Media russi e georgiani in larga parte hanno fornito una visione parziale e distorta degli avvenimenti di questi giorni, schierandosi decisamente con i propri governi. In questo articolo una nostra sintesi su come la guerra è stata raccontata dalle televisioni russe
I media russi hanno dato amplissima copertura agli eventi degli ultimi giorni in Ossezia del Sud e Georgia. I principali canali televisivi che si occupano di informazione, il Primo Canale, Vesti (canale televisivo di sole notizie), ed Ntv, hanno dedicato largo spazio a dichiarazioni ufficiali, in particolare del presidente Dmitrij Medvedev, del primo ministro Vladimir Putin ed del ministro degli Esteri Sergej Lavrov.
Nel suo primo intervento pubblico all'inizio della crisi, ripetutamente mostrato in televisione a partire dal pomeriggio dell'8 agosto, il presidente Medvedev ha esposto alcuni degli elementi che saranno in seguito ripetuti costantemente nei giorni successivi: "La Russia ha mantenuto e mantiene la propria presenza sul territorio georgiano in maniera del tutto legale, in accordo con i trattati internazionali ... La Russia storicamente è stata garante della pace per la sicurezza dei popoli del Caucaso, e questo rimane vero anche oggi. ... Quello che è successo è una gravissima violazione del diritto internazionale ... Civili, donne, bambini ed anziani stanno morendo oggi in Ossezia del Sud, e la maggior parte di loro sono cittadini russi ... Non permetteremo che la morte di nostri concittadini resti impunita. I colpevoli avranno la punizione che meritano."
Due giorni dopo, di ritorno dalla Cina, Putin si ferma in Ossezia del Nord, da dove definisce "comportamento criminale" la decisione della leadership georgiana di attaccare l'Ossezia del Sud. Dopo aver ribadito la legalità e l'inevitabilità dell'intervento russo, Putin lancia un messaggio chiaro: "La Russia in questa regione, nel Caucaso nel suo complesso, ha giocato per secoli un ruolo positivo e stabilizzatore; è stata garante della sicurezza, della collaborazione e del progresso in questa regione... Così era in passato, così sarà in futuro. E che nessuno ne dubiti."
In generale, nei report dei telegiornali russi, vi sono stati alcuni temi dominanti. Il primo giorno del conflitto l'attenzione era centrata sull'illegalità dell'azione di Tbilisi, sull'ingiustizia dell'attacco, e sul disonore delle forze armate georgiane che non hanno esitato a sparare sulle forze di pace e sui civili. A partire dalla sera dell'8 agosto, ed in particolare il 9 agosto, le televisioni russe hanno mostrato costanti aggiornamenti sulle azioni militari e sull'arrivo nella zona del conflitto di diversi reparti dell'esercito e delle forze speciali, in aiuto al contingente di pace russo già presente nella regione. Il canale Vesti ha mandato in onda servizi in diretta dalla periferia di Tskhinvali; apparentemente, l'inviato poteva muoversi con una certa libertà tra alcuni reparti nelle retrovie dell'esercito russo e osseto; sono state mostrate immagini del de facto presidente dell'Ossezia del Sud Kokojty mentre in divisa militare dava personalmente ordini a uomini delle sue forze armate per riconquistare Tskhinvali (Kokojty, sempre in divisa militare, ha avuto un'alta visibilità nei media russi anche nei giorni successivi).
Durante tutta la crisi, ed in particolare dal momento in cui le forze russe hanno ripreso il controllo di Tskhinvali, i report delle televisioni si sono concentrati sulla catastrofe umanitaria causata dall'attacco georgiano, e su come le strutture governative russe e singoli cittadini si siano subito attivati per aiutare i profughi dell'Ossezia del Sud. Mentre il conflitto era ancora nella sua fase acuta, il primo ministro Putin ha dichiarato l'immediata disponibilità di consistenti fondi per aiutare l'Ossezia del Sud e l'immediato intervento russo per portare medicinali, cibo e tutto ciò che è necessario alla popolazione nella zona del conflitto. Nei giorni seguenti, il governo russo ha dichiarato che stanzierà 10 miliardi di rubli per la ricostruzione di Tskhinvali a cui si sono presto aggiunti 2,5 miliardi di rubli dal budget della città di Mosca, garantiti dal sindaco Luzhkov (che nel corso degli anni già in altre occasioni si era espresso in favore del riconoscimento dell'indipendenza di Abkhazia ed Ossezia del Sud), per un totale di circa 350 milioni di euro. Sul canale Vesti si mostravano immagini di singoli cittadini che presentavano la propria casa e dichiaravano la propria disponibilità ad ospitare profughi ossetini, oltre a spontanee manifestazioni in diverse città in sostegno del popolo osseto e contro la politica di Saakashivili.
Scene della distruzione di Tskhinvali, immagini di case distrutte, bambini spaventati, madri in lacrime ed intere famiglie costrette a stare per ore e giorni negli scantinati delle case della cittadina senza acqua, cibo ed elettricità sono state trasmesse in continuazione, come anche testimonianze di profughi e rifugiati nell'Ossezia del Nord.
La missione militare dell'esercito abkhazo della gola nel Kodori è poi stata presentata nei dettagli, con inviati sul campo e interviste a militari abkhazi.
I telegiornali russi tuttavia hanno appena accennato alle incursioni russe in territorio georgiano, ed hanno negato qualsiasi attacco su obiettivi non militari fuori dalla zona del conflitto (ricordiamo che BBC, Reuters ed altri avevano mostrato immagini di edifici residenziali bombardati nella città georgiana di Gori). Peraltro, i media russi hanno evidenziato la campagna di disinformazione effettuata dalla Georgia, sottolineando come a partire dal 9 agosto Saakashvili abbia interrotto le trasmissioni delle televisioni russe in territorio georgiano (per qualche ora sono stati bloccati anche i siti internet che finiscono con ".ru"), e come numerosi canali occidentali, dalla CNN a Rai Uno, abbiano fornito una visione distorta degli eventi.
I media russi hanno sottolineato l'importanza del fattore estero riguardo al conflitto di questi giorni, in particolare evidenziando le forniture di armi da parte di Ucraina, Israele, ed altri stati europei, nonché l'addestramento fornito dagli americani alle forze georgiane.
Nella giornata di martedì 12 agosto, i telegiornali russi si sono concentrati particolarmente sulla necessità di stabilire chi è responsabile dell'alto numero di vittime in Ossezia del Sud, una tragedia che il presidente Medvedev non ha esitato a definire "genocidio". Vari commentatori hanno parlato inoltre della necessità di costituire un tribunale internazionale per l'Ossezia del Sud, con costanti riferimenti all'impiego di due pesi e due misure all'interno della comunità internazionale.
I telegiornali della sera hanno chiuso dando ampio spazio alla conferenza stampa comune di Medvedev e Sarkozy, mostrando un presidente russo che, conscio della propria vittoria militare, elenca con decisione le condizioni della pace in Georgia e lascia aperto il quesito dello status di Ossezia del Sud e Abkhazia richiamandosi esplicitamente al precedente del Kosovo.
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