Si apre domani la 60ma edizione del Festival di Cannes. In concorso il ritorno di Emir Kusturica, la presenza del regista russo Alexander Sokurov con un film sulla Cecenia e il rumeno Cristian Mungiu, tra gli esponenti emergenti di una delle cinematografie più vivaci nel continente europeo
Balcani, Caucaso e Turchia al centro dell'attenzione al Festival di Cannes, 60° edizione, che prende il via mercoledì con "My Blueberry Nights" di Wong Kar-Wai e senza italiani in gara.
Nella giuria principale, che conta nomi come i registi Stephen Frears (presidente) e Marco Bellocchio, c'è lo scrittore turco Orhan Pamuk premio Nobel 2006.
L'autore di "Neve" si trova a rappresentare all'estero il suo Paese proprio nel momento dello scontro istituzionale tra laici e religiosi sulla presidenza della Repubblica.
Nella giuria della sezione Un certain regard, che negli ultimi anni ha acquistato sempre maggior peso, c'è il regista rumeno Cristi Puiu che due anni fa vinse con il bellissimo "La morte del signor Lazarescu", purtroppo mai distribuito in Italia.
Il concorso conta su due grandi nomi dell'area e un emergente. Il serbo bosniaco Emir Kusturica torna con "Promise Me This". Un film di finzione girato quasi in silenzio in Serbia, in parallelo con il documentario su Diego Armando Maradona a cui il regista di "Underground" sta lavorando. Kusturica ritrova qui gli attori Miki Manojlovic e Ljiljana Blagojevic (l'indimenticata "Dolly Bell" del suo film d'esordio).
Alexander Sokurov, russo che ama ricostruire periodi storici abbastanza lontani nel tempo ha girato in Cecenia "Alexandra" con l'anziana Galina Vishnevskaya, moglie del musicista Mstislav Rostropovic. Una nonna va alla ricerca del nipote soldato di leva nel Causaso insanguinato e in guerra. Si troverà in situazioni paradossali e a superare i pregiudizi. Per la seconda volta, dopo "La casa dei pazzi" di Andrei Konchalovskij, un cineasta russo di primo piano prova ad affrontare il nodo ceceno.
Verrà poi proiettata l'opera seconda "4 mesi, 3 settimane e 2 giorni" di Cristian Mungiu, tra gli esponenti emergenti di una delle cinematografie oggi più vivaci nel continente europeo.
In lizza in Un certain regard c'è invece un esordio postumo. Il ventiseienne rumeno Cristian Nemescu, che si era già segnalato con una serie di ottimi corti, è morto in un incidente stradale nell'agosto 2006 appena completate le riprese di "California Dreamin' (Nesfarsit)".
Per celebrare il suo sessantesimo, il Festival ha invece commissionato a trenta fra i più grandi registi di oggi altrettanti corti di 3 minuti sotto il titolo generale "Chacun son cinéma": fra loro c'è il greco Theo Angelopoulos, oltre a Nanni Moretti per l'Italia.
L'evento "Cinema del mondo" prevede quest'anno una giornata dedicata alla Slovenia, il 25 maggio. Un omaggio con quattro lunghi e un programma di cortometraggi degli ultimi anni: "Predmestje" di Vinko Moderrdorfer, "Pod njenim oknom" di Metod Pevec, "Odgrobadogroba" di Jan Cvitkovic e "Slepa pega" di Hanna Slak.
Completano il panorama il giovanissimo serbo Pavle Vuckovic selezionato con un cortometraggio nella Cinefondation e i nuovi progetti del rumeno Catalin Mitulescu e del turco Semih Kaplanoglu che saranno presentati nel nuovo "Atelier", una sorta di anteprima sui film in lavorazione.
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