Le storie intrecciate di tre abitanti della città di Mostar, un documentario prodotto da ragazzi che si confrontano con lo spazio urbano della propria città e la voglia di rinascita.Il 14 marzo si conclude "Videoracconti da Mostar", un progetto di formazione al videogiornalismo per giovani della città di Mostar

11/03/2011 -  Nadia Vedova

Inventario del quotidiano. I giornali parlano di tutto, tranne che del giornaliero. Quello che succede veramente, quello che viviamo, il resto, tutto il resto, dov’è? Quello che succede ogni giorno e che si ripete ogni giorno, il banale, il quotidiano, l’evidente, il comune, l’ordinario, l’infra-ordinario, il rumore di fondo, l’abituale, in che modo renderne conto, in che modo interrogarlo, in che modo descriverlo? Non più analisi dell’esotico, ma dell’endotico. Descrivete la vostra strada. Descrivetene un’altra. Fate il confronto.

L’infra-ordinario, Georges Perec

Adnan, Antonia, Branislav, Karolina, Kathryn, Marina, Nermina, Stanislava e Željko saranno i protagonisti della giornata del 14 marzo 2011 a Mostar, la loro città. Quel giorno verranno consegnati ai nove giovani i diplomi di partecipazione al corso di videogiornalismo indipendente finanziato all’interno del progetto Mo.START-V (Mostar. Strategie e Attività per la Realizzazione di Training in Videogiornalismo). Alla cerimonia di consegna è prevista la presenza delle autorità locali, dei partner italiani e locali che hanno dato vita al progetto (Provincia di Gorizia - capofila, Kallipolis (associazione non profit per uno sviluppo urbano sostenibile) – project manager, Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin ONLUS, Local Democracy Agency Mostar, LiNK Mostar), delle organizzazioni della società civile e della cittadinanza di Mostar.

Il progetto di cooperazione internazionale Mo.START-V, finanziato dalla Legge Regionale Friuli Venezia Giulia n. 19/2000 e patrocinato dall’Associazione della stampa del Friuli Venezia Giulia, dall’Associazione Fondo per l’Audiovisivo del FVG e dalla Rai Radiotelevisione Italiana con sede a Trieste, si conclude dopo un anno con la presentazione dei risultati raggiunti. In mattinata è indetta una conferenza stampa per trarre un bilancio dei risultati del progetto e si proietterà in anteprima il documentario realizzato dai ragazzi a conclusione del corso di videogiornalismo, nel pomeriggio è invece prevista una proiezione aperta a tutta la cittadinanza presso il centro culturale Abrašević.

Il tema d’indagine sul quale sono stati impegnati in questi mesi i ragazzi selezionati a far parte del percorso formativo in videogiornalismo indipendente sono stati gli spazi pubblici della città di Mostar: la loro città vista attraverso i loro occhi. Mediante l’analisi degli spazi pubblici urbani, degli elementi che li compongono e delle relazioni che con essi instaura il singolo individuo e la collettività si è voluto che narrassero l’identità e l’appartenenza alla propria città. Osservando e raccontando con la telecamera gli spazi collettivi nel loro vivere quotidiano i ragazzi hanno avuto la possibilità di riappropriarsi degli stessi rielaborando ciò che hanno vissuto e provato rispetto ai molti confini mentali che esistono ancora a Mostar.

La città risulta infatti, sempre caratterizzata da una frattura tra i diversi gruppi etnici che la compongono. Questa divisione si è ripercossa anche sulla conformazione della città stessa dopo il conflitto. Il prima e il dopo la guerra sarà il fil rouge del documentario realizzato dai ragazzi, nel quale i racconti di tre abitanti di Mostar si intrecciano per narrare le difficoltà di sviluppo che la città incontra. La comunicazione fatta attraverso il video documentario diventa lo strumento per raccontare in modo attivo quello che si vede e per interpretare i fenomeni che accadono negli spazi in cui viviamo e ci muoviamo.

Attraverso l’indagine sullo spazio costruito e grazie alle tecniche della video-comunicazione apprese durante il corso, il gruppo ha avuto la possibilità di comprendere ed esternare le relazioni sociali e culturali che il tessuto urbano cela. Il lavoro documentaristico - autoriale, strettamente connesso a quello didattico, è stato effettuato mediante la tecnica del learning by doing con il supporto del video maker Gianpaolo Rampini, esperto di documentazione della forma e sviluppo informale della città contemporanea nei paesi in via di sviluppo.

