La vittoria del partito al potere Sogno Georgiano è arrivata in un contesto di violazioni elettorali senza precedenti. Le quattro coalizioni di opposizione si affidano alla presidente Salomé Zourabichvili, che non riconosce il risultato e convoca la protesta dei cittadini
Ora la strada per l'integrazione europea della Georgia si fa davvero dura, se non quasi insormontabile. Perché la ben più che controversa vittoria del partito al potere Sogno Georgiano alle elezioni parlamentari del 26 ottobre, costellata da un'ondata senza precedenti di brogli elettorali e di violenza fuori dai seggi, rappresenta senza alcun dubbio la notizia più preoccupante per il futuro democratico del Paese caucasico.
La polarizzazione politica ora rischia di sfuggire dal controllo, con le opposizioni unite che denunciano le elezioni “rubate”, mentre il partito dell'oligarca Bidzina Ivanishvili dalle urne si sente ora legittimato a continuare la politica liberticida iniziata a maggio con l'approvazione della legge sugli agenti stranieri.
È così che, nella fase post-elettorale, è ancora una volta la presidente della Repubblica Salomé Zourabichvili a ritagliarsi il ruolo di guida di un Paese a rischio sbando verso le sirene del Cremlino, che da tempo attraggono il Sogno Georgiano.
"Come ultima istituzione indipendente di questo Paese, devo dichiarare chiaramente che non riconosco queste elezioni, riconoscerle equivarrebbe a legittimare la presa di potere della Russia sulla Georgia", ha messo in chiaro senza mezzi termini la capa dello Stato alla stampa nella serata del 27 ottobre, circondata dalle figure di spicco delle coalizioni europeiste.
Dal palazzo presidenziale Zourabichvili ha convocato la protesta di piazza dei cittadini georgiani per la serata del 28 ottobre davanti alla sede del Parlamento, per "garantire che in questo Paese possano ancora svolgersi elezioni libere, eque e democratiche".
Nella nuova manifestazione, che si preannuncia già di dimensioni enormi, sarà ribadito che "non possiamo rinunciare al nostro futuro europeo per il bene delle generazioni future".
Un voto tormentato
La giornata elettorale del 26 ottobre in Georgia è stata costellata da decine di segnalazioni di brogli dentro i seggi e di violenze appena fuori. Come riportano diverse organizzazioni per l'osservazione elettorale – come Isfed, Enemo e la coalizione di Ong georgiane GeVote24 - sono state molteplici le modalità di interferenza delle elezioni libere da parte del partito al potere Sogno Georgiano.
Dal voto multiplo attraverso un singolo documento d'identità (su questo era già stato lanciato l'allarme sul sequestro di documenti da parte delle autorità alla vigilia delle elezioni) alla violazione della segretezza del voto, dalla corruzione e le minacce di ripercussioni personali o professionali fino all'inserimento forzato di schede precompilate nelle urne.
Tutto certificato da decine di video registrati dai membri delle organizzazioni di monitoraggio elettorale, che spesso sono costati loro pestaggi e violenze da parte degli affiliati di Sogno Georgiano.
Le ore che hanno seguito la chiusura dei seggi elettorali (alle ore 20 locali) sono state un'altalena di emozioni terribili per i cittadini europeisti e per le quattro coalizioni di opposizione a Sogno Georgiano.
I primi exit poll avevano subito indicato che il partito al potere, pur restando primo con il 40,9% dei voti, sarebbe andato incontro a una rovinosa sconfitta, in quanto l'alleanza tra le quattro coalizioni pro-Ue era proiettata a conquistare una maggioranza pari al 52%.
Ma con l'annuncio delle prime proiezioni da parte della Commissione elettorale centrale un'ora e mezza più tardi tutto è cambiato. Sogno Georgiano è salito al 52%, mentre le opposizioni sono crollate complessivamente attorno al 38%. Tuttavia, per ore il conteggio sul sito della Commissione elettorale centrale è rimasto bloccato, sollevando grossi dubbi sul livello di trasparenza all'interno della Commissione elettorale centrale.
Lo spoglio dei voti è continuato fino al pomeriggio del giorno seguente. Confermato Sogno Georgiano al primo posto con la maggioranza assoluta (53.92%), mentre sono lontanissime le coalizioni di opposizione (complessivamente ferme al 37,77%), anche se tutte riusciranno a entrare nel prossimo Parlamento: Coalizione per il Cambiamento all'11,03%, Movimento Nazionale Unito al 10,16%, Georgia Forte all'8,81% e Per la Georgia al 7,77%.
Gli osservatori elettorali hanno però denunciato con forza come l'ondata di brogli ha effettivamente influito sul risultato finale. Transparency International ha evidenziato il fatto che “i risultati non riflettono la volontà dei cittadini della Georgia”, a causa dello “schema di frodi usato nel giorno delle elezioni”, che potrebbe riguardare anche la manomissione del sistema elettronico di voto per aumentare forzatamente il numero delle preferenze verso il Sogno Georgiano.
Mentre nei centri urbani come la capitale Tbilisi il partito al potere è sceso anche sotto il 40% dei consensi, i brogli si sono concentrati soprattutto nelle aree periferiche o popolate dalle minoranze etniche, più vulnerabili alla propaganda o alle intimidazioni degli esponenti del partito al potere.
