Cortometraggi georgiani online, contro la noia della quarantena

23 aprile 2020

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La casa di produzione georgiana Parachute Films ha pubblicato sul suo sito una lista di cortometraggi georgiani realizzati negli ultimi anni e disponibili online: un bel modo per sfuggire alle serie di Netflix in tempo di quarantena.

In questi giorni sono inoltre apparse online alcune perle del cinema georgiano in versione restaurata. La Cinémathèque française, costretta a chiudere i battenti per via delle restrizioni vigenti, ha iniziato a rendere disponibili alcuni suoi film d’annata attraverso una nuova piattaforma, Henri .

Gli appassionati di tecnologia (come il sottoscritto) apprezzeranno il fatto che i film siano pubblicati su un’istanza di Peertube , un sistema alternativo e decentralizzato per la diffusione di video (anche su OBCT si era parlato in passato dell’importanza di sistemi decentralizzati e federati come questo). Gli appassionati di cinema georgiano (come il sottoscritto) apprezzeranno invece che uno dei primi film resi disponibili è “Aprile” di Otar Ioseliani , un mediometraggio del 1961 donato a La Cinémathèque dall’autore e restaurato in alta qualità nei mesi scorsi a partire dalle pellicole originali. Il film, privo di dialoghi ma riccamente accompagnato da suoni e rumori, segue le vicende di una coppia di innamorati… non appena trovano la serenità in una casa completamente vuota e senza mobili, una strisciante e crescente ossessione per i beni materiali e la modernità inizia presto a distruggere il loro idillio. I cinefili affezionati al cinema di Jacques Tati potrebbero essere sorpresi dal ritrovare un’interpretazione originale di alcuni dei tratti caratteristici del cineasta francese - preoccupazione per la modernità espressa con ironia, e prevalenza dei suoni sui dialoghi - in questa produzione caucasica di inizio anni Sessanta.

Sulla piattaforma Henri è inoltre disponibile un documentario girato da Otar Ioseliani in Italia nel 1988, “Un piccolo monastero in Toscana ”. Non è invece disponibile il primo lungometraggio dell’autore georgiano, “La caduta della foglie” (1966). Se ne trova per fortuna traccia altrove online. L’esplorazione del malgoverno sovietico che occupa buona parte del film è probabilmente per un pubblico selezionato, ma i minuti iniziali dove si vede la produzione del vino e della grappa in aree di campagna in Georgia è un breve viaggio che possiamo tutti concederci con un sorriso nostalgico, osservando una comunità vinicola contadina che, vista dall’Italia, pare lontana al massimo di un paio di generazioni.