Il progetto Mo.START-V è nato da rapporti pregressi che gli enti e le associazioni promotrici hanno curato con le realtà locali, la cittadinanza e gli amministratori locali. Le testimonianze raccolte hanno evidenziato come siano ancora reali le fratture provocate dalla guerra e le condizioni di disagio e di lacerazione in cui vivono soprattutto i giovani. È proprio questa fascia della popolazione che risente maggiormente della mancanza di partecipazione civile e impegno sociale. Ma i giovani hanno anche fretta di ricominciare, sia per dimenticare gli orrori della guerra, che ha lasciato ferite ancora aperte, sia perché questa generazione si sente investita della responsabilità per la rinascita della città. L’esigenza dei giovani è di trovare giustificazioni e stimoli per rimanere a Mostar e per concorrere alla sua ricostruzione sociale ed economica, rilanciando una nuova immagine della città. Per questo, analizzati i bisogni del territorio in accordo con i partner locali e pensando che il settore della comunicazione fosse il modo più efficace per relazionarsi con il contesto globale, si è deciso di realizzare un corso di formazione professionale in videogiornalismo indipendente. Al suo interno si è offerto ai ragazzi anche un corso di formazione sullo start up di impresa in modo da fornire loro tutti gli strumenti affinché l’iniziativa abbia anche un risvolto economico e di auto sviluppo per l’imprenditoria giovanile.

I cortometraggi realizzati potranno essere utilizzati, per esempio, come strumento per il fund raising per le Ong locali e per la difesa dei diritti umani (video advocacy).

Nel corso del progetto si è svolto anche un workshop di progettazione partecipata (iniziativa che per la prima volta viene realizzata a Mostar, utilizzando le competenze pluriennali dell’associazione Kallipolis), dal titolo “Come vorresti gli spazi pubblici della tua città?”. L’obiettivo è stato quello di coinvolgere la collettività sulle tematiche riguardanti gli spazi che quotidianamente percorrono e utilizzano. Attraverso questa attività si è tentato di stimolare i cittadini a partecipare alla vita pubblica della città in cui vivono, a promuovere il dialogo tra le diverse culture e la condivisione di diversi punti di vista in relazione alle possibili visioni strategiche sullo sviluppo futuro dello spazio urbano. I partecipanti hanno potuto così comprendere, nella propria dimensione quotidiana, il ruolo che i cittadini possono svolgere nella governance locale mediante la partecipazione a processi decisionali inclusivi e la crescita in consapevolezza del loro ruolo attivo nella società civile.

Il workshop si è svolto in due giornate. La prima, intitolata “La passeggiata urbana”, ha permesso di rilevare i problemi del territorio: ad ogni partecipante è stato chiesto di annotare due criticità prioritarie rispetto al tema degli spazi pubblici. Con l’ausilio di facilitatori locali, formati per tale metodologia, sono stati individuati cinque gruppi tematici di criticità, che sono stati il punto di partenza per la discussione del giorno seguente. Sulla base delle riflessioni scritte è stata formulata la seconda giornata intitolata “World caffè”, durante la quale, in un’atmosfera rilassata, sorseggiando tè e caffè, si è potuto discutere in piccoli gruppi sulle criticità emerse il giorno precedente e sulle possibili soluzioni, esponendole e condividendole successivamente con tutti i partecipanti. Il materiale prodotto è stato raccolto in un documento finale che sarà consegnato ufficialmente all’amministrazione pubblica di Mostar durante la giornata del 14 marzo.

All’evento del 14 marzo a Mostar seguiranno altri due momenti pubblici di presentazione del progetto e di proiezione del documentario realizzato dal gruppo di videogiornalisti indipendenti in Friuli Venezia Giulia.

Il 22 marzo a Gorizia, presso l’aula magna del Polo Goriziano dell’Università degli Studi di Trieste in via Alviano, si terrà una Tavola rotonda dal titolo “La comunicazione giovanile nella nuova Europa”. Il giorno seguente il documentario dei ragazzi di Mostar sarà proiettato all’interno di una giornata organizzata dal Forum giovani della provincia di Gorizia.


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