A partire dal recente Festival del libro di Pola un’incursione nel mercato editoriale croato. Se i croati comprano poco nelle librerie, affollano invece biblioteche e festival letterari
Un via vai di scrittori, editori e lettori ha invaso Pola a cavallo tra novembre e dicembre. Il tradizionale festival del libro (“Sanjam Knjige”) - che quest’anno si è tenuto dal 29 novembre al 12 dicembre - ha portato nella città istriana decine di migliaia di persone, oltre che degli autori di primo piano. Per la 24a edizione della “Sanjam” (un gioco di parole tra “sajam”, fiera e “sanjati”, sognare), Pola ha ospitato il drammaturgo e scrittore nigeriano Wole Soyinka (premio Nobel per la letteratura nel 1986), il filosofo e saggista tedesco Peter Sloterdijk o ancora lo scrittore spagnolo Javier Cercas. Dall’Italia, è arrivato il fumettista bolognese Vittorio Giardino.
Attorno al tema della “libertà”, scelto dagli organizzatori come filo conduttore degli eventi di quest’anno, hanno presenziato oltre 2mila invitati, tra decine di incontri e dibattiti. A lato, diverse sale dell’ex casinò della Marina Militare (oggi Casa dei difensori croati) hanno ospitato gli stand degli editori. “Durante la fiera del libro di Pola, si vendono oltre 20mila libri”, afferma Iris Mošnja, responsabile stampa per il festival. E questo grazie al fatto che “durante i dieci giorni della fiera, contiamo ogni anno l’ingresso di oltre 60mila persone, provenienti perlopiù da Pola, dall’Istria e dal resto della Croazia”. Per gli organizzatori non c’è dubbio: “Il successo del nostro del nostro festival dimostra che c’è un grande interesse per la letteratura”. Ma è davvero così?
Librerie e biblioteche
“La Croazia è un mercato piccolo, ci sono appena 4 milioni di abitanti e molti dispongono di un livello di reddito limitato. Per questo, vendere libri non è facile, considerati anche gli alti costi di produzione che abbiamo”, spiega Ivan Sršen, fondatore e direttore della casa editrice Sandorf. La sua creatura, nata appena dieci anni fa, pubblica in media 25 titoli l’anno e ha un catalogo di appena 180 libri. Eppure, è riuscita ad imporsi come una delle principali in Croazia, portando alla fiera di Pola l’autore che dato il via ufficiale al festival: il Nobel Wole Soyinka.
Secondo Sršen, anche se il numero dei libri venduti rimane basso, “quello dei libri presi a prestito nelle biblioteche è in costante aumento”, a dimostrazione dell’interesse dei croati per la letteratura. Il ministero della Cultura di Zagabria è dello stesso avviso. Mihaela Majcen Marinić, responsabile del settore Editoria al ministero, ammette infatti che “gli ultimi dati sulle vendite di libri mostrano che meno del 50% dei croati hanno comprato almeno un libro nei precedenti dodici mesi, ma oltre l’80% della popolazione ha preso a prestito dei libri presso le biblioteche pubbliche (ovvero, le frequentano regolarmente)”.
I dati confermano questa situazione. “Ogni anno, vengono pubblicati in Croazia tra i 4000 e i 5000 libri, un numero che comprende sia gli autori croati che quelli stranieri”, prosegue Majcen Marinić, che parla di “tirature limitate (tra le 500 e le 1000 copie) a causa delle dimensioni modeste del mercato”. Di fronte a questa produzione annuale, “i principali compratori rimangono le biblioteche pubbliche, che costituiscono una rete molto sviluppata di oltre 220 biblioteche in tutto il paese”. Insomma, se i croati comprano poco nelle librerie, affollano invece biblioteche e festival letterari, facendo ben sperare per l’interesse dei cittadini verso la letteratura.
