Inadeguatezza dei sistemi educativi e gestionali delle strutture scolastiche, abbandono anticipato, sproporzione tra il numero degli insegnati e quello degli alunni. La società bulgara chiede riforme radicali per il sistema scolastico
Sciopero della fame per un aumento del 15 percento in busta paga. Gli insegnati bulgari del sindacato confederale "Podkrepa" hanno incrociato le braccia dal 26 novembre al 15 dicembre, rivendicando una riforma del sistema scolastico ma soprattutto migliori condizioni salariali. Il 16 dicembre "Dnevnik" ha titolato "Congratulazioni, 7 + 5 leva!", commentando così l'accordo raggiunto tra il governo e il sindacato, che prevede un aumento mensile equivalente a meno di 7 euro, da erogare gradualmente in due rate nel 2006. Il ministro della Pubblica Istruzione intanto dovrà prendere misure impopolari e licenziare migliaia di insegnanti per ottimizzare il sistema scolastico e rendere possibili maggiori livelli di retribuzione.
"Era questo l'obiettivo dello sciopero della fame?" si sono chiesti in molti sulle pagine dei quotidiani. Non c'è da stupirsi se dopo il magro successo ottenuto, parte degli insegnanti si sia voltato contro la dirigenza del sindacato, chiedendone le dimissioni. Gli scioperanti hanno avanzato le loro richieste in ritardo per poi intestardirsi sull'aumento del 15 percento invece di insistere sulla riforma e modernizzazione del sistema e su salari che rispondano a criteri di qualità nell'insegnamento. I leader del sindacato sono rimasti al tempo del socialismo reale, quando un aumento di 12 leva poteva essere sbandierato come un successo. Adesso la sconfitta è lampante e gli insegnanti se ne sono già accorti. Il 20 dicembre "Novinar" e "Standard" hanno duramente criticato Yanka Takeva segretario del sindacato, che spenderà quasi seimila dollari per una vacanza natalizia a Washington. La "donna di ferro" che faceva lo sciopero della fame passerà 28 giorni negli Usa, dove ha intenzione di incontrare i leader dei sindacati americani e quello della missione del FMI in Bulgaria. "Per far questo spenderà le entrate di un anno di una famiglia di insegnanti, ma poi tornerà a combattere per 60 leva (30 euro) di aumento", ha commentato ironicamente "Novinar".
Troppi insegnanti
Ci sono troppi insegnanti in Bulgaria. Dopo il fallimento dello sciopero è soprattutto di questo che si parla. Il quotidiano "Troud" ha riportato le parole di Hans Flickenshield, direttore della missione del Fondo Monetario Internazionale in Bulgaria: "Prima le riforme e poi gli aumenti salariali. In Bulgaria il numero degli studenti è calato drasticamente, ma non quello degli insegnanti. L'educazione in Bulgaria è in crisi e i bulgari rischiano di non essere più competitivi". Nel frattempo Tatiana Kalkanova, vice presidente della commissione "Pubblica Istruzione" del parlamento bulgaro, ha dichiarato che bisogna licenziare 5000 insegnanti.
Al momento il salario medio di un'insegnante in Bulgaria è di 280 leva (144 euro), una vera elemosina. La professione di insegnante è al gradino più basso, l'ultimo stadio prima della disoccupazione in molte aree del paese. Il salario è appena più alto dei contributi di disoccupazione o della pensione minima. I soldi per l'istruzione ci sarebbero, ma devono essere distribuiti tra troppi dipendenti, a cui di fatto lo stato dà questa opportunità soprattutto per ridurre il tasso di disoccupazione.
In Bulgaria ci sono 5415 classi con meno di 10 studenti, soprattutto nei centri minori. Queste classi costano allo stato almeno 10 volte più del normale. In alcuni distretti l'80 percento degli scolari studia nelle cosiddette classi miste, dove sono concentrati alunni di diverse età. Sarebbe molto più conveniente trasportare ogni giorno gli studenti in "limousine" dal loro paese natale alle scuole nei centri più grandi, ma questo equivarrebbe a dire che ci sono 1500 insegnanti di troppo, secondo i calcolo di "24 Chassa".
L'ultimo bastione del socialismo
Sul settimanale "Politika", lo psicologo Ivan Igov ha definito le scuole in Bulgaria "l'ultimo bastione del socialismo". Almeno un terzo delle risorse, infatti, vengono perse a causa della cattiva gestione, secondo quanto denunciato nel 2004 dall'ex ministro delle Finanze, Milen Velchev. I genitori ormai sono disposti a pagare 20 leva per una lezione privata, per preparare i propri figli agli esami di accesso alle migliori scuole superiori o all'università. Di fatto le disposizioni sulle pari opportunità nell'istruzione vengono continuamente disattese. Il 10 percento degli studenti ha accesso alle scuole d'elite, tutti gli altri devono arrangiarsi. Nelle regioni a forte presenza di minoranze etniche molti bambini entrano nel sistema scolastico conoscendo soltanto poche parole di bulgaro, e per molti bambini rom le scuole stesse rappresentano un universo culturale estraneo. Anche per questo nel 2004-2005 ben 19.193 bambini hanno abbandonato la scuola dell'obbligo. Tra un terzo e un quarto degli studenti non terminano le scuole superiori a causa di problemi sociali e familiari, e di un atteggiamento negativo verso la scuola.
Un'altra questione importante riguarda gli esami di ammissione alle scuole secondarie, avversati sia dai genitori che dalle istituzioni universitarie. Molti professori guadagnano somme ingenti dando ripetizioni private agli studenti che intendono sostenere l'esame di ammissione all'università. Se invece gli esami dovessero essere affrontati per entrare nelle superiori, avendo valore vincolante per le università, i docenti universitari vedrebbero scomparire questa ricca fonte di guadagni.
Riforma del sistema scolastico
Il ministero della Pubblica Istruzione ha adottato un programma per lo sviluppo dell'istruzione secondaria, nel periodo 2006 - 2015. Alcune misure sono volte a combattere l'abbandono scolastico, come la merenda gratuita per gli alunni delle elementari e testi gratis dalla prima alla quarta classe. L'educazione secondaria sarà divisa in due livelli: il primo fino alla decima classe (16 anni) e al compimento dell'istruzione obbligatoria, il secondo di ulteriori due anni con il diploma da conseguire dopo l'esame di maturità. La vera novità consiste nell'introduzione di una valutazione alla fine di ogni livello, al quarto, settimo, decimo e dodicesimo anno.
La società bulgara è fortemente convinta che sia tempo di riforme radicali per il sistema scolastico, ora che l'ingresso nell'Ue appare imminente, e che a pagarne il prezzo debba essere l'enorme esercito degli insegnanti, con la chiusura di centinaia di scuole e migliaia di pensionamenti anticipati.
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