Rifiuti, ricostruzione post terremoto, servizi urbani: sono diversi gli ambiti su cui l'amministrazione della capitale croata, guidata dalla coalizione verde progressista “Možemo” (Possiamo) dal 2021, è intervenuta anche grazie ai fondi europei. Ne abbiamo parlato col vicesindaco di Zagabria Luka Korlaet
Dopo oltre vent'anni di amministrazione quasi ininterrotta da parte del sindaco Milan Bandić, la coalizione verde e progressista “Možemo” ha conquistato il comune di Zagabria nella primavera del 2021. Da allora il partito - nato nel 2019 - è diventato una delle principali forze politiche in Croazia. Alle elezioni legislative del 17 aprile scorso, Možemo ha più che raddoppiato il numero di numero dei suoi deputati (passati da 4 a 10), realizzando un buon risultato a Zagabria, che fa ben sperare per le amministrative del 2025. In città non mancano però le critiche alla nuova giunta. Abbiamo intervistato il vice-sindaco e deputato Luka Korlaet.
Una delle prime sfide della nuova amministrazione è stata quella di fare ordine nei conti del comune, nei contratti sottoscritti con le imprese private e nella Zagrebački Holding (l’impresa pubblica che si occupa dei servizi urbani). A distanza di tre anni questo capitolo si può dire concluso?
Da un’indagine approfondita effettuata dalla nuova amministrazione della Zagrebački Holding (ZGH) all’inizio del nostro mandato, è emerso un enorme surplus di dipendenti amministrativi, cioè una sproporzione tra il numero di operativi e di amministrativi. Mentre nelle aziende straniere di questo tipo il rapporto è di 7 a 1, nella ZGH il rapporto arrivava fino a 3 a 1, il che significa che per ogni tre operai c'era un amministrativo. Tale rapporto era insostenibile e per questo sono stati posti in esubero tecnico circa settecento impiegati, la cui posizione è stata risolta in vari modi (con l'assunzione in posizione operative, TFR, ecc.). Il riassetto finanziario ha creato i presupposti per centinaia di nuove assunzioni nel reparto operativo e per interventi di ammodernamento delle attrezzature e di ottimizzazione delle prestazioni lavorative.
La questione dei rifiuti ha segnato i primi anni della nuova amministrazione. Una delle promesse di Možemo durante la campagna elettorale era quella di aumentare la percentuale di rifiuti riciclati in città. Il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti sembra però funzionare con difficoltà. Perché?
Non sono d'accordo. Già durante il primo anno di attuazione, il sistema ha dato buoni risultati: la quantità di rifiuti urbani misti è diminuita di un quarto e la quantità di plastica e rifiuti organici separati è aumentata di oltre il 50%. Il nuovo sistema di smaltimento dei rifiuti si basa su una nuova direttiva europea che può essere riassunta con lo slogan “chi inquina paga”. Si “premia” chi differenzia i rifiuti e si “penalizza” chi differenzia meno o non differenzia, con un sistema di sacchetti che funzionano come una moneta: è quindi possibile non separare, ma lo si paga (acquistando più spesso i cosiddetti “sacchetti ZG”). Questo sistema è stato adottato da molte città come Zurigo, Bruxelles o Londra.
Ci sono certamente margini di miglioramento, su cui stiamo lavorando: abbiamo aumentato i pattugliamenti e le sanzioni da parte della polizia municipale, stiamo posizionando telecamere nei luoghi nevralgici, introducendo il tracciamento dei camion della spazzatura… Sembra che la disobbedienza alle nuove regole derivi in parte da abitudini difficili da cambiare, e in parte dalla volontà di opporsi all’opzione politica che ha stabilito queste regole, cosa che ritengo particolarmente problematica.