Nel sud-ovest del Paese - largamente popolato dalla minoranza armena - Sogno Georgiano ha toccato percentuali quasi inverosimili per delle elezioni multipartitiche, come a Ninotsminda (88,1%) e Akhalkalaki (87,7%). Lo stesso è successo nelle zone del sud a stragrande maggioranza etnica azera, come a Marneuli (79,5%).
I rilievi della missione internazionale
Di fronte alle denunce delle organizzazioni della società civile e delle prove di brogli elettorali in tutto il Paese, le quattro coalizioni di opposizione speravano in un intervento deciso di denuncia da parte della comunità internazionale, attraverso la missione di osservazione elettorale Osce/Odihr (a cui ha partecipato anche una delegazione di 7 membri del Parlamento europeo).
"La gestione delle elezioni è stata generalmente ordinata, ma il giorno delle elezioni è stato caratterizzato da un clima di tensione, sovraffollamento in molti seggi elettorali e diversi episodi di alterchi fisici e intimidazioni”, si legge nel report sulle considerazioni preliminari , che conferma un alto livello di criticità, ma non dà particolare seguito alle speranze dell'opposizione di avere un appoggio esterno nella richiesta di annullare le elezioni.
Nel 6% delle 1.924 osservazioni - “un numero significativamente alto”, evidenzia il report - il processo elettorale è stato valutato in modo negativo, “principalmente a causa di indicazioni di pressioni e intimidazioni nei confronti degli elettori, che in alcuni casi sono state accompagnate da tensioni o disordini”.
Secondo quanto emerge invece dal 25% delle osservazioni, la segretezza del voto “è stata potenzialmente compromessa dal modo in cui gli elettori hanno inserito le schede nelle urne”, oltre al fatto che “nella maggior parte dei seggi elettorali i rappresentanti dei partiti, per lo più di Sogno Georgiano, hanno registrato il processo di voto”.
Una pratica che ha anche avuto “un effetto intimidatorio”, accompagnata da “individui sconosciuti visti seguire gli elettori all'esterno” dei seggi. Eppure queste valutazioni non hanno portato gli osservatori internazionali a mettere in discussione lo svolgimento di elezioni libere e democratiche (in conferenza stampa è stata più volte evitata la risposta).
Cosa può succedere ora
I prossimi giorni e settimane saranno decisivi per capire verso quale strada si indirizzerà la Georgia ora spaccata a metà tra le tendenze sempre più autoritarie del Sogno Georgiano e l'opposizione supportata dalla presidente Zourabichvili.
Sarà da considerare attentamente la reazione dei partner occidentali - finora piuttosto cauti - alle parole della capa dello Stato, solitamente tenuta in grande considerazione: "Proteggere la Georgia e mantenere l'equilibrio geopolitico in questa regione significa proteggere il popolo, non collaborare con un governo illegittimo".
Così come i partner europei e statunitensi sono stati "al fianco del popolo georgiano quando il regime ha tentato di approvare una legge di stampo russo", ora è necessario che facciano lo stesso, perché "queste elezioni non erano legittime e nulla potrà renderle tali", ha ribadito Zourabichvili.
La delegazione del Parlamento europeo è stata molto netta nel denunciare il “clima di odio e intimidazione” che “può seriamente minare il processo democratico” nel Paese, ma non si è particolarmente sbilanciata su ciò che potrebbe accadere né se i brogli del Sogno Georgiano saranno confermati a livello ufficiale dalle autorità nazionali, né se “il prossimo governo” (che dopo 12 anni sarà ancora nelle mani dell'oligarca Ivanishvili) continuerà con la politica che ha determinato a giugno il congelamento “de facto” del processo di adesione all'Unione Europea. Ora però a Bruxelles si dovrà considerare se - e dal caso come – reagire.
Con il processo di adesione congelato alla fase dello status di candidato gli Stati membri potrebbero valutare la possibilità di revocare lo schema di liberalizzazione dei visti per la Georgia, con l'obiettivo di isolare e indebolire il partito che sta allontanando uno dei Paesi più a favore dell'integrazione europea dal suo futuro nell'Unione.
Una procedura che non richiede l'unanimità e che renderebbe vano l'endorsement di Viktor Orbán al Sogno Georgiano. Proprio il primo ministro ungherese è stato l'unico leader europeo a complimentarsi con l'omologo georgiano Irakli Kobakhidze per la “vittoria travolgente” alle elezioni - quando ancora non erano stati pubblicati nemmeno i risultati preliminari - e che tra il 28 e il 29 ottobre ha messo in agenda una visita ufficiale a Tbilisi per fornire il sostegno del suo governo.
“Sogno Georgiano non lascerà il potere”, è il secco commento di Mamuka Andguladze, presidente di Media Advocacy Coalition, associazione georgiana che promuove e tutela i diritti della stampa.
“Hanno soldi, potere e forza per influenzare l'esito delle elezioni. Ora non riconosceranno che ci sono state frodi e attaccheranno ancora di più l'Occidente, sostenendo che cerca di interferire con il voto”, continua Andguladze, spiegando che “fin dall'inizio il vero obiettivo del Sogno Georgiano era quello di uscire dalle elezioni potendo sostenere di aver aumentato il sostegno della popolazione, per continuare a consolidare il suo potere come abbiamo visto negli ultimi mesi”.
György Folk (HVG, Ungheria) ha contribuito alla realizzazione di questo articolo.
Questo articolo è stato prodotto nell'ambito di PULSE, un'iniziativa europea coordinata da OBCT che sostiene le collaborazioni giornalistiche transnazionali.
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