La porta di ingresso dell'Agenzia Otra, a Cherso - foto di Davide Sighele

L'ingresso dell'Agenzia Otra, a Cherso - foto di Davide Sighele

A Cherso e nella vicina Lussino sono molti i progetti di sviluppo territoriale che si riescono a promuovere grazie al sostegno dell’Unione europea. Ma niente si potrebbe fare senza chi ha a cuore il futuro delle comunità locali

23/03/2023 -  Nicole CorritoreDavide Sighele Cherso

Arriviamo in centro a Cherso nel tardo pomeriggio, i colori già spenti di una fine giornata invernale. Ugo Toić, direttore dell’agenzia di sviluppo locale Otra , ci ha dato appuntamento al fianco della sede della comunità italiana dell’isola , il prestigioso Palazzo Pretorio, ristrutturato una decina di anni fa.

“È stato mio padre Nivio a volere fortemente questa sede”, ci racconta Ugo Toić una volta che ci siamo accomodati al tavolino di uno dei pochi bar aperti in città fuori stagione. Tant’è che all’inaugurazione della sede ristrutturata nel 2013 - Nivio Toić era venuto a mancare da pochi anni - il nastro è stato tagliato proprio dalla moglie Božena, a simbolo del tributo e riconoscimento della comunità per colui che è stato farmacista, sindaco e fondamentale animatore della comunità isolana.   

Ugo Toić - foto di Davide Sighele

Toić ci parla in un italiano che ha ancora il respiro e la materialità del mare, della pietra dei centri storici degli abitati dell’isola, degli altopiani carsici. A volte per chiarire un concetto integra con qualche parola in croato. “Pensate che qui, per definire qualcuno che arriva dalla terraferma si usa furešt, da forestiero, mentre se arriva dai villaggi dell'isola, si usa venški (da vanjski, in croato "quello di fuori", ndr)".

Agronomo di professione, dopo del tempo passato via dall’isola ha deciso di rientrare ed occuparsi di sviluppo locale. “Non ce l’ho fatta a restare via, sono dovuto tornare” ci racconta a sottolineare l’attrazione di questi luoghi che sono marginali ma allo stesso tempo unici. 

“Otra, l’agenzia che dirigo, vede la partecipazione al 50% dei comuni di Cherso e di Lussinpiccolo - spiega - già negli anni ‘80, in epoca jugoslava, a Lussinpiccolo vi era un centro che si occupava di sviluppo delle isole dell’Adriatico. Aveva contatti anche con le Nazioni Unite e nei primi anni ‘90, grazie ad un finanziamento giapponese, aveva realizzato un programma per la gestione del patrimonio naturalistico e culturale dell'arcipelago”.

Poi pian piano le attività erano andate concentrandosi solo sullo sviluppo delle medie e piccole imprese fino ad esaurirsi e il centro è rimasto una scatola vuota sino a quando, nei primi anni 2000, anche grazie all’attivismo di Ugo Toić, si è partiti proprio da ciò che rimaneva del centro per creare Otra e per promuovere una strategia di sviluppo dei due comuni: nel nome delle sinergie e collaborazioni a livello europeo.

Al momento Ugo vi lavora con due collaboratori. “Ma dipende da quanti progetti abbiamo in corso, ora siamo in una fase per alcuni versi di stallo, perché a metà strada tra i progetti del vecchio settennato della politica di coesione Ue e quelli nuovi. Ma stiamo ad esempio impostando due nuovi progetti Interreg Italia-Croazia , uno dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale dell’arcipelago attraverso la realtà virtuale e la possibilità di “visitare” l’isola com’era nel XV secolo e l’altro per esplorare se vi è la possibilità di sostenere, in loco, delle start-up”, continua.

Emerge chiaramente dalla nostra conversazione che - e per fortuna - gran parte dell’economia dell’isola di Cherso si basa sul turismo. Da questo non si può certo prescindere e in questi anni ha garantito un benessere diffuso. Ma se si guarda ad uno sviluppo sostenibile e si vuole dare l’opportunità a chi non ha proprietà affittate ai turisti di rimanere a vivere sul territorio 12 mesi all’anno si deve guardare anche ad altro. “Si sente spesso parlare di incubatori per start-up, ma sono sempre pensati per centri urbani. Noi vorremmo capire se potrebbero funzionare anche nelle isole o nelle zone rurali - spiega - ne stiamo discutendo con le università di Fiume e di Trieste. Qui la qualità della vita è alta, vi è la possibilità di attrarre ad esempio professionisti che possono telelavorare? Ce lo stiamo chiedendo”.

