L'Eurovision Song Contest famoso per le esibizioni musicali ostentate e sdolcinate, quest'anno è stato teatro di una controversia del tutto inaspettata che ha coinvolto i tre paesi del Caucaso meridionale

22/05/2009 -  Onnik Krikorian Yerevan

La competizione musicale internazionale era già partita male quando, in febbraio, la Georgia, ancora infuriata per la guerra dell'agosto 2008 con la Russia, ha deciso di presentare un brano disco retro nella gara che si sarebbe tenuta a Mosca.

La canzone "We Don't Wanna Put In" di Stephane e 3G, canzonava il primo ministro russo e ovviamente non è stata ritenuta idonea per la gara. Gli organizzatori dell'Eurovision hanno chiesto che la canzone venisse cambiata, ma la Georgia si è rifiutata. Inizialmente il paese aveva pensato di boicottare la competizione, e la canzone aveva comunque avuto risonanza sui media internazionali. Infine la Georgia ha deciso di proporre il suo festival musicale "alternativo", che si è tenuto a Tbilisi la scorsa settimana, contemporaneamente all'Eurovision di Mosca.

Il primo vero tentativo di sfruttare politicamente la competizione musicale di quest'anno è avvenuto a giugno 2008, quando si sono diffuse alcune voci riguardo all'intenzione da parte della metal band armeno-americana System of a Down (SOAD), conosciuta a livello internazionale, di competere per l'Armenia. Era stata diffusa una dichiarazione del cantante della band, Serj Tankian, secondo cui i SOAD avrebbero gareggiato se avessero potuto cantare una canzone sul massacro del 1915 e la deportazione di 1 milione e mezzo di armeni che vivevano nell'Impero Ottomano.

Era stata lanciata una campagna sul social network Facebook per supportare il presunto tentativo della band di partecipare all'Eurovision e queste voci sono state diffuse anche su importanti siti web. I blog nazionalisti armeni hanno citato a riguardo un giornalista finlandese che confermava la partecipazione dei SOAD anche a dicembre. Il parlamentare turco Akif Ekici ha creduto alla notizia e ha perfino presentato un'interrogazione a riguardo al primo ministro turco. A gennaio 2009, comunque, si è capito che le voci erano infondate.

La notizia ha suscitato molta delusione in Armenia e tra la sua grande diaspora, ma piuttosto che concentrarsi su chi dunque avrebbe potuto rappresentare il paese, l'attenzione si è spostata sulla ricerca di un capro espiatorio da diffamare. Con secoli di rivalità e ostilità etnica difficile a estinguersi nella regione, era scontato dove si sarebbe andati a finire.Travisando la cronologia degli eventi, nazionalisti di rilievo, come il propagandista armeno-americano Harut Sassounian, hanno puntato velocemente il dito contro la Turchia, accusandola di aver messo in circolazione le voci sui SOAD.
Poche settimane dopo, quando è stata scelta in una competizione televisiva a livello nazionale la canzone che avrebbe rappresentato l'Armenia all'Eurovision, tutta l'attenzione era incentrata sulle altre eventuali rivalità che sarebbero potute sorgere nel Caucaso meridionale.

Anche se, fino allo scorso anno, l'Azerbaijan non ha partecipato all'Eurovision, in passato è sempre stato molto critico sulle canzoni armene. Nel 2006, ad esempio, è stata presentata una rimostranza contro il brano armeno di Andre, un giovane cantante del Nagorno Karabakh. Yerevan e Baku sono ancora tecnicamente in guerra per la disputa sui territori all'interno dei confini dell'Azerbaijan. Altre volte l'Armenia è stata anche accusata di aver "rubato" melodie azere, e molti si aspettavano qualche accusa simile anche quest'anno e le polemiche infatti si sono alimentate.