Infine, affinché il sistema sia completo, realizzeremo un centro per la gestione dei rifiuti, per il quale stiamo preparando la documentazione. Questo centro sarà situato a Resnik, accanto all'impianto di trattamento delle acque reflue, e sarà composto da un impianto di selezione, di compostaggio e per il trattamento meccanico e biologico dei rifiuti.
Zagabria è stata colpita da due terremoti nel 2020. Molti edifici aspettano ancora oggi una ricostruzione e tante facciate, in particolare nel centro storico, sono pericolanti. Perché la ricostruzione avanza così lentamente?
Quando si parla di ricostruzione occorre innanzitutto ricordare che la ristrutturazione degli edifici privati viene gestita dallo Stato. L'80% dei costi di ristrutturazione sono finanziati dal bilancio statale, mentre il comune di Zagabria è tenuto a cofinanziare la ricostruzione dei privati con un contributo del 20%, e lo fa: a questo scopo mettiamo a disposizione circa 20 milioni di euro ogni anno. Inoltre, abbiamo messo a disposizione dei cittadini sei milioni di euro per le riparazioni di emergenza, abbiamo formato squadre mobili cittadine che hanno visitato più di cinquemila famiglie e le hanno aiutate a preparare le domande di contributo, abbiamo fornito container abitativi ai cittadini le cui case familiari sono in fase di ricostruzione, abbiamo spostato una cinquantina di famiglie in appartamenti comunali, ecc. La costruzione di nuove case da parte dello Stato procede molto lentamente, mentre la ristrutturazione effettuata dai cittadini procede molto meglio.
Dall’altro lato, la ristrutturazione degli edifici pubblici di proprietà del comune è di nostra competenza. Sul tavolo ci sono centinaia di progetti, di cui 207 (asili, scuole, ospedali, musei, infrastrutture…) sono stati finanziati dal Fondo di solidarietà dell’Unione europea. Il Fondo di Solidarietà finanzia la ristrutturazione e il rafforzamento degli edifici pubblici. Di questi 207, il Comune ne ha completati 177 e ne restano trenta. In totale sono stati utilizzati ben 190 milioni di euro del Fondo di solidarietà. Abbiamo dato la priorità alla ristrutturazione degli edifici scolastici e ora l’attenzione si sta spostando su ospedali e musei. Il termine per l’utilizzo dei fondi del Fondo di solidarietà è scaduto il 30 giugno 2023 e ora stiamo cercando di assorbire quanti più fondi possibile dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Nel 2023 il sindaco Tomislav Tomašević ha annunciato che la sua amministrazione ha incrementato di molto l'ammontare di fondi europei che il comune è riuscito ad attirare. Come sono utilizzati questi fondi?
I fondi legati alla ricostruzione post-terremoto rappresentano attualmente la quota maggiore nell’assorbimento dei fondi europei. Oltre a questi, però, il comune monitora attivamente le richieste per tutti gli altri fondi. Ad esempio, nell’ambito del meccanismo di Cooperazione territoriale europea (CTE), sarà finanziato il nuovo edificio della Biblioteca comunale e del centro culturale ed educativo nell’area di Paromlin, per il quale abbiamo ottenuto 40 milioni di euro, o ancora la ricostruzione della funicolare, per la quale siamo riusciti ad ottenere cinque milioni di euro.
L’assorbimento dei fondi UE è in cima alla lista delle priorità perché alleggerisce in modo significativo il bilancio della città. I numeri parlano chiaro: l’anno record per l’assorbimento dei fondi Ue della precedente amministrazione è stato il 2019, quando si stava costruendo la rotonda di Remetinec (con un co-finanziamento europeo di 30 milioni di euro), mentre nel 2023 questa amministrazione comunale ha ottenuto ben 150 milioni di euro.
Una delle critiche che vengono spesso mosse da sinistra alla nuova amministrazione comunale è che, a distanza di tre anni dalla vittoria elettorale, la promessa "rivoluzione verde" non c'è stata. Sono stati piantati nuovi alberi, si è introdotto qualche nuova (piccola) area pedonale, ma la città è rimasta la stessa, con i suoi problemi di trasporti e di qualità dell'aria. Perché?