Ugo Toić poi si sofferma sulle questioni critiche nell’occuparsi di progettazione e sviluppo in un territorio come quello di Cherso. “Quando si parla di sostenibilità occorre tenere in considerazione molti aspetti, quella economica, quella ambientale ma anche quella sociale. Mi trovo a discutere con amici del fatto che le pulizie delle stanze affittate ai turisti spesso non vengano affidate a persone regolarmente contrattualizzate. Garantire anche a loro un compenso equo fa parte della sostenibilità del nostro sistema”. Altro elemento sottolineato è che, la ricchezza che arriva con il turismo, porta molti all’inerzia. “Qui è difficile ragionare sui prossimi 5, 10 anni, lo stomaco è troppo pieno”, chiosa lui.

In centro a Cherso, Croazia - foto di Davide Sighele

In centro a Cherso, Croazia - foto di Davide Sighele

In centro a Cherso, Croazia - foto di Davide Sighele

Per altri versi la progettualità, per un comune che durante l’anno conta poco più di 3000 residenti, non manca di certo. Due ambiti sviluppati di recente si riferiscono entrambi, nella loro denominazione, al concetto di arcipelago che unisce Cherso e Lussino. 

La Via Apsyrtides è un sentiero per appassionati di trekking che attraversa da nord a sud l’arcipelago. Apsirtidi è il nome che nell’antichità designava l’arcipelago formato da Cherso e Lussino e deriva dall'eroe greco Apsirto, uno dei protagonisti del mito degli Argonauti, che proprio in queste isole trovò la morte per mano di Giasone e Medea.

Il primo tratto del percorso è stato sistemato e promosso nel contesto del progetto Interreg Italia-Croazia 2014-2020. “Sono sentieri sempre più frequentati - racconta Ugo - anche grazie ad un apposito sito web che abbiamo creato".

“Apsyrtides” è anche il nome di una cooperativa creata di recente e dalle impegnative ambizioni. “Vi fanno parte i due comuni dell’arcipelago, alcune aziende locali e poi numerosi cittadini - sottolinea Toić - lo scopo è quello di andare a costituire una cosiddetta comunità energetica, volta alla produzione e all’autoconsumo di energia verde”.

Di recente la cooperativa, su una piattaforma on-line, ha avviato una prima raccolta fondi destinata all'acquisto di un terreno già destinato, nel piano urbanistico regionale, ad un impianto fotovoltaico. “Ci eravamo posti l'obiettivo di raccogliere 60.000 euro e in alcune settimane ne abbiamo raccolti più di 100.000 , un risultato non indifferente per una comunità di qualche migliaio di abitanti. L’idea è nata nel 2018 quando, grazie all'interessamento del parlamentare europeo Tonino Picula, siamo stati coinvolti nell’iniziativa della commissione europea Smart Islands . Siamo stati inseriti tra le sei isole pilota per la definizione di un’agenda di transizione ecologica, realizzata poi nel 2019. Ora  abbiamo iniziato a metterla in pratica: la comunità energetica ne è una conseguenza”, racconta Toić. “L’agenda è coordinata dall’Agenzia Otra ma gestita in modo partecipato. Ne è un esempio la cooperativa. Abbiamo deciso di optare per questo status giuridico proprio perché ciascun socio abbia un voto, a prescindere poi dal capitale investito. Il nostro obiettivo è proporre progetti nel campo della transizione energetica che abbiano un forte afflato comunitario”.

Come da altre parti in Europa Ugo Toić e i soci della cooperativa “Apsyrtides”, stanno ora aspettando la piena attuazione nel loro paese delle direttive europee riguardanti le comunità energetiche. Per arrivare a compimento con il loro progetto hanno bisogno che la Croazia, dopo aver emendato due leggi relative al campo dell'energia, approvi ora i loro regolamenti attuativi. “Da un anno si è fermi, in Croazia tutti li stanno aspettando, ma noi intanto andiamo avanti”, chiosa Toić.

Non sono ancora le otto di sera ma il bar dove siamo sta per chiudere. Prima di accomiatarci andiamo all’ufficio di Otra, a poche decine di metri di distanza, al pian terreno di un edificio contiguo alla Chiesa della Madonna delle Nevi, basilica a tre navate nei pressi del porto. È ormai buio, le luci accese nell’ufficio illuminano alcune postazioni di lavoro ed un grande tavolo centrale su cui sono riposti, in ordine, documenti in più copie. Sono le stampe pronte ad essere consegnate, all’indomani, per un bando. Tutt’attorno un silenzio raro - quanto di più distante dalle brulicanti serate del periodo estivo. La Madonna con bambino ritratta in un bassorilievo sul portale della chiesa sembra esserne grata.

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Work4Future"

 


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