A Grozny gli incidenti stradali tra veicoli corazzati dell'esercito russo e auto civili continuano a mietere vittime tra la popolazione cecena. I colpevoli, gli autisti russi spesso ubriachi, se la cavano sempre con insignificanti provvedimenti disciplinari. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Ruslan Zhadaev* da PeaceReporter
Il 15 febbraio, alla periferia, di Grozny un blindato russo Btr si è scontrato con la Lada 'Zhiguli' del dottor Salavdi Murtazaev, responsabile del Centro Cardilogico dell'ospedale municipale numero 3 di Grozny: lui è morto sul colpo e Ali Zaipulaev, che era alla guida, è rimasto gravemente ferito. I testimoni sostengono che il veicolo corazzato, che viaggiava in convoglio, sia inaspettatamente uscito dalla fila per scontrarsi con l'auto che era parcheggiata sul lato della strada. I soldati hanno cercato di fuggire dalla scena dell'incidente ma sono stati bloccati sul posto dai presenti per consegnarli alla polizia. Ma, come sempre accade in questi casi, altri militari russi sono prontamente arrivati in difesa dei colleghi. Presso l'ufficio del procuratore militare i soldati hanno dichiarato che l'incidente è stato causato dal conducente della 'Zhiguli' che avrebbe invaso la corsia su cui viaggiava il convoglio. L'opinione dei testimoni e dei membri delle forze di polizia regionali che sono arrivati per primi sul luogo dell'incidente non è ovviamente di alcun interesse per le forze militari. La polizia sostiene che il conducente del Btr era ubriaco. "Le bravate e bevute dei militari ci costano care", ci è stato detto nella sede regionale della polizia. "E' del tutto ovvio che i militari neghino l'accaduto e facciano il possibile per proteggere altri soldati decorati con gradi militari, colpevoli dell'uccisione di qualcuno".
"L'aspetto più offensivo del caso del dottor Murtazaevyi è che a causa delle azioni sconsiderate di soldati stolti e ubriachi, un uomo istruito e intelligente è morto", dice Usman Baisaev del Centro dei Diritti dell'Uomo di Grozny. "Un uomo che era stimato da tutti perché era impegnato per salvare le vite di altri uomini. E il buono a nulla colpevole della sua morte ne riderà in futuro e si vanterà di averne 'centrato uno'. E' possibile persino prevedere il tipo di 'punizione' che questo ennesimo assassino in uniforme militare otterrà. Prenderà al massimo un anno di sospensione senza diritto di occupare posizioni di comando".
Lo scorso ottobre nel centro di Grozny un altro blindato Btr russo ha travolto e ucciso la 24enne Eliza Ismailova. Ironia della sorte, anche Eliza era dottoressa. Il corazzato, che procedeva ad alta velocità sostenuta per via Mayakovskii nel quartiere Leninskii, ha urtato un semaforo finendo fuori strada e investendo Eliza, che si trovava a una fermata dell'autobus. I militari russi del mezzo militare, ubriachi fradici, sono stati trattenuti dai poliziotti ceceni arrivati sul posto ma anche questa volta i soldati hanno dichiarato che l'autista del blindato era sobrio e che aveva perso il controllo del mezzo nel tentativo di evitare un minibus. Così alla fine Dmitry Vasilev, l'autista ubriaco, è stato condannato solo a un anno di servizio in un battaglione disciplinare.
Pochi giorni dopo la morte della dottoressa Ismailova, in un quartiere di Grozny chiamata Oktyabriskii un altro Btr russo si è scontrato con due vetture, una Volga e una Lada, che stavano procedendo nella direzione opposta. Fortunatamente, non ci sono state vittime, nonostante il conducente della Volga sia rimasto seriamente ferito. Il tecnico che si occupa di pilotare il veicolo corazzato era ancora una volta ubriaco fradicio.
Nel maggio del 2005, vicino al villaggio di Starye Atagi, un veicolo cingolato Bmp che trasportava soldati di fanteria ha investito una Volga uccidendo una ragazzina di 14 anni è ferendo gravemente sua madre, il fratellino e la persona che era alla guida. "Ciò che sta succedendo nel nostro paese, incluso ciò che accade sulle strade, rapimenti e assassinii esclusi, dimostra chiaramente che le truppe russe si stanno comportando in modo spietato, considerando la popolazione cecena come nemici, persone da poter soggiogare e colpire senza timore alcuno di subirne le conseguenze", dice Usman Baisaev.
Nel 2000, nei pressi di Urus-Martan, un camion militare russo 'Ural' si è lanciato dalla parte opposta della carreggiata scontrandosi con una Lada 'Zhiguli' guidata da Agabiev, un civile del luogo. Oltre al conducente, nell'auto c'erano tre donne, un bimbo e un uomo. Sono rimasti tutti gravemente feriti e sono stati ricoverati all'ospedale. I membri della polizia cecena hanno trattenuto i soldati che tentavano di fuggire dal luogo dell'incidente. Ma l'indagine è stata recentemente archiviata per scadenza dei termini.
In quello stesso anno, nel distretto di Shali, un ufficiale russo ubriaco alla guida di un cingolato da trasporto truppe Bmp ha travolto due donne del luogo: una è morta in conseguenza delle ferite riportate. La corte militare ha dichiarato il soldato colpevole del delitto condannandolo solo a tre anni di sospensione e a un anno di divieto di guida.
Sempre nel 2000, nel villaggio di Khankala, un soldato russo alla guida di un carro si è scontrato con un'auto uccidendo due donne. La corte militare ha condannato il soldato a cinque anni di reclusione applicando però un rinvio di esecuzione della sentenza di quattro anni finendo così per sospendere la condanna.
"La procura militare può usufruire di diversi sistemi per evitare che siano inflitte punizioni ai soldati, trascinando apposta le inchieste affinché il colpevole venga prosciolto dalle accuse per scadenza dei termini", sostiene Baisev. "Tuttavia, il metodo più diffuso per preservare i soldati da punizioni è quello di infliggere condanne 'premiali' che sfruttano la procedura del rinvio di esecuzione (condanna sospesa, divieto di assumere ruoli di comando o servizio da rendere presso un battaglione disciplinare).
Rimane da chiarire come mai gli ufficiali di comando delle milizie russe non prestino attenzione alcuna all'arbitrarietà di comportamento sulle strade delle truppe che rispondono al loro comando. Dopo tutto, ogni soldato risponde a un discreto numero di comandanti e diretti superiori: il comandante del plotone, della compagnia, del battaglione, dell'unità, della brigata, della divisione, dell'armata e della regione. Possibile che nessuno di loro si assuma la responsabilità delle azioni criminali dei sottoposti? Così facendo, si comportano anch'essi da criminali e il loro posto è dunque in prigione insieme ai soldati che stanno in Cecenia a scolarsi fiumi di alcol per poi andare in giro a uccidere la gente.
* giornalista del quotidiano Chechen Society
Traduzione di Sonia Caffi per Peacereporter
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