Akram Aylisli voleva dimostrare che i suoi compatrioti azeri erano capaci di ammettere gli errori del passato, ma le umiliazioni di cui è vittima suggeriscono che si sbagliava
(tratto da IWPR, pubblicato originariamente l'8 febbraio 2013)
Allo scrittore azero Akram Aylisli è stata tolta un'alta onorificenza di stato ed è stato sottoposto a offese pubbliche a causa della pubblicazione di un romanzo considerato eccessivamente simpatizzante verso gli armeni.
Mentre gli attacchi nei suoi confronti crescevano, il romanziere ha dichiarato di sentirsi come se stesse vivendo nei peggiori giorni dello stalinismo.
Il romanzo di Ayisli, "Sogni di pietra" è stato pubblicato nel numero di dicembre della rivista moscovita Druzhba Narodov ("Amicizia tra i popoli") e comprende descrizioni di uccisioni di massa di armeni nel Nakhichevan agli inizi del '900 e a Sumgait alla fine del periodo sovietico.
Manifestanti hanno bruciato ritratti di Aylisli e alcuni membri del parlamento hanno chiesto che gli fosse tolta la cittadinanza.
Il Presidente Ilham Aliyev ha emanato un decreto, in data 7 febbraio, per togliere ad Aylisli il titolo di "Autore del Popolo".
L'amministrazione presidenziale si era già pronunciata chiaramente. Ali Hasanov, capo del dipartimento politico, aveva infatti dichiarato all'agenzia stampa APA: "Noi, il popolo azero, dobbiamo mostrare pubblico disprezzo per queste persone. Un uomo che non appartiene a nessuna nazione non ha il diritto di parlare di sentimenti umani".
Hasanov ha comparato Aylisli allo scrittore turco Orhan Pamuk, che avrebbe oltraggiato il proprio governo affermando che agli inizi del '900 nei confronti degli armeni fu commesso un genocidio. "Orhan Pamuk si è meritato la condanna della sua nazione per la frase, 'i Turchi devono riconoscere il genocidio armeno'. L'ha detto solo per vincere il premio Nobel, ma come risultato ha perso la sua patria ", ha detto Hasanov. "Sembrerebbe che anche Akram Aylisli voglia il premio Nobel. Ma se la tua nazione e il tuo popolo ti rifiuta, vale la pena ottenere quell'onore? Niente è più importante del sentimento nazionale".
L'inizio e la fine del 20esimo secolo sono stati segnati da grandi violenze tra azeri e armeni. Entrambe le parti ora tendono a minimizzare la sofferenza dell'altra nazione e le rappresentazioni artistiche di queste sofferenze sono estremamente rare.
Non è chiaro quante persone in Azerbaijan abbiano letto il romanzo di Ayisli, ma i funzionari si sono messi in fila per condannarlo come antipatriottico.
"Gli armeni dovrebbe erigere un monumento ad Akram Aylisli," ha dichiarato Siyavush Novruzov, un parlamentare del partito al governo, Yeni Azerbaijan. "Se tutti gli scrittori armeni si fossero riuniti a scrivere la 'verità armena' in russo, non avrebbero avuto lo stesso successo di Aylisli".
Quando il parlamento ha discusso in merito al romanzo, lo scorso primo febbraio, il parlamentare Nizami Jafarov, ha suggerito che Aylisli dovesse essere privato della cittadinanza, aggiungendo: "Lasciamolo andare a Yerevan e prestare servizio là in qualche chiesa". Altri membri hanno proposto di vietare la pubblicazione delle sue opere, mentre la vice-presidente della camera Bahar Muradova lo ha accusato di tradimento.
Il giorno prima del dibattito parlamentare, un gruppo di giovani attivisti pro-governativi hanno inscenato una protesta davanti alla sede dell'Unione ufficiale degli scrittori. Bruciando immagini di Aylisli e manifesti recanti i titoli dei suoi libri, cantavano: "Akram armeno, lascia il paese."
Aylisli ha affermato di restare saldo sui suoi principi.
"Se vogliono che lasci il paese, dovrebbero scegliere metodi più civili", ha dichiarato lo scrittore ad IWPR per telefono. "Sto guardando fuori dalla finestra, e vedo che alcuni giovani si stanno ancora radunando". Parlando del suo romanzo, Aylisli ha detto di aver voluto mandare agli armeni il messaggio che gli azeri sono stati in grado di riconoscere gli errori del passato.
Lo scrittore ha fatto sapere che la moglie, il figlio e la nuora sono stati licenziati dal posto dove lavoravano.
"Hanno licenziato mia moglie in un modo molto strano, l'hanno accusata di avere libri di autori armeni nella sua biblioteca. Dove altro dovrebbero essere? E comunque, stavano parlando di libri che non erano di autori armeni", ha raccontato. "Quello che sta accadendo è semplicemente incomprensibile. Viviamo in Azerbaijan, che ha responsabilità nei confronti del Consiglio d'Europa, che ha una costituzione, in cui si parla di libertà di espressione, ma ci si sente come se stessimo vivendo nell'Unione Sovietica del 1937 ", ha detto Aylisli. "La nostra Accademia delle Scienze ha deciso di condurre un'indagine sul mio libro, fatto che mette sotto cattiva luce le cose in questo paese".
Aylisli ipotizza che la campagna contro di lui potrebbe essere derivata anche dalla sua appartenenza al Forum degli intellettuali, guidato dal noto sceneggiatore Rustam Ibrahimbeyov che è nei guai con le autorità.
Gunel Movlud, poeta, è tra coloro che hanno letto i "Sogni di pietra". "Come scrittore non ho potuto non apprezzare le qualità letterarie del romanzo, che è ben scritto. Come lettore, ne ho anche tratto grande piacere. Come cittadino, ma anche - e lo sottolineo - come rifugiato dal Karabakh, posso dire che il romanzo non ferisce in alcun modo i miei sentimenti", ha detto. "Per quanto riguarda la reazione del pubblico al romanzo e gli attacchi al romanziere, molti paesi hanno modi più civili per esprimere dissenso. Si può andare in tribunale, se un libro ferisce i tuoi sentimenti".
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