Mara Bernasconi* 5 dicembre 2014
Kosovo, l'affido dei minori in famiglia - foto di Ai.Bi..JPG

Lo scorso 18 novembre si è tenuta a Pristina, in Kosovo, la conferenza finale del progetto realizzato dall'Ong italiana Ai.Bi. dedicato al rafforzamento dei servizi di affido dei minori, attraverso l'avvio di un processo di innovazione del sistema di welfare a loro sostegno

Lo scorso 18 novembre si è tenuta a nella sede dell’ambasciata italiana a Pristina, la conferenza di chiusura del progetto AID9497/AIBI/KOS - “Rafforzamento dei servizi in favore dei minori in carico ai Centres of Social Work del Kosovo per motivi familiari” cofinanziato dal Ministero Affari Esteri - Cooperazione Italiana  e realizzato dall'Ong italiana Ai.Bi. – Amici dei Bambini in partnership con il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali del Kosovo oltre alla rete dei Servizi Sociali.

Alla presenza di un centinaio di ospiti tra assistenti sociali, direttori dei servizi sociali, assessori al welfare, rappresentanti delle famiglie affidatarie, della rete di tutela dei diritti dei minori n Kosovo, rappresentanti di ong italiane e kosovare, si è parlato del progetto implementato e dell'impatto del progetto sul sistema minori fuori famiglia in Kosovo.

Si è sottolineato come grazie al progetto ci sia stata una innovazione del sistema che è sempre in continua evoluzione. Si è riassunta la logica del progetto, evidenziando in particolare quanto esso sia stato diretto al rafforzamento di un sistema esistente, interagendo con esso nella definizione e ridefinizione dei significati e contenuti dell'azione, offrendo supporto e affiancamento e sviluppando con ciò nuove prospettive di collaborazione pubblico-privato.

Il rafforzamento del sistema si è rivolto sia all'intero territorio, sia ai diversi attori che prendono parte direttamente o indirettamente alla protezione dei minori, sia intervenendo con azioni diversificate per supportare i diversi processi che alimentano il sistema (consolidamento di competenze, inserimento del sostegno psicologico, sensibilizzazione, intervento sull'approccio culturale, proposta di modelli di intervento e costruzione di strumenti di lavoro, elaborazione della strategia comunale).

In conclusione, si è ricordato come il progetto abbia potuto porre le basi per fare dell'affido una misura di protezione dei minori praticabile, efficace e sostenibile, invitando gli attori locali a cogliere la sfida di stabilizzare gli obiettivi raggiunti.

Il bambino in affido, come ricordato, merita una sistema e nuove iniziative maggiormente incentrate sulla corresponsabilità tra pubblico e privato sociale, anche ma non solo dal punto di vista finanziario e all’interno del progetto questo è stato garantito grazie all’impegno di assessori, associazione dei comuni e ministero del welfare.

La testimonianza di una famiglia affidataria, che ha aperto le porte di casa e della loro famiglia per accogliere minori con situazioni familiari complesse o abbandonati, è stata particolarmente toccante e ha ricordato ai presenti l’importanza delle famiglie non solo come luogo per eccellenza per la garanzia del diritto del minore di essere figlio, ma come risorsa da curare e salvaguardare.

Alla conferenza erano presenti diversi rappresentanti istituzionali, tra i quali l'Ambasciatore italiano in Kosovo, Andreas Ferrarese e il portavoce politico del Ministro del Lavoro e degli Affari sociali del Kosovo. L'Ambasciatore italiano ha ricordato che "il tema della promozione e della protezione dei diritti dei minori è da molti anni prioritario nella strategia di intervento della Cooperazione Italiana a livello globale” sottolineando che tale priorità ha portato alla realizzazione di “specifiche linee di indirizzo programmatico per interventi sui minori elaborate per la prima volta nel 1998 e riviste da ultimo nel 2012, per supportare le istituzioni dei paesi di intervento a dare attuazione ai principi fondanti della Convenzione ONU per i Diritti del Fanciullo”. La Convenzione, infatti, prevede espressamente l’affido come forma alternativa di protezione del minore laddove questi non possa ricevere adeguata cura da parte della famiglia di origine. Ferrarese ha poi espresso chiare parole di apprezzamento per l'intervento concluso da Ai.Bi.: “Promuovendo e rafforzando il sistema nazionale dell'affido, il progetto realizzato da AIBI ha avuto il merito di interpretare e realizzare pienamente i principi espressi dalla Convenzione ONU.  Il progetto, infatti, ha posto in essere con efficacia e largo impatto un complesso di azioni tra loro integrate”.

*project manager Kosovo di Ai.Bi.

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