Una rassegna sulla tournée italiana dell’Orchestra Sinfonica dei Giovani Musicisti europei/ESYO diretta da Igor Coretti-Kuret, con Paolo Rumiz voce narrante
I giovani musicisti dell’Orchestra ESYO hanno lasciato Trieste per riprendere gli studi nei rispettivi conservatori o scuole di musica dei paesi e delle città europee di provenienza, dopo un lavoro collettivo e una tournée ricca di successi e di grandi soddisfazioni che hanno segnato una tappa importante della loro esperienza musicale e della loro vita. Un percorso che, a partire dal 29 luglio scorso, ha toccato molte città italiane sorte sulle grandi vie romane e altri luoghi significativi per cultura e storia. Al centro, strettamente connessi ai “cammini” e alle antiche vie d’Europa, i temi del viaggio e delle migrazioni, in opposizione al moltiplicarsi di muri e reticolati. Per rendere ancora più forte il loro messaggio di conoscenza, collaborazione, solidarietà e accoglienza, i giovani dell’Orchestra “europea” hanno accolto quest’anno alcuni studenti di musica provenienti dalle aree di guerra del vicino Medio Oriente.
L'Orchestra ESYO
L’Orchestra ESYO è nata a Trieste nel 1998 su iniziativa del Maestro Igor Coretti-Kuret, con il sostegno morale del celebre violinista Yehudi Menuhin e quello logistico e organizzativo dell’Associazione Culturale triestina “Scuola per Giovani Musicisti” e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia . E’ il risultato di un’intensa attività musicale e didattica, svolta in Italia e in molti altri paesi europei, seguendo un percorso di formazione musicale, di dialogo interculturale, di integrazione artistica e sociale di giovani musicisti, mettendo sempre al centro, “lo spirito europeo della gioventù”. E’ formata da novanta giovani musicisti, di età compresa tra gli 11 e i 20 anni, brillanti allievi dei conservatori e delle scuole di musica d’Europa, provenienti da Italia, Austria, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Estonia, Libano (a partire da quest’anno), Macedonia, Moldavia, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ucraina, Ungheria. I gruppi più numerosi sono quello italiano e quello serbo, con quindici partecipanti ciascuno.
Il debutto “oltre frontiera” è avvenuto nel 2013, con una tournée di sette concerti nella regione danubiana e dei Balcani occidentali (Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia), coordinata da Sira Miori, direttrice pro tempore dell’Istituto Italiano di Cultura in Belgrado, a sostegno di un progetto culturale italiano ed europeo, avente come obiettivo la promozione del dialogo interculturale attraverso la musica, il cui linguaggio universale non ha confini. Con un programma di musiche di Verdi e Wagner - i due grandi musicisti europei di cui ricorreva, nel 2013, il bicentenario della nascita - il progetto aveva ottenuto il patrocinio dell'allora Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e il sostegno della Commissione europea, oltre alla partecipazione attiva di numerose istituzioni politiche e culturali di Paesi, come la Serbia e la Bosnia Erzegovina, agli inizi del loro percorso verso l’Unione europea. I concerti conclusivi del tour 2013, realizzati nella Sinagoga di Novi Sad e nella prestigiosa Hall della Fondazione Kolarac di Belgrado, vennero trasmessi in diretta dalla Radio e Televisione Serba RTS Due e RTS Digital, con diffusione nell’intera regione geografica dei Balcani occidentali e danubiana.
Rumiz, voce narrante d'Europa
Pur provenendo da paesi diversi, i giovani musicisti sono sempre uniti, attorno ad un progetto di lavoro comune formulato e sviluppato, a partire dal 2015, da Paolo Rumiz, scrittore, editorialista di Repubblica, già inviato nell’area balcanica e danubiana negli anni difficili della guerra jugoslava e poi ad Islamabad e Kabul per documentare l’invasione dell’Afghanistan. Assieme al Maestro Igor Coretti-Kuret, nel 2015 è stato scelto il motivo conduttore del ricordo della Grande Guerra e nel 2016 quello del Continente europeo visto dai treni. La tournée 2017 si è svolta attorno al tema: “Tamburi di pace sulle vie d’Europa. La via Appia e le altre”, che ha dato vita a una sorta di simbiosi tra musica sinfonica e narrativa, con l’obiettivo di promuovere, al di sopra di muri e frontiere e contro l’orrore delle guerre, i valori universali della pace, della libertà, della democrazia, della fratellanza, del rispetto dei diritti umani, del dialogo tra le culture dei popoli e dei cittadini.
Il programma musicale 2017, che i giovani musicisti hanno preparato a Trieste, prevedeva come introduzione una Fanfara per ottoni e percussioni, dal titolo significativo “Europa” - composta per l’occasione, da Giuseppe Farace - seguita dal poema sinfonico “I pianeti” di Gustav Teodor Holst e da “I pini della via Appia”, dal poema sinfonico “I Pini di Roma” di Ottorino Respighi. A conclusione l’Inno dell’Unione europea, dall’ultimo movimento della IX Sinfonia di Ludwig van Beethoven.
