan ha ribadito la piena libertà della Turchia di prendere le decisioni che riguardano la sicurezza e la difesa del paese.
Il sistema S-400, considerato all'avanguardia, può lanciare razzi multipli in grado di colpire sia aerei da combattimento che missili balistici. Sviluppato dall'industria militare russa non è però compatibile con le infrastrutture occidentali di difesa.
Membro storico della Nato, di cui fa parte fin dal lontano 1952, negli ultimi anni la Turchia è ripetutamente entrata in aperto dissidio con gli altri paesi dell'Alleanza atlantica. Negli ultimi mesi è scoppiato uno scontro aperto con la Germania mentre nel conflitto siriano, Ankara contesta l'appoggio degli Stati Uniti alle milizie curde, che ritiene una minaccia diretta alla propria integrità statale.
E se il divario con l'Occidente si allarga, i legami politici, economici e militari con Mosca si fanno più stretti e l'acquisto dei missili S-400 ne è l'ennesima dimostrazione.
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