Il clima dell'Eurovision si è riscaldato fino a che, durante le prime semifinali tenutesi la scorsa settimana a Mosca, l'Azerbaijan ha scoperto che il video di presentazione per il brano armeno conteneva delle immagini di una statua che si trova in Nagorno Karabakh. Dopo aver protestato con gli organizzatori, l'immagine della statua, ritenuta il simbolo del territorio e posizionata come stemma sulle divise militari, è stata rimossa controvoglia. Ad ogni modo la televisione pubblica armena ha complottato di mandare in onda l'immagine durante la finale.

Il piano elaborato prevedeva che la presentatrice, la cantante Sirusho che aveva rappresentato l'Armenia alla precedente edizione di Eurovision, stesse di fronte ad un'immagine video del monumento proiettata su uno schermo LCD nella piazza della Repubblica di Yerevan. Una fotografia della statua stava fissa sullo sfondo dello schermo usato per proiettare i voti del pubblico armeno. La cantante Sirusho, che di recente si è fidanzata con il figlio dell'ex presidente di Armenia e Nagorno Karabakh Robert Kocharyan, ha gioiosamente svolto il suo compito e i blogger locali hanno allegramente informato riguardo ai preparativi della provocazione.

Nel frattempo, l'Azerbaijan ha deciso di vendicarsi contro il suo nemico in Caucaso meridionale evitando di mandare in onda il numero di telefono per votare la rappresentanza armena. In verità, pochi forse avrebbero votato, anche se bisogna riconoscere che l'Armenia comunque ha assegnato un punto all'Azerbaijan. Con tutto ciò, la rivalità etnica tra le due nazioni in gara è stata di sicuro più evidente di qualsiasi altro gesto, e i blogger di Baku hanno riportato che non solo in alcuni locali il volume è stato abbassato quando è stato il momento della canzone armena, ma ci sono stati anche dei fischi in segno di protesta.

Fuori dai due paesi, per molti telespettatori questi ultimi colpi della guerra tra Yerevan e Baku sul Nagorno Karabakh non hanno avuto grande eco, anche se alcuni se la sono presa per la sfrontata mancanza di considerazione da parte dell'Armenia di quanto stabilito in precedenza dall'Eurovision sulla statua. Forse in un tentativo di salvare la faccia, i blogger nazionalisti armeni hanno subito iniziato ad accusare il gesto del duo musicale azero Aysel e Arash, di proiettare un'immagine di un monumento in Iran, accusando Baku di avanzare delle rivendicazioni territoriali sul suo vicino del sud.

C'è stata anche una denuncia ufficiale contro l'Azerbaijan per aver rimosso il numero di telefono necessario per votare la canzone armena, anche se questo difficilmente avrebbe fatto la differenza. Sabato 16 maggio, al momento del conteggio finale dei voti su 42 paesi in competizione provenienti dalla European Broadcasting Union (EBU), l'Azerbaijan è arrivato terzo con 207 punti, l'Armenia decima con 92 punti e la Norvegia ha vinto con notevole scarto, con ben 387 punti.

Come si poteva prevedere la "battaglia" non è finita con il concorso. I cantanti azeri Aysel e Arash sono ritornati a Baku su un jet privato chiamato "Karabakh", mentre in Armenia, molti hanno applaudito la decisione della televisione pubblica di disubbidire a quanto stabilito in precedenza da Eurovision sulla statua. Un giornale locale di Yerevan ha dichiarato che alla giuria armena dell'Eurovision sono state fatte delle "pressioni" per assegnare alla Russia ben 12 punti. La controversia sull'edizione di quest'anno dell'Eurovision song contest non sembra certo finire qui.

Ora, tra i bisticci dei nazionalisti che provengono da entrambe le parti, ci sono almeno alcune voci che lottano per farsi sentire. "Non è forse giunto il momento di passare da questo approccio da asilo nido alla reale soluzione del conflitto?"chiede in tono ironico una giovane azera nel suo blog. "I nostri bambini hanno bisogno di favole, non di storie di guerra; hanno bisogno di amore, non di odio. I nostri bambini meritano momenti di felicità e di pace che noi non abbiamo mai avuto".


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