Settimane di tensioni, dopo l'introduzione da parte di Skopje di una politica di visti restrittiva nei confronti dei cittadini albanesi. Ma un incontro tra il premier albanese Berisha e il suo omologo macedone Gruevski ha risolto finalmente la situazione
E' stata definitivamente risolta la crisi diplomatica tra Macedonia e Albania che ha coinvolto i due vicini balcanici dopo l'entrata in vigore, il primo gennaio 2008, di una legge che obbligava l'ingresso dei cittadini albanesi nel territorio macedone solo con un visto d'ingresso rilasciato al consolato di Tirana.
La vicenda ha scaturito enorme rancore sui media albanesi, che hanno preso di mira la vicina repubblica per ben due mesi, con editoriali e commenti indignati, in cui si sono pronunciati dagli analisti più lucidi fino agli showmen poco abituati ad occuparsi di politica. Qualcuno ha persino iniziato a chiamare il loro vicino orientale "Fyrom", denominazione che in Albania non era mai stata menzionata, e mai usata in alternativa a Macedonia.
Dopo la formazione di una commissione mista tra i due paesi, volta a risolvere la crisi, il primo ministro albanese Salì Berisha aveva invitato il suo omologo macedone Nikola Gruevski a recarsi a Tirana per un incontro che avrebbe risolto definitivamente la questione. Sulla visita di Gruevski nella stampa albanese si è speculato enormemente per settimane, annunciandola e smentendola e commentando di seguito il comportamento esitante del premier macedone. Ma la visita come si era preannunciato già in gennaio c'è stata.
Il 19 febbraio i due premier si sono incontrati a Tirana, con un'agenda che aveva in primo piano la risoluzione della crisi diplomatica tra i due paesi ma anche una serie di questioni di comune interesse.
"Nel marzo 2006, il governo precedente - ha commentato Gruevski - ha approvato la legge sugli stranieri che è entrata in vigore il 1° gennaio 2008. Tale legge, prevedeva l'obbligo di munirsi di visto solo presso i consolati macedoni. Per questo motivo siamo giunti a questa situazione che oggi provvederemo a risolvere".
Mentre il suo omologo albanese ha sminuito la gravità della situazione assicurando il suo ospite degli ottimi rapporti tra i due stati, dando la colpa del troppo fumo gettato sulla questione, ai media albanesi "le cui pagine - ha commentando Berisha - sono l'ultimo bastione delle bandiere striminzite dei vecchi nazionalismi. Ma noi li lasceremo al loro brusio nazionalistico e firmeremo oggi il nostro accordo".
L'accordo firmato dai ministri degli Esteri dei due paesi, l'albanese Lulzim Basha e il macedone Antonio Milososki, ha infatti risolto la crisi diplomatica e segnato anche passi in avanti nei rapporti tra i due stati.
Oltre a revocare la legge entrata in vigore il 1° gennaio, si è del tutto abolita la necessità per i cittadini albanesi di munirsi di visto macedone, come volevano gli accordi precedenti. Di conseguenza in base al più recente accordo i cittadini albanesi non necessiteranno più di alcun visto per recarsi nel territorio macedone, e non servirà neanche versare alcun tipo di tassa, ma presentare solo il passaporto.
Reciprocamente i cittadini albanesi e quelli macedoni godranno del diritto di soggiornare liberamente per 90 giorni entro un intervallo di 6 mesi. Inoltre sono state introdotte agevolazioni particolari per i residenti nelle zone comprese nel raggio dei 20 km dalla linea di confine, i cui abitanti hanno forti legami tra di loro. Questi ultimi potranno recarsi nello stato vicino con la carta d'identità, e se necessario potranno anche varcare il confine liberamente anche in luoghi diversi dai punti di frontiera.
I due premier si sono accordati anche sulla necessità di aprire un altro punto di frontiera tra i due stati, Xhepisht - Trebishte, che aiuterebbe a intensificare e facilitare i movimenti di merci e persone. In questo modo il turismo e i rapporti economici tra i due stati non subiranno i paventati danni di cui si è largamente parlato in entrambi i paesi, ma potrebbero migliorare. C'è da aspettare solo la ratifica dell'accordo dai rispettivi parlamenti che avverrà nelle prossime settimane. "Così potremo ancora andare per un pranzo o un caffè sull'altra sponda del lago di Ohrid senza farci troppi problemi", si è commentato, senza molta enfasi, sulla stampa albanese.
La visita di Gruevski a Tirana non mirava solo a risolvere la crisi diplomatica tra i due paesi ma anche a migliorare ulteriormente la collaborazione in più ambiti. "I nostri due paesi - ha ribadito Gruevski - hanno una moltitudine di interessi in comune su cui bisogna lavorare insieme". Si è parlato parecchio, anche se non in termini concreti, del molto discusso Corridoio 8 che passerebbe attraverso i due paesi.
Berisha e Gruevski si sono vagamente impegnati affinché ognuno faccia al meglio la propria parte. Negli stessi termini si è considerata anche la necessità di attirare investimenti per costruire il gasdotto Transadriatico e l'oleodotto AMBO che egualmente interesserebbe entrambi i vicini balcanici. Ma sono state proposte anche nuove collaborazioni come la costruzione di una rete di energia elettrica tra Tirana e Skopje, e il miglioramento dell'infrastruttura tra i due paesi. Per la prima volta infatti Berisha si è sentito menzionare la necessità di costruire una comunicazione ferroviaria tra Tirana e Skopje. Nell'agenda, infine, non è mancato l'aspetto culturale, cruciale nei rapporti tra vicini, ma sempre trascurato nella storia dei due paesi. Berisha ha promesso a Gruevski l'apertura della cattedra di lingua macedone presso l'università statale di Tirana che in particolare modo negli ultimi anni ha scarsissime capacità didattiche di balcanistica e slavistica.
I due premier nella loro conferenza stampa hanno menzionato tra gli interessi comuni le aspirazioni euro-atlantiche di entrambi. "Speriamo di festeggiare insieme in aprile" ha augurato Gruevski parlando del summit di Bucarest che sarà cruciale per l'adesione dei due paesi alla NATO. Berisha ha riaffermato la politica di sostegno da parte dell'Albania del progresso macedone e soprattutto del suo riconoscimento con la denominazione Macedonia mentre Gruevski esprimeva il suo timore verso un possibile veto da parte della Grecia che sarebbe disastroso non solo per la Macedonia ma per tutti i Balcani.
Sul Kosovo invece il premier macedone ha affermato che agirà in concomitanza con gli amici dell'UE e della NATO poiché è quello il percorso che il paese intende intraprendere. Considerando l'accordo e i progetti comuni espressi da Berisha e Gruevski, la visita a del premier macedone a Tirana, dopo la breve crisi degli ultimi mesi, promette un notevole miglioramento dei rapporti tra i due paesi.
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