Bosnia -UE

La Bosnia Erzegovina ha conquistato ieri la prima, storica qualificazione ai mondiali di calcio in Brasile. Il paese festeggia, ma resta bloccato sulla strada dell'integrazione europea: la settimana scorsa Bruxelles ha congelato parte sostanziosa dei fondi pre-adesione a causa delle mancate riforme. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [16 ottobre 2013]

Con la vittoria per uno a zero di ieri sera contro la Lituania, la nazionale della Bosnia Erzegovina si è assicurata il suo primo storico accesso ai mondiali di calcio dell'anno prossimo in Brasile.

Per le migliaia di persone scese in piazza a festeggiare a Sarajevo e in molte città del paese, la vittoria sportiva è stato un raro momento di orgoglio nazionale, in una Bosnia che resta paralizzata dall'incapacità della classe politica di superare le divisioni ancora cristallizzate su linee etniche e portare avanti riforme che rendano funzionanti le istituzioni del paese, facendo così ripartire la prospettiva di avvicinamento all'Europa.

Un chiaro messaggio di scontento da parte di Bruxelles è arrivato giovedì scorso, quando il commissario europeo all'Allargamento Štefan Füle ha annunciato il dimezzamento dei fondi pre-adesione destinati alla Bosnia a causa del mancato accordo sulla riforma costituzionale che accolga la cosiddetta sentenza “Sejdić-Finci”.

Il giudizio, emesso nel 2009 dalla Corte europea per i diritti umani, ha giudicato come discriminatoria l'attuale legislazione, che permette l'elezione alla presidenza tripartita della Bosnia solo a chi si identifica in uno dei tre “popoli costitutivi”, Bosgnacchi, Serbi e Croati, escludendo così le minoranze e chi rifiuta un'identità etnica.

Nonostante i molti sforzi di modificare la legge, fino ad oggi non è arrivato nessun risultato concreto. Anche l'ultimo tentativo, fatto a Bruxelles la settimana scorsa, ha portato ad un nulla di fatto, scatenando così la decisione europea di congelare il supporto economico alla Bosnia.

Per Füle, è assolutamente necessario arrivare ad una soluzione entro le prossime elezioni generali, previste nel 2014. “Se dovessero esserci sviluppi positivi in tempi rapidi”, ha poi aggiunto il commissario, “anche lo stop ai fondi potrebbe essere rivisto”.

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