La voce narrante di Paolo Rumiz ha introdotto e legato sapientemente le esecuzioni musicali, raccontando di migrazioni inarrestabili, di donne e uomini che, nei secoli, “hanno migrato per lavoro, guerre, paura, curiosità, fame, amore o semplice inquietudine”, percorrendo “strade, ponti, sentieri, tracce e cammini”, superando frontiere, indifferenti al moltiplicarsi dei muri reali, formali, mentali e metaforici. Un’evocazione corale di milioni di esistenze “che hanno cercato e cercano spazio oltrepassando valichi, confini, pianure, fiumi, reticolati e terre desolate”.
Gli appuntamenti italiani
Il concerto iniziale ha avuto luogo a Trieste nello storico Castello di San Giusto, con la partecipazione straordinaria del noto violoncellista Mario Brunello. Sono poi seguiti i concerti nel Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, a Benedicta di Bosio (Alessandria) e al Pianaz di Val di Zoldo, nell’Agordino, luoghi di impegno civile, della Resistenza al fascismo e al nazismo e di aspri combattimenti durante le due guerre mondiali.
Il percorso è poi proseguito per Trento, storica città ponte tra mondo latino e mondo germanico, tappa obbligata sull’antica via romana Claudia Augusta, che apriva al mondo dei Reti e dei Germani. Il concerto ha avuto luogo nel suggestivo Cortile Crispi- Bomporti, nell’ambito del programma “Contrada larga. Musica sotto le stelle”, organizzato dall’Assessorato alla Cultura della Città. L’Orchestra ha quindi continuato per Bassano del Grappa, suonando nell’ambito di OperaEstateFestival nel Teatro al Castello Tito Gobbi, in omaggio alla grande voce della lirica italiana.
Sempre seguendo l’antica via romana, i giovani musicisti hanno proseguito per Roma, dove hanno suonato sulla Terrazza del Vittoriano nell’ambito degli Appuntamenti d’Arte e Musica dell’estate romana.Quasi tutti per la prima volta nella capitale italiana, sono rimasti abbagliati dalla bellezza dei monumenti e dalla grandiosità degli spazi. La loro esecuzione è stata accolta da scroscianti applausi del pubblico romano, particolarmente numeroso, nonostante il caldo torrido.
Poi, percorrendo la via Appia - la strada romana madre di tutte le vie d’Europa - hanno fatto tappa per i loro concerti nell’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere e, il giorno successivo, al Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa (Napoli) in un crescendo di entusiasmo e di apprezzamenti da parte del pubblico e della critica.
Continuando il percorso delle grandi vie romane, i giovani musicisti sono passati sull’altra sponda della penisola, a Grottaglie, in provincia di Taranto, eseguendo il loro concerto nella Cava di Fantiano. Hanno poi fatto tappa a Matera, designata Capitale europea della Cultura 2019, con un’esecuzione applauditissima nella Piazza San Pietro Caveoso, sostenuta dal Comitato UNESCO della città.
E’ seguito il concerto di Camerino, nell’Auditorium Benedetto XIII, nel cuore delle Marche terremotate, con il patrocinio della Camera dei Deputati, per esprimere vicinanza e solidarietà a chi è rimasto senza lavoro o non ha ancora una casa. Dopo il tour delle zone colpite lo scorso anno dal terremoto, l’orchestra è rientrata a Trieste, da dove i ragazzi erano partiti a fine luglio, per gettare le basi del programma del prossimo tour 2018.
ESYO, un'orchestra che si rinnova di continuo
La ESYO è un’orchestra che ogni anno si rinnova con giovani musicisti. Oltre all’allargamento a giovani provenienti dal vicino Medio Oriente, l’altra novità di quest’anno è stato il superamento della maggioranza degli “orchestrali” da parte delle ragazze, che dominano negli archi e nei fiati. I musicisti vengono scelti attraverso una rigorosa selezione nei loro paesi d’origine, per poi formare, a Trieste, la “loro” Orchestra, che il violinista e direttore d’orchestra Uto Ughi ha definito una “straordinaria realtà, senza eguali nel panorama delle orchestre giovanili, in termini di qualità, maturità artistica, professionalità e capacità di esecuzione” sulla base di un percorso culturale e didattico e di un “progetto musicale formativo, di alto contenuto artistico (...)”.
Questa iniziativa, prosegue Sira Miori, già direttrice degli Istituti Italiani di Cultura a Bruxelles e a Belgrado, “contribuisce a far conoscere ai giovani i valori fondanti dell’Unione europea”, a “valorizzare la diversità culturale e la creatività artistica, attraverso momenti di apprendimento, progettazione e lavoro comune, in un contesto di dialogo interculturale, solidarietà e integrazione sociale, che si colloca al di sopra dei confini nazionali”.
L’Orchestra Sinfonica dei Giovani Musicisti Europei/ ESYO è un’orchestra per l’Europa di domani, per “promuovere e cantare (..) una patria comune troppo male amata” - dice ancora Paolo Rumiz - attraverso “un viaggio in musica e parole, dedicato ad un universo unico, fatto di popoli, lingue, fiumi, mari, montagne”. E’ una dimostrazione e un modo per ribadire che l’Unione europea va costruita giorno dopo giorno,ma ancheun monito “per ricordare la sua origine e il suo destino mediterraneo”, come testimoniano i musicisti reclutati quest’anno nelle aree di guerra del Medio Oriente.
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