Non sono d’accordo. La città non è rimasta la stessa. Dal punto di vista ecologico, la città sta cambiando in meglio, in modo deciso e costante. Abbiamo piantato 8.000 alberi, inaugurato l’Energy Info Center (EIC) attraverso cui misuriamo i consumi di quattro fonti energetiche (acqua, acqua calda, elettricità e gas) a livello dei singoli edifici.
Inoltre, attraverso il portale EIC, è possibile vedere il potenziale solare del proprio tetto e calcolare i possibili risparmi. Abbiamo avviato un'ondata di riqualificazione energetica degli edifici di proprietà del Comune e di solarizzazione dei loro tetti. Facciamo tutto questo in coordinamento e con il sostegno di REGEA, l’Agenzia per l’energia della Croazia nordoccidentale, di cui siamo cofondatori.
Abbiamo anche acquisito 65 nuovi autobus e 31 tram (di cui 20 nuovi) e per la prima volta in 20 anni stiamo espandendo la rete tramviaria con chilometri di nuovi binari.
Abbiamo iniziato a progettare il più grande garage sotterraneo ai margini del centro cittadino, con ben 800 posti, che alleggerirà il centro dalle auto che girano alla ricerca (spesso inutile) di parcheggio. Tre nuove strade sono state pedonalizzate e abbiamo ampliato la rete di piste ciclabili (mi riferisco soprattutto alla Greenway, un percorso cofinanziato da fondi UE che costeggia l'argine della Sava). Lo smaltimento dei rifiuti è, ovviamente, la parte più impegnativa della transizione verde. Ma anche qui, come spiegavo prima, la situazione sta cambiando.
Nel 2025 si tornerà alle urne a Zagabria. Perché gli abitanti della capitale croata dovrebbero votare nuovamente per Možemo? Cosa contate di fare con un secondo mandato?
Penso che abbiamo dimostrato di essere responsabili, capaci e non corrotti. In tre anni abbiamo risanato completamente le finanze della città, costruito 16 scuole e un numero senza precedenti di asili, accelerato la ricostruzione post-terremoto degli edifici pubblici (assorbendo ben 190 milioni di euro del Fondo europeo di Solidarietà), e sostenuto – per quanto era in nostro potere – la ricostruzione degli edifici privati. Abbiamo risanato e rafforzato le imprese comunali, ci siamo occupati con impegno della pianificazione urbanistica e dello smaltimento dei rifiuti, e introdotto una serie di misure sociali per una gestione più equa del patrimonio abitativo, con alloggi per i senzatetto, trasporti pubblici gratuiti per gli over 65, ecc. Ora è la volta dei cosiddetti “progetti capitali”. In totale sono otto, compreso il nostro progetto faro della Biblioteca comunale Paromlin, la cui costruzione è appena iniziata.
Se vinceremo le elezioni nel 2025, porteremo a termine la realizzazione di tutti i rimanenti “progetti capitali”, e ne avvieremo di nuovi (mi riferisco principalmente a nuovi edifici per l’edilizia sociale a prezzi accessibili), introducendo anche una serie di misure “verdi” che renderanno Zagabria una città più piacevole, più pulita e resiliente. Mi riferisco soprattutto alla costruzione di un centro di gestione dei rifiuti, al rinnovamento energetico degli edifici di proprietà comunale, nonché all'ulteriore solarizzazione dei loro tetti. Continueremo a lavorare per ottimizzare il traffico e i trasporti in città.
Come architetto, ho anche un grande desiderio di restaurare le facciate del centro, per il quale abbiamo creato tutti i prerequisiti. Non c'è motivo per cui Zagabria non debba brillare come Vienna o Praga.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Energy4Future" cofinanziato dall’Unione europea (Ue). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Energy4Future"
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