L’ultimo viaggio del ragazzo del ghetto

15 marzo 2019

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“Klinac iz geta”, il ragazzo del ghetto, è il titolo della canzone scritta da David Dragičević e che ha accompagnato tutte le manifestazioni di protesta di chi chiedeva giustizia per la sua uccisione. La famiglia ha deciso di riesumarne il corpo e di portarlo via dalla Bosnia Erzegovina per seppellirlo in Austria.

David Dragičević, foto di Marco Abram

David Dragičević, ragazzo 21enne di Banja Luka, è scomparso nella notte tra il 17 e il 18 marzo dell’anno scorso. Il suo corpo è stato trovato il 24 marzo alla confluenza tra il torrente Crkvena e il fiume Vrbas, non lontano dalla fortezza che domina la cittadina. Due giorni dopo, in conferenza stampa, la polizia ha liquidato la sua morte come accidentale, per annegamento – sebbene dove era stato ritrovato l’acqua arrivasse al ginocchio – e ha rifiutato di procedere con le indagini. 

Da qui è partita l’ondata di proteste, inizialmente organizzata dai genitori, familiari e amici di David, ma che poi ha visto coinvolti centinaia di cittadini di Banja Luka e non solo. “Tutto è iniziato da quel giorno, perché la famiglia e gli amici non hanno creduto a quella versione” ha spiegato un partecipante alle manifestazioni di “Pravda za Davida” (Verità per David) nell’articolo di Alfredo Sasso del 18 maggio 2018.

Il padre di David, Davor Dragičević, che ha lasciato la Bosnia Erzegovina dopo la protesta del 30 dicembre scorso, aveva dichiarato tempo fa che non avrebbe mai lasciato il corpo di suo figlio in uno stato criminale.

E così oggi il corpo di David, riesumato il 12 marzo scorso dal cimitero di Banja Luka, verrà sepolto nel cimitero “Friedhof der Stadt” della cittadina austriaca Wiener Neustadt vicino a Vienna, dove vive la madre di David Suzana Radanović. Suzana aveva dichiarato, nel giorno della riesumazione avvenuta al canto degli amici della sua canzone , che questo non significa che la lotta per la verità si fermerà e che proseguirà presso le istituzioni europee. Rispetto alle manifestazioni a Banja Luka, aveva aggiunto: “Io non vivo più lì e non posso dire alla gente di scendere in piazza se non ci sono anch’io. Non posso starmene altrove al sicuro e spingere altri a sfidare la polizia. Abbiamo fondato un’associazione e attraverso di essa cercheremo di proseguire nella lotta. Tra poco sarà possibile per le persone iscriversi all’associazione”.

Il caporedattore del portale Buka, Aleksandar Trifunović, in un suo editoriale di ieri , si chiede: "Esiste per dei genitori una tragedia più grande del dover seppellire un figlio?". Esiste, aggiunge: “Il doverlo seppellire due volte. E due volte calarlo nella terra. 21 anni. Come può il cuore di due genitori reggere tutto questo. Guardi come tuo figlio cresce. Come costruisce la sua vita. Poi te lo portano via. Lo uccidono. Ringhiano e abbaiano. Minacciano di spazzarti via solo perché cerchi la verità su chi l’ha ucciso.”

Trifunović chiude però con un urlo di trionfo, nonostante tutto: “Mentre le persone disumane tacevano, molti altri li hanno sostenuti, per giorni, a decine, centinaia, migliaia, decine di migliaia di persone hanno alzato la canzone verso il cielo, per ottenere verità. Un anno di lotta per David ha raddrizzato la schiena di questa città da lungo tempo piegata su se stessa. La battagliera Banja Luka ha alzato lontano la luce, tutto il mondo ha conosciuto una città dove da un giorno all’altro le persone hanno cominciato a camminare per strada, dritti e solidali. Ne sono orgoglioso e continuerò ad esserlo… David ha risvegliato in noi quel poco di umanità che ancora non hanno ucciso”.