È passata in seconda lettura durante la plenaria parlamentare del primo maggio la legge georgiana sugli agenti stranieri, soprannominata “legge russa”. La società civile ha continuato a manifestare pacificamente contro la legge, nonostante la violenta repressione della polizia
Il 29 aprile, il Sogno georgiano ha organizzato una manifestazione a sostegno della legge sugli agenti stranieri, portando partecipanti del settore pubblico dalle varie regioni della Georgia. Gli oratori, tra cui l’oligarca e fondatore del Sogno georgiano Bidzina Ivanishvili, hanno trasmesso messaggi caratterizzati da teorie del complotto, visioni ultra-conservatrici e accuse rivolte alle organizzazioni della società civile e ai nemici identificati nei partner occidentali. Messaggi che rendono chiaro il quadro e le finalità della legge dopo le confuse e contraddittorie dichiarazioni delle scorse settimane.
Nel suo discorso Ivanishvili ha criticato i governi passati, a sua detta nominati dall’estero, ha messo in guardia contro il loro ritorno al potere. Ivanishvili si è vantato di aver riproposto personalmente la legge per proteggere la sovranità e la democrazia della Georgia dalla manipolazione occidentale. Ha espresso le sue elucubrazioni sul tempismo della reintroduzione della legge, affermando che ora è sostenuta dalla maggioranza e non c'è timore che destabilizzi il paese. Ha chiarito che dopo le elezioni di ottobre darà il via a una massiccia repressione contro l’opposizione, che chiama semplificando Movimento Nazionale Unito (partito dell’ex presidente Mikheil Saakashvili tutt’ora in carcere). E senza senso alcuno, alla fine di questa tirata anti occidentale, ha detto che nel 2030 la Georgia entra nell'UE.
Anche il primo ministro Irakli Kobakhidze ha enfatizzato l'adesione all’UE mantenendo indipendenza e valori georgiani. Kobakhidze ha lodato la leadership di Ivanishvili e ha accusato forze ostili di esercitare pressioni sulla Georgia per quanto riguarda la Commissione elettorale centrale e il potere giudiziario.
Il sindaco di Tbilisi Kakha Kaladze ha ripreso temi ultra-conservatori, collegandoli alla leadership di Ivanishvili, e difendendo i valori tradizionali dalle presunte minacce delle ONG e delle influenze esterne. Il segretario del Sogno, Irakli Garibashvili, ha accusato i soliti ignoti di minare la democrazia e la sovranità georgiane.
Ben diverso il 30 aprile, giorno delle forze armate, il discorso della Presidente della Repubblica Salomè Zourabishvili che ha invitato all’unità e ricordato che si sa bene chi è il nemico della Georgia, quello contro cui il paese è stato chiamato a combattere in passato ed ora, perché ha sempre cercato di spaccare il paese lungo le sue linee etniche, politiche e di coesione sociale.
La seconda lettura
Il 29 aprile il disegno di legge sugli agenti stranieri è stato approvato dalla Commissione parlamentare per le questioni legali della Georgia, e quindi inviato il testo in plenaria. Il presidente della commissione, Anri Okhanashvili, ha limitato i commenti dell’opposizione al disegno di legge espellendo 17 persone dall’aula, tra cui deputati dell’opposizione e rappresentanti delle ONG.
Oltre 20 ONG georgiane hanno criticato le azioni di Okhanashvili, accusandolo di abuso di potere e limitazione della partecipazione dell’opposizione. Il 30 aprile la plenaria parlamentare ha dibattuto quindi sul disegno di legge nonostante la resistenza nazionale e internazionale. Scambi tesi sono avvenuti tra i rappresentanti del Sogno georgiano e dell’opposizione mentre si discutevano i primi tre articoli del disegno di legge.
Il primo maggio il parlamento georgiano ha continuato i lavori con le deliberazioni sulla legge, con un voto previsto come imminente.
Una rissa tra il presidente del Parlamento Shalva Papuashvili e il deputato di Potere Popolare Dimitri Khundaze ha portato alla chiusura della plenaria ai giornalisti. Papuashvili ha lodato l'azione delle forze dell'ordine nel reprimere i cittadini durante le proteste, attribuendo la violenza ai politici incluso il leader dell'UNM Levan Khabeishvili.
Khabeishvili, violentemente picchiato dalla polizia , ha tenuto il suo discorso da una sedia a rotelle, reduce da un intervento durante la notte per il naso spaccato. I deputati dell’opposizione hanno criticato la repressione e chiesto il ritiro del disegno di legge, ma il Presidente Papuashvili ha silenziato i loro interventi e espulso diversi deputati dell’opposizione dalla seduta.
La seconda lettura è passata in serata con il voto compatto della maggioranza, 83 sì e 23 contrari.
Proteste
Mentre la manifestazione pro-governativa del 29 aprile è stata breve e senza incidenti, la notte fra il 30 aprile e il primo maggio ci sono state numerose, almeno 4, e pesantissime cariche della polizia contro una manifestazione che era assolutamente pacifica. La virulenza delle cariche si è distinta anche rispetto ai casi precedenti di eccessivo uso della forza da parte della polizia georgiana, e ha portato a comparare il livello di repressione violenta del regime a quello che ha caratterizzato gli ultimi giorni del governo di Yanukovich in Ucraina, nei giorni di EuroMaidan. Come in quella occasione, a fianco delle forze dell’ordine ci sarebbero stati gruppi di picchiatori membri della sicurezza del Sogno georgiano.
La grave situazione in viale Rustaveli davanti al parlamento e nelle vie attigue, nella metropolitana e ovunque si ritirassero i manifestanti durante le cariche per poi coraggiosamente tornare nelle proprie posizioni, ha suscitato la netta condanna della Presidente della Repubblica , della comunità internazionale, dell’Ombudsperson e delle varie organizzazioni non governative.
La violenza ha causato varie intossicazioni da lacrimogeni e spray al peperoncino, pestaggi, fra cui appunto quello del leader del maggior partito di opposizione, e 63 arresti.
Tutto ciò però non ha intimorito la popolazione. Anzi, davanti alla repressione, gli attivisti dei vari capoluoghi dove era già attiva la mobilitazione si sono dati appuntamento nella capitale, per unire le forze, il 1 maggio. A sostegno dei manifestanti, di nuovo, figure note del mondo dello sport, della cultura, dell’intrattenimento. Nella capitale le farmacie fornivano kit contro i lacrimogeni e lo spray al peperoncino.
La notte è stata nuovamente difficile. La strategia della polizia in parte è cambiata, e gli accessi del parlamento non sono stati presidiati. Un gruppo di manifestanti ha tentato l’irruzione dall’accesso in via Chitadze. Il ministero degli Interni ha annunciato che a partire dalle 23:00 il livello di sicurezza al parlamento era elevato al rosso il che significa che tutti, a parte gli autorizzati, devono evacuare il sito.
La protesta è comunque continuata, così come è continuato ad aumentare il numero dei feriti, in una manifestazione che si è confermata oceanica e che a parte il punto caldo di via Chitadze, è rimasta pacifica.
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