L'obiettivo strategico della Croazia è liberare il paese dalle mine entro il 2026, come previsto dal Programma nazionale per lo sminamento. Un terzo del territorio ancora contaminato verrà bonificato grazie ai fondi di coesione europea
Lo scorso 26 aprile si è tenuta a Gospić la conferenza di chiusura del progetto “Fearless Velebit ”, di cui è capofila la “Hrvatske šume d.o.o.” (impresa pubblica per la gestione delle foreste e dei terreni forestali nella Repubblica di Croazia) che ha previsto lo sminamento in aree boschive delle Contee Ličko-senjska e Zadarska.
Si è concluso lo sminamento di 1.645 ettari di bosco, con la bonifica di 2177 tra mine e residuati bellici esplosivi, nella zona del Parco Naturale del Velebit e del Parco Nazionale di Paklenica. Il progetto ha inoltre consentito la bonifica di una serie di percorsi da trekking nella zona meridionale del Velebit.
Il progetto, del valore di 35 milioni di euro, di cui poco più di 29 milioni assicurati da fondi UE, si inserisce nel programma “Razvoj okvira za upravljanje ekološkom mrežom Natura 2000” (Sviluppo del quadro per la gestione della rete ecologica Natura 2000) avviato dal governo croato nel 2017 con il cofinanziamento UE nell’ambito della politica di coesione 2014-2020.
Alla conferenza sono intervenuti il ministro dello Sviluppo regionale e per i Fondi europei, Šime Erlić, il segretario di stato presso il ministero dell'Economia e dello Sviluppo Sostenibile, Mario Šiljeg, il presidente del consiglio direttivo di Hrvatske šume, Nediljko Duić, il direttore del Fondo per la tutela dell’ambiente e l’efficienza energetica, Luka Balen, accanto ad altri.
Il ministro Šime Erlić ha sottolineato che la prosecuzione delle attività di sminamento è assicurata nella nuova dotazione finanziaria di fondi UE con 120 milioni di euro che permetteranno lo sminamento di altri 9000 ettari di terreno. Ha inoltre annunciato che uno dei primi bandi del nuovo periodo di programmazione 2021-2027 riguarderà proprio lo sminamento.
L'obiettivo strategico della Croazia è infatti liberare il paese dalle mine entro il 2026, come previsto dal Programma nazionale per lo sminamento, votato il 22 febbraio scorso dal parlamento croato.
Come scrivevamo a febbraio, fino al 2021 le operazioni di sminamento in Croazia dal 1996 sono costate più di 7 miliardi di kune (929 milioni di euro) e per concluderle entro il 2026, secondo i dati resi pubblici a settembre 2022 dal parlamento croato, sono necessari altri 224 milioni di euro circa.
Secondo i dati pubblicati dal Landmine & Cluster Munition Monitor a fine 2020 risultavano 279,55 km² di territorio ancora contaminato in Croazia, di cui 196,89 km² di aree sicuramente minate e 82,66 km² di aree sospette/a rischio. La quasi totalità di queste aree (98,6%) è rappresentata da zone forestali, un terzo dei quali (89,8 km²) la Croazia prevede di bonificare grazie a fondi della politica di coesione europea.
La questione dello sminamento è stata al centro anche della seduta del governo del 5 maggio. Il ministro dell'Interno e vicepremier, Davor Božinović, ha presentato la bozza di riforma della legge per lo sminamento e il rapporto sulle operazioni di bonifica effettuate nel 2022 .
Secondo il rapporto, sono stati bonificati 55,2 km² di terreno per una spesa totale di 385.235.235 kune (51.129.502 euro). il ministro Božinović ha sottolineato che la Croazia prosegue a mantenere un trend positivo nella capacità di ottenere fondi europei, che nel 2022 hanno riguardato il 30% delle risorse finanziarie totali spese.
A fine 2022 rimangono da sminare, secondo i dati presentati nel rapporto, 149,7 km² su un territorio che coinvolge 28 municipalità in sei contee.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Work4Future"
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