Dopo che è saltato l'incontro tra i due leader caucasici al vertice di Granada lo scorso 5 ottobre, non c'è stato alcun altro incontro mediato dall'UE. Con sorpresa di molti sono stati però avviati colloqui regionali in Georgia e in Iran. Bruxelles non demorde e spinge per un incontro tra Aliyev, Pashinyan e Michel
Dopo la cancellazione dell’incontro tra i leader armeno e azerbaijano a margine del vertice della Comunità politica europea (CPE) tenutosi a Granada il 5 ottobre, non si è concretizzato nessun altro incontro facilitato dall’Unione europea. Un incontro trilaterale, che avrebbe coinvolto il primo ministro Nikol Pashinyan, il presidente Ilham Aliyev e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, era stato annunciato al CPE e avrebbe dovuto svolgersi entro la fine del mese.
Sin dall’inizio, tuttavia, la sorte dell'incontro era incerta, date le preoccupazioni di Baku riguardo ad una dichiarazione firmata a Granada da Pashinyan, Michel, dal presidente francese Emmanuel Macron e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Notizie su Bruxelles sono emerse il 26 ottobre, quando il rappresentante speciale dell'UE per il Caucaso meridionale Toivo Klaar ha partecipato a distanza ad una conferenza tenutasi a Yerevan. L'incontro trilaterale non avrà luogo a causa di “limiti di tempo”, ha detto. Commentando questa notizia in una conferenza stampa con la sua controparte canadese, Mélanie Joly, il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan ha detto che è stato ancora una volta Aliyev a non poter partecipare.
"Spero che il problema siano davvero le date e che nel prossimo futuro sia possibile concordarne di nuove", ha detto Mirzoyan, mentre più tardi il giorno stesso Pashinyan ha annunciato che avrebbe chiesto chiarimenti all'Unione europea, a quanto pare colta altrettanto alla sprovvista.
In un’intervista al Servizio Azerbaijan della BBC, Farhad Mammadov, direttore del Centro di ricerca sul Caucaso meridionale con sede a Baku, ha affermato che la dichiarazione firmata in Spagna potrebbe essere la ragione della cancellazione. "Il documento accettato a Granada è unilaterale", ha affermato. “Se l’Unione europea agirà nel quadro del documento di Granada, non penso che l’Azerbaijan andrà a […] Bruxelles […] in futuro”.
Infatti, nei giorni successivi al vertice della CPE, la retorica di Baku è diventata sempre più critica nei confronti dell’incontro di Granada. "Baku non vede la necessità di discutere i problemi della regione con paesi lontani dalla regione", aveva dichiarato una fonte ufficiale ai media azerbaijani. “Baku ritiene che questi problemi possano essere discussi e risolti in un quadro regionale”.
L'8 ottobre Aliyev ha fatto una visita inaspettata al primo ministro georgiano Irakli Garibashvili a Tbilisi. Durante una conferenza stampa congiunta, entrambi hanno osservato che la Georgia potrebbe ospitare incontri bilaterali e trilaterali in quello che alcuni sostengono fosse un tentativo di spostare i colloqui su una piattaforma diversa da Bruxelles. "La scelta più corretta, tenendo conto sia delle relazioni storiche che del fattore geografico, potrebbe sicuramente essere la Georgia", ha detto Aliyev.
Due giorni dopo, durante un’intervista televisiva, Pashinyan ha risposto all’offerta di Aliyev di incontrarsi a Tbilisi. "Se l'Azerbaijan offre ora un'altra piattaforma, dobbiamo capire che non siamo contrari ad altri dialoghi, ma siamo contro il revisionismo dei principi già adottati in altri incontri", ha detto il primo ministro armeno.
Ciononostante, Pashinyan ha anche affermato che un secondo incontro della piattaforma 3+3 avrebbe avuto luogo in Iran, con la sorpresa di molti dato che il primo si era tenuto a Mosca nel dicembre 2021 e che in precedenza erano stati fatti frequenti annunci su Teheran. Inoltre, Tbilisi continua a rifiutarsi di partecipare ad una piattaforma che dovrebbe includere Armenia, Azerbaijan, Georgia, Iran, Russia e Turchia a causa della presenza di Mosca.
L’incontro 3+3 ha avuto luogo il 23 ottobre a Teheran e a livello dei ministri degli Esteri e non dei loro vice, come era stato quello di Mosca. Anche i ministri degli Esteri armeno e azerbaijano si sono incontrati a margine per colloqui di “natura informale”. In una frecciata probabilmente rivolta all’UE e agli Stati Uniti, l’Iran ha annunciato che l’incontro avrebbe dovuto discutere di “pace, sicurezza e stabilità” nella regione “senza interferenze straniere”.
Nel frattempo, lo stesso giorno è stato annunciato che Pashinyan avrebbe parlato al Forum della Via della Seta di Tbilisi il 26 ottobre insieme non solo a Garibashvili, ma anche al primo ministro azerbaijano Ali Asadov. "Tbilisi è una piattaforma neutrale e imparziale, un luogo dove i paesi possono incontrarsi e parlare di pace, cooperazione e sviluppo", ha osservato il ministro dell'Economia georgiano Levan Davitashvili riguardo alla presenza di Asadov e Pashinyan.
Garibashvili ha utilizzato l’evento anche per sottolineare il suggerimento del suo governo di istituire un’iniziativa pacifica di vicinato. "Siamo pronti a cooperare con […] l'Azerbaijan e l'Armenia [...] per stabilire una pace stabile nel Caucaso meridionale", ha detto ai partecipanti. Per ora, tuttavia, Yerevan sembra riluttante a rischiare eventuali progressi compiuti attraverso il processo dell’UE, ma adesso che Bruxelles appare sempre più incerta altri credono che tale sviluppo potrebbe almeno essere complementare .
Nel frattempo, Klaar ha ribadito che le consultazioni per organizzare un incontro tra Aliyev, Pashinyan e Michel a Bruxelles continuano, anche se non è stata annunciata né la data né il periodo. "La nostra aspettativa è che i leader si incontreranno a Bruxelles, come concordato, il prima possibile”, ha semplicemente comunicato il suo ufficio.
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