Il Consiglio UE ha approvato la finalizzazione di accordi con la Serbia e col Montenegro per il dispiegamento di missioni dell'agenzia Frontex nei due paesi sul controllo e la gestione dei flussi migratori e del crimine trans-frontaliero. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [27 maggio 2020]
Assistere la Serbia e il Montenegro, paesi candidati all'Ue ma oggi ancora ai confini esterni dell'Unione, a gestire le frontiere soprattutto in relazione ai flussi migratori, con missioni congiunte affidate all'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, meglio nota come Frontex.
Questo il cuore degli accordi approvati martedì 26 maggio dal Consiglio UE per rafforzare la collaborazione con i due stati dei Balcani occidentali soprattutto sul tema spinoso dell'immigrazione illegale, ma anche per il contrasto al crimine trans-frontaliero in generale.
Frontex potrà quindi schierare i propri uomini e mezzi: in Montenegro già a partire dal prossimo primo luglio, mentre per quanto riguarda la Serbia una data di via alla cooperazione deve ancora essere definita.
La notizia è stata commentata positivamente da Davor Božinović, ministro dell'interno della Croazia, paese che confina sia con la Serbia che col Montenegro e che attualmente detiene la presidenza a rotazione dell'UE.
“Una stretta collaborazione coi paesi dei Balcani occidentali è fondamentale per affrontare le sfide poste dai movimenti migratori”, ha dichiarato Božinović, aggiungendo che “gli accordi conclusi costituiscono un elemento importante della strategia complessiva di gestione dei confini”.
Parole di apprezzamento anche dal commissario all'Allargamento, l'ungherese Olivér Várhelyi, che ha parlato di “buone notizie” e di una “partnership rafforzata con Serbia e Montenegro”.
Belgrado e Podgorica si aggiungono così alla lista dei paesi dei Balcani occidentali che hanno stretto accordi con l'UE sulla gestione delle frontiere, dopo Albania, Bosnia Erzegovina e Macedonia del nord.
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