Inaugurata la mostra “Kosovo: Prima del quarto giorno”, aperta al pubblico fino al 9 febbraio 2023 presso l’Istituto di Cultura Italiana di Zurigo. Unisce fotografie e poesia in un racconto che apre uno squarcio sulla creatività, il coraggio, la forza delle donne e il cambiamento in atto in Kosovo nonostante le difficoltà
Fonte: Istituto di Cultura Italiana di Zurigo
Fotografie e poesia unite in una mostra all'Istituto di Cultura Italiana di Zurigo per raccontare un paese che, nelle parole della fotografa Francesca Boccabella, “non è più solo il classico paese beneficiario degli aiuti della cooperazione internazionale post guerra ma attore protagonista del cambiamento”.
Dal 19 gennaio al 9 febbraio 2023 viene esposta "Kosovo: Prima del quarto giorno", una mostra fotografica che parte dal viaggio di Francesca Boccabella, fotografa con base in Umbria ma con il cuore aperto al mondo, Francesca Brufani, scrittrice e cooperante e Violeta Dodaj operatrice della casa di Leskoc e interprete. Il risultato è un racconto che apre uno squarcio sulla creatività, il coraggio, la forza delle donne e il cambiamento in atto in Kosovo nonostante le difficoltà. Filo conduttore e e ispirazione sono i versi del poeta kosovaro Shpëtim Selmani, premio letterario dell'Unione europea nel 2020: “Il primo giorno fu creato il sangue/ il secondo la morte/il terzo fu accennato l’amore/e non ci furono più giorni per noi.”
Per Francesca Boccabella si è trattato di un ritorno in Kosovo dopo un primo viaggio compiuto circa sette anni fa per raccontare le attività della “Casa delle Caritas umbre ” che dal 2002 supporta le famiglie della zona di Klina e accoglie bambini in difficoltà. A guidare Boccabella scatto dopo scatto è stato il rispetto e l’empatia: “Questo progetto non parla di politica ma di esseri umani che raccontano la loro storia fatrta di resilienza, una storia che loro per primi vogliono raccontare da protagonisti rifuggendo il pietismo e noi in silenzio e con umiltà l’abbiamo accolta”.
Questo approccio si è manifestato nella scelta di trasformare in immagini la forza di Kumrije Maxharraj, fondatrice di “Rrenza ”, una cooperativa agricola pensata per dare lavoro alle donne attraverso la coltivazione della calendula. Un’avvenuta cominciata grazie a un bando di Caritas Kosovo . “Oggi – spiega Boccabella parlando di Kumrije Maxharraj - insegna da volontaria alle donne marginalizzate a coltivare fiori nel proprio giardino per poi rivederle ad altre aziende per la trasformazione. Una lotta al patriarcato fatta con petali delicati”. L'autonomia e l'emancipazione delle donne è uno dei temi che emergono negli scatti della mostra. “All’inizio delle ricerche abbiamo scoperto che la parola Kosovo in albanese è femminile e si traduce con Kosova e in quanto professioniste donne che si approcciavano a questo progetto il pensiero ci aveva fatto sorridere per poi stupirci definitivamente giorno dopo giorno incontrando tantissime donne forti e determinate a capo di realtà importanti. Con orgoglio affermiamo quindi che “Il Kosovo è donna!”.
L’esperienza di viaggio e di umanità ha lasciato un segno nell’animo della fotografa “Il mio luogo del cuore è la strada di campagna che attraverso campi verdi e dorati conduce alla Casa di Leskoc, la Casa delle Caritas umbre che al suo interno ha dei gioielli preziosi che ho lasciato bambini nel 2015 e ritrovato ormai adulti con talenti e interiorità che porterò sempre con me”.
Nel ringraziare per la fiducia accordatale dal l’Istituto di cultura italiana di Zurigo e il Consolato del Kosovo, Boccabella dà voce alla sua speranza: “Che “Prima del quarto giorno” possa raggiungere i cuori di tante persone in tutto il mondo, comprendendo che è possibile una nuova narrazione dei paesi dal passato difficile e che possa far sentire anche solo per un attimo il sapore di casa a tutti i kosovari che vivono lontani”.
All’inaugurazione della mostra, lo scorso 19 gennaio, era presente il console del Kosovo Sami Kastrati e la delegazione del consolato del Kosovo a Zurigo insieme a un’ampia fetta della comunità kosovara in Svizzera insieme al direttore dell’istituto di cultura italiana di Zurigo Francesco Ziosi e i membri dell’istituto. L’inaugurazione ha avuto anche un aspetto interattivo, con l’installazione di una scatola con dentro le parole di centinaia di Kosovari incontrati durante il reportage che hanno risposto alla domanda “Qual è la cosa più bella del Kosovo?”. Tutti i presenti sono stati invitati a pescare un biglietto per portare con sé un po’ della bellezza del Kosovo.
Per ulteriori informazioni e prenotare la visita (ingresso libero, ma con posti limitati) si veda sul sito dell'Istituto di Cultura Italiana a Zurigo .