Giorgio Romagnoni 17 settembre 2014

A larga maggioranza il Parlamento europeo ha approvato ieri – in contemporanea con il parlamento di Kiev - l'accordo di associazione con l'Ucraina. "Un momento storico", ha dichiarato il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz

"Quello che sta succedendo in Ucraina riguarda tutti gli europei" ha affermato Martin Schulz durante la sua recente visita a Kiev, dal 10 al 12 settembre scorsi. Il presidente del Parlamento Europeo aveva scelto la capitale dell'Ucraina come suo primo viaggio ufficiale dopo la sua rielezione proprio per manifestare come l'UE non voglia restare a guardare inerte la tragedia ucraina. Martedì 16 settembre 2014 la questione ucraina ha poi dominato l'ordine del giorno del Parlamento Europeo a Strasburgo con la ratifica dell'Accordo di associazione con Kiev.

Già lunedì, nella prima sessione plenaria del Parlamento, si era toccato il tema della crisi parlando delle ripercussioni economiche provocate dalle sanzioni russe contro l'UE. Tali misure riguardano principalmente la carne, i latticini, la frutta e la verdura esportati dall'Europa. La Commissione ha già risposto alle misure russe con un sostegno di oltre 155 milioni di euro per i settori più colpiti; ma molti parlamentari si sono chiesti se siano stati studiati gli effetti di ulteriori possibili sanzioni per capire cosa attendersi dall'evoluzione della crisi nelle prossime settimane.

Questo è stato uno degli argomenti risollevati anche nella mattinata di martedì, quando gli eurodeputati sono stati chiamati a discutere più direttamente sugli ultimi sviluppi della crisi nell'est dell'Ucraina. Il parlamento ha poi ratificato l'Accordo di associazione tra Bruxelles e Kiev approvandolo con una larga maggioranza: 535 voti favorevoli, 127 contrari e 35 astensioni.

L'Accordo era già stato sottoscritto dai leader europei e del nuovo governo ucraino il 27 giugno scorso; ma, per entrare in vigore, doveva essere ratificato dai parlamenti di entrambe le parti. Infatti contemporaneamente anche il Verkhovna Rada, parlamento dell'Ucraina, ha discusso e approvato la ratifica del patto. Secondo il Presidente Poroschenko, queste ratifiche sincronizzate rappresentano una festa per il suo popolo e promette di proseguire sulla strada delle riforme indicatagli da Bruxelles.

Il voto odierno sia del Parlamento UE sia dell'Ucraina permette un'applicazione provvisoria dell'accordo, ma la data esatta deve ancora essere confermata dal Consiglio. Per avere il pieno effetto giuridico, l'accordo deve essere invece ratificato dai 28 Stati membri dell'UE. Finora, è stato ratificato da sei Stati membri ma potrebbero essere necessari molti anni prima che il processo sia completato in tutti gli Stati membri.

Era stato inizialmente previsto di far entrare in vigore le nuove regole provvisorie dal 1° novembre di quest'anno, ma lo scorso venerdì 12 settembre, l'UE, l'Ucraina e la Russia si sono accordate verbalmente per ritardare l'entrata in vigore provvisoria delle norme commerciali al 31 dicembre 2015.

La Commissione europea ha dichiarato che continuerà ad applicare le "preferenze commerciali autonome" dell'UE all'Ucraina, le quali - in concreto - apriranno unilateralmente il mercato UE all'Ucraina. Una decisione per prolungare queste preferenze dovrebbe essere presto approvata dal Parlamento europeo.

Per Ŝtefan Füle, Commissario uscente per le Politiche di allargamento e vicinato, dopo questa firma “molto resta da fare”. Elmar Brok, eurodeputato tedesco del PPE, ha sottolineato come l'accordo debba essere interamente ed immediatamente applicato chiedendo che la Russia smetta di “osteggiarlo come alibi contro l'Ucraina”. Più scettiche sono state altre posizioni: per esempio, Rebecca Harms del gruppo dei Verdi non condivide affatto la linea portata avanti dalla Commissione dichiarando che “l'accordo rischia di essere uno strumento per tenere l'Ucraina ad una debita distanza, mentre invece essa desidererebbe aderire all'UE”.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament

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