Migranti in Bosnia: la risposta della Commissione europea
9 gennaio 2019
Lo scorso 6 settembre 22 europarlamentari avevano presentato un'interrogazione rivolta alla Commissione europea sulla drammatica situazione dei migranti presenti sul territorio bosniaco e sulle violenze perpetrate dalla polizia croata. La risposta è arrivata due giorni fa.
Dopo che per diversi mesi Ong e associazioni di volontari che operano in Bosnia, nei territori tra Bihać e Velika Kladuša, avevano denunciato le difficili condizioni di vita dei migranti nel paese e le violenze perpetrate da parte della polizia croata, lo scorso 6 settembre Elly Schlein - assieme ad altri 21 europarlamentari - aveva presentato un'interrogazione alla Commissione Europea .
Si chiedeva quali iniziative si intendevano avviare per rispondere alle drammatiche condizioni dei migranti che entrano in Bosnia Erzegovina, un paese che secondo i dati pubblicati il 9 novembre scorso dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) ha visto nel 2018 un flusso di 21.584 persone, di cui centinaia concentrate nell'area prospicente il confine con la Croazia. Nello specifico, si chiede
va se fossero in corso "attività di monitoraggio dell'uso dei fondi europei concessi alla Bosnia Erzegovina per l'assistenza ai migranti e la garanzia di adeguate strutture di accoglienza, inclusi gli 1,5 milioni e i 6 milioni di euro stanziati rispettivamente a giugno e ad agosto".
Rispetto alle violenze perpetrate dalla polizia croata sui migranti che attraversano il confine, più volte anche riprese dai media internazionali - non ultimo i video pubblicati il 17 dicembre 2018 dalla testata inglese The Guardian - veniva chiesto nello specifico: quali misure si intendesse adottare per verificare i presunti abusi e garantire il rispetto dei diritti fondamentali, compreso il diritto di chiedere asilo all'interno dell'UE e se la guardia di frontiera e costiera europea fosse presente al confine tra la Croazia e la Bosnia Erzegovina e - in caso affermativo - quante unità fossero coinvolte.
La risposta è arrivata lunedì 7 gennaio a firma di Dimitris Avramopoulos a nome della Commissione. Di seguito la versione integrale:
"L'UE ha prontamente risposto alla richiesta di sostegno delle autorità della Bosnia Erzegovina per affrontare gli attuali sviluppi della situazione migratoria. Da giugno 2018, la Commissione ha fornito 2 milioni di euro di aiuti umanitari per affrontare le necessità immediate di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, riguardanti alloggi di emergenza, acqua e servizi igienico-sanitari, generi alimentari e non alimentari, assistenza sanitaria e protezione.
In agosto 2018 la Commissione ha stanziato 7,2 milioni di euro per aumentare le capacità di identificazione, registrazione e protezione di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, per fornire alloggi adeguati e servizi di base per il periodo invernale, e per sostenere la polizia di frontiera della Bosnia Erzegovina. L'attuazione è cominciata nell'ottobre 2018.
Le autorità della Bosnia Erzegovina sono state invitate a individuare urgentemente e a concordare luoghi con alloggi adeguati nel Cantone Una-Sana. Tali luoghi devono garantire condizioni appropriate. Dalla fine di luglio 2018, con gli aiuti dell'UE, famiglie e minori non accompagnati sono alloggiati all'ex hotel Sedra a Cazin. Sono in esame altri luoghi da poter adibire ad alloggi.
La delegazione dell'UE e i servizi competenti della Commissione monitorano da vicino l'attuazione dell'assistenza dell'UE e la situazione di rifugiati, richiedenti asilo e migranti in Bosnia Erzegovina.
La Commissione è in contatto con la Croazia per quanto riguarda l'attuazione del sistema europeo comune di asilo, anche in relazione alle accuse di maltrattamento di cittadini di paesi terzi e la mancanza di possibilità di chiedere asilo.
La Commissione si aspetta che la Croazia dia seguito a tale questione. La Commissione continuerà a monitorare da vicino la situazione, anche mantenendo i contatti con le autorità locali.
I negoziati relativi all'accordo sullo status con la Bosnia Erzegovina per l'invio di squadre dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (ECBGA) nel paese lungo la frontiera croata si sono ora conclusi. Tale accordo sullo status deve ancora essere firmato da entrambe le Parti prima che l'invio di squadre dell'ECBGA alla frontiera con la Croazia possa avere luogo".