Un gusto per l’internazionale
Altro dato interessante: i croati leggono più traduzioni di autori stranieri che letteratura locale. Mihaela Majcen Marinić del ministero della Cultura afferma in effetti che “più dell’80% di libri pubblicati sono traduzioni da lingue straniere”. Un fatto “inevitabile”, secondo Ljiljana Avirović, docente universitaria presso la SSLMIT (Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori) dell'Università di Trieste e principale traduttrice dal croato all’italiano. “La Croazia è un paese piccolo, per forza di cose dobbiamo tradurre. E si può dire che i croati siano un popolo di traduttori”, spiega Avirović.
Ecco che nei cataloghi dei principali editori, da Fraktura a Profil, passando per Sandorf, gli autori non croati fanno la parte del leone. Ma al tempo stesso, “c’è come un revival della letteratura in generale e all’interno di questo contesto gli autori croati vengono riscoperti e guadagnano lentamente più spazio”, spiega Iva Perković del portale Moderna Vremena, punto di riferimento per gli appassionati di letteratura nel paese. Miljenko Jergović, Velibor Čolić, Olja Savičević Ivančević sono alcuni degli autori che fanno parte di questo revival e che erano tra gli invitati al festival di Pola.
Il libraio francese di Korčula
Per capire come si muove il terzo anello della catena letteraria - dopo editori e autori - chiacchieriamo con un libraio inusuale, che ha il vantaggio di avere uno sguardo esterno sul mercato editoriale croato.
Nell’estate del 2014, Joseph Le Corre ha aperto una libreria sull’isola di Korčula. Sindacalista francese ormai in pensione, Joseph ha messo da parte, negli anni, un gruzzoletto che gli ha permesso di realizzare il progetto che covava da tempo. “La mia intenzione era quella di creare un’attività culturale, interessante, in una località che mi è cara e mostrare che è possibile creare un impiego annuale su un’isola croata”, ricorda Joseph.
Da quattro anni, in effetti, una persona lavora tutto l’anno alla libreria “Kutak Knjiga”, l’unico “angolo dei libri” dell’isola. Arrivato ormai al quinto anno di esercizio della sua piccola impresa curzolana, Joseph, che visita Korčula e la Croazia da decenni, può ora trarre un primo bilancio sull’esperienza di un libraio straniero in Croazia e sui gusti dei suoi lettori.
“La differenza principale tra il mercato editoriale croato e quello francese è il fatto che manchi quello che in Francia chiamiamo il prezzo unico del libro (Prix unique du livre)”, spiega Joseph. Nel 1981, durante la presidenza di François Mitterand, Parigi ha adottato la cosiddetta legge Lang, che ha vietato la possibilità di fare sconti sui libri superiori al 5% (in Italia la legge Levi sul prezzo dei libri fissa dal 2011 un limite del 15% sugli sconti).
“In Croazia, come in altri paesi, il libro è trattato come un prodotto qualunque”, prosegue Joseph Le Corre. Questo crea delle storture nel mercato della vendita del libro: “Non esistono praticamente librerie indipendenti, ce ne saranno dieci in tutto il paese. Le altre sono collegate ad una casa editrice”. A questo si aggiungono i limiti, già menzionati, imposti dalle dimensioni ridotte del mercato editoriale croato. “I libri sono tendenzialmente più cari in Croazia, se rapportati agli stipendi”, conferma il librario di Korčula.
Quanto ai gusti dei suoi clienti, poi, la situazione è un po’ particolare. “Per la posizione in cui si trova la mia libreria, i miei clienti sono soprattutto turisti, anche se non necessariamente stranieri: il croato figura tra le quattro lingue che vendo più spesso, assieme al francese, l’inglese e il tedesco”, racconta Joseph. Trattandosi di una libreria su un’isola, i lettori preferiscono dei testi più consoni alle vacanze.
Qualche consiglio? “Il più venduto rimane Ivo Andrić, ma in questi ultimi anni Renato Baretić e il Osmi povjerenik (L’ottavo commissario, da cui l’omonimo film, ndr.) riscuotono un grande successo. C’è poi Miljenko Jergović, l’autore croato più tradotto in francese. Tra gli internazionali e dato che sono basato a Korčula, non può mancare Fitzroy Maclean, che avrebbe ispirato lo 007 di Ian Fleming”.
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