Il prossimo 14 maggio i cittadini albanesi sono chiamati alle urne per le elezioni amministrative. E - più che in passato - devono preoccuparsi dell’uso da parte dei partiti politici dei propri dati personali
(Pubblicato originariamente da Balkan Insight il 2 marzo 2023)
Con l’avvicinarsi delle elezioni locali in Albania, il dibattito sull’uso di mezzi informatici da parte dei partiti politici per raccogliere e utilizzare i dati dei cittadini si sta intensificando.
Il Partito Socialista al governo sta utilizzando sempre più di frequente i mezzi informatici per produrre e utilizzare i dati dei cittadini a proprio beneficio - tra questi anche dati che sembra vengano acquisiti da agenzie governative - e per garantirsi dei vantaggi politici durante le campagne elettorali.
Una strategia che si è scontrata con la forte opposizione da parte della società civile, dell’opposizione parlamentare e di altri attori. L’uso di dati sensibili da parte di partiti politici o altri enti rimane inadeguatamente regolamentata in Albania e la consapevolezza sulla questione è molto bassa.
Il partito al governo è stato accusato di essersi spinto oltre i confini della legalità in almeno due casi: con lo strumento elettorale “Patronazhist”, strutturato attorno ai dati dei cittadini, e con il modulo Activist, un altro strumento con avanzate capacità di processare i dati degli elettori per usarli durante le campagne elettorali.
L’uso di questi strumenti nelle elezioni in Albania è un fenomeno nuovo con implicazioni sconosciute. I partiti politici rimangono inconsapevoli delle implicazioni che l’uso di dati sensibili dei cittadini nelle campagne elettorali comporta e del suo potenziale utilizzo come strumento di ricatto ai danni dei cittadini. La consapevolezza che hanno i cittadini dei nuovi strumenti tecnologici e del mondo dell’informatica, intanto, rimane bassa, limitando il loro coinvolgimento nei dibattiti su cybersicurezza e protezione dei dati sensibili.
Sfortunatamente, l’Albania sta sperimentando il potenziale distruttivo degli strumenti tecnologici, dal momento che sta diventando sempre di più un bersaglio di cyber attacchi.
Nel 2022, dei cyber terroristi legati all’Iran hanno interrotto i servizi informatici governativi e numerose imprese sono state vittime di pirateria informatica. Ciò ha portato ad una interruzione delle relazioni diplomatiche tra Albania e Iran.
Per contro vi sono anche numerose frodi informatiche che partono dalla stessa Albania. Anche la portata di questo fenomeno rimane sconosciuta, eccezion fatta per alcune indagini a seguito di cause penali. Di recente, anche questo aspetto è diventato oggetto di dibattito politico tra i partiti di maggioranza e quelli di opposizione.
Nell’ultimo decennio l’Albania ha adottato gli strumenti giuridici necessari per affrontare le sfide della cybersicurezza. Sono stati approvati la legge sulla cybersicurezza, la Strategia Nazionale per la cybersicurezza e il Piano Nazionale d’azione ed è stata istituita l’Autorità Nazionale per la cybersicurezza. Negli ultimi dieci anni sono stati spesi dal governo quasi 200 milioni di dollari sulla cybersicurezza.
Nonostante ciò, comunque, la preparazione albanese per la sfida del secolo rimane al di sotto del livello richiesto, come dimostrato dalla sua mancanza di organizzazione di fronte agli attacchi dell’estate del 2022.
Gli Stati Uniti e gli altri partner dell’Albania hanno promesso di aiutarla ad aumentare le capacità umane e tecniche per affrontare meglio le sfide future della cybersicurezza. Ma rimane da fare molto lavoro.
È essenziale che avvenga un cambiamento paradigmatico nel modo in cui si percepiscono le implicazioni delle tecnologie sulle vite delle persone e ci si occupa delle questioni di cybersicurezza.
La cybersicurezza deve essere vista essenzialmente come interdisciplinare, poiché necessita input e competenze provenienti da individui provenienti da diversi contesti.
Per affrontare in modo efficace la sfida della cybersicurezza è necessario un nuovo approccio che combini scienza, politica, industria e società.
Ciò può essere raggiunto attraverso un modello che coinvolge la collaborazione tra diverse istituzioni governative, università, aziende private e società civile. Lavorando insieme, queste entità possono unire le proprie competenze e risorse per creare un approccio completo e interdisciplinare alla cybersicurezza che prende in considerazione ogni necessità dei portatori di interesse.
Al di là della necessità di soddisfare gli obiettivi delineati nei documenti nazionali, l’Albania dovrebbe stabilire un Programma Nazionale di Formazione che si concentri sui problemi legati alla cybersicurezza. Il programma dovrebbe dare priorità all’educazione dei cittadini, specialmente gli studenti e l’opinione pubblica, sul significato delle regole per navigare in sicurezza su internet e sui potenziali vantaggi e le minacce associate con l’attività online.
L’Albania deve anche dare priorità alla ricerca e allo sviluppo nel settore della cybersicurezza per salvaguardare efficacemente i propri cittadini contro minacce informatiche in costante evoluzione. Anche se le misure più tradizionali di cybersicurezza come i firewall, i sistemi anti-intrusione e i software antivirus rimangono comunque importanti, non sono più sufficienti. Promuovendo l’innovazione e la collaborazione tra il mondo accademico, le istituzioni governative e il settore privato, l’Albania può sviluppare tecnologie e strategie innovative di cybersicurezza. Investire nella ricerca e nello sviluppo può aiutare a creare misure efficaci per attenuare l’impatto di minacce informatiche sofisticate.
Il governo dovrebbe dare la precedenza allo sviluppo di talenti in materia di cybersicurezza attraverso programmi e iniziative formative. Incoraggiare e supportare i propri talenti può aumentare la capacità di affrontare le minacce informatiche con efficacia. In aggiunta agli investimenti in ricerca e sviluppo, l’Albania deve dare priorità alle partnership internazionali e alla cooperazione per migliorare la sua cybersicurezza.
Gli Stati Uniti e gli altri partner hanno promesso di fornire assistenza finanziaria e tecnica per incrementare le capacità umane e tecniche in modo da affrontare meglio le sfide sulla cybersicurezza nel paese. Il governo dovrebbe trarre vantaggio da queste partnership e dare priorità alla cooperazione con altre nazioni per condividere le migliori pratiche, informazioni e competenze.
Dovrebbe infine adottare un approccio proattivo per regolare l’uso dei dati dei cittadini da parte dei partiti politici e altri enti. Sono necessarie leggi più severe e regolamentazione per prevenire l’abuso di dati sensibili durante le campagne elettorali. I partiti politici dovrebbero richiedere un consenso esplicito da parte dei cittadini prima di raccogliere e usare i loro dati, e dovrebbero essere ritenuti responsabili in caso di uso improprio di dati sensibili.
* Mentor Beqa è senior lecturer in International Relations and Security Policy all’Università Aleksander Moisiu presso Durazzo, in Albania. È direttore esecutivo del Sami Frasheri Institute, un think thank specializzato nella partecipazione democratica.
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