La lunga crisi che ha prostrato la Grecia, ha portato anche al collasso del mercato immobiliare. Ora c'è chi tenta di approfittare della corsa al ribasso, per fare ottimi affari. Investitori che, agli occhi di chi è costretto a vendere, sono veri "avvoltoi"
“Associazione immobiliare estera compra immobili di ogni genere in Grecia a metà del loro valore di mercato, tramite un mediatore ellenico. Tel. 210…..”. L’annuncio è apparso di recente sul giornale domenicale ateniese Chrysì Efkairia (“Occasione d’Oro. Qui trovi sempre quello che cerchi”).
Nella Grecia in crisi, dove migliaia di famiglie non riescono a pagare il mutuo e la temibile supertassa sulla casa (una specie di Imu maggiorata che arriva tramite la bolletta elettrica pena il taglio di luce e riscaldamento), per non perdere tempo i compratori specificano subito che non sono disposti a mercanteggiare e a prendere in considerazione nessuna casa, appartamento, capannone industriale o garage in vendita se non a partire dalla metà del suo valore.
A caccia di affari
Gli avvoltoi immobiliari stranieri svolazzano e si abbattono soprattutto sull’Attica, la regione di Atene. Già con questo sistema, secondo un’inchiesta del quotidiano Proto Thema, un condominio costruito quindici anni fa ad Atene, con otto appartamenti, è stato venduto per 300mila euro, invece del milione di euro che avrebbe meritato in tempi migliori. Mentre un piccolo albergo è stato comprato con soli 700mila euro, meno della metà del valore di mercato. Prese di mira anche “prede” nelle isole dell’Egeo.
Tanto per dare un’idea dell’entità delle tasse che mandano in tilt il budget di una famiglia ellenica, per un appartamento di 130 metri quadrati di media categoria (equivalente alla nostra A3) in una cittadina di provincia sul mare nel 2012 la supertassa è stata di 850 euro in due rate semestrali, mentre a Milano per un appartamento di 170 metri quadrati a San Siro, in un condominio con tanto di giardino e campo da tennis (categoria A2), si sono pagati 1200 euro (tolti i 200 di franchigia). Una sproporzione che balza all’occhio, anche considerando gli stipendi greci inferiori a quelli italiani, essendo stati anche tagliati di oltre un terzo dal 2009 a oggi.
Di qui la corsa alla vendita forzata della casa. Ma anche vendere, o solo affittare, è difficile: il mercato è quasi fermo dall’inizio della crisi. E la corsa alla svendita al ribasso è continua. A Salonicco, ad esempio, i prezzi sono calati dal 40 al 57%, secondo una recente indagine della società immobiliare GLP Values, specializzata in edifici commerciali. Nelle strade dello shopping come viale Nikis (viale della Vittoria) i proprietari di negozi possono vendere quest’anno un esercizio di 100 metri quadrati solo per 380mila-480mila euro, rispetto ai 600-700mila euro che avrebbero ottenuto nel 2008.
Inverno al freddo
Un appartamento ad Atene in zona semi-centrale si affitta per 7 euro al metro quadrato, mentre in provincia le pigioni variano dai 3 ai 4 euro, con le punte più alte a Kalamata, cittadina regina della produzione di olio nel Peloponneso. Il difficile è trovare l’affittuario. Così gli avvoltoi volteggiano neri sul cielo ellenico. Il tutto mentre in Grecia, l'inverno è arrivato particolarmente pungente e insidioso: ci sono state esondazioni di fiumi e alberi sradicati dal forte vento in Attica, ma anche nella isola di Rodi, nel Dodecanneso, dove ci sono state due vittime. Con l'arrivo del freddo le famiglie, sia quelle in affitto sia quelle ancora proprietarie di case, hanno un grande problema: pagare le spese di riscaldamento.
Al punto che a molti morosi, in debito con l'azienda dell'elettricità e del gas metano DEH (la stessa azienda con la quale arriva, dicevamo, la supertassa sulla casa) nel 2013 sono stati tagliati gli approvvigionamenti energetici. Risultato? Appartamenti dove si battono i denti dal freddo. Nonostante le continue richieste al governo di Atene di ulteriori tagli alla spesa pubblica dalla parte della troika formata da FMI, UE e Banca centrale europea, il ministro dell'Ambiente e dell'Energia Ghiannis Maniatis ha annunciato lunedì 9 dicembre che "almeno a 25mila famiglie sull'orlo della povertà, che non riescono a pagare per questo le bollette, riallacceremo la corrente".
Il numero di questi freddi focolari è in realtà molto superiore ai 25mila: il ministro si è riferito ai nuclei familiari registrati fra coloro che hanno fatto richiesta, in base alla effettiva perdita del lavoro di uno o più componenti, di aiuto pubblico nell'elenco dei singoli comuni, dove non tutti, per motivi di pudore, corrono ad iscriversi. Si parla invece di almeno mezzo milione di case non riscaldate. Intere assemblee di condomino che decidono che "quest'anno, il riscaldamento, proprio non possiamo permettercelo".
Elezioni anticipate, rischio sempre presente
Il ministro ha inoltre promesso che si studieranno altre forme, più graduali, prima di arrivare al "taglio dei fili" per chi è in debito con l'azienda elettrica. Alcuni si chiedono se questa azione del governo non sia una tattica pre-elettorale nella Grecia sul perenne bilico di ricorso anticipato alle urne, con il partito della sinistra riformista Syriza, all'opposizione della traballante coalizione fra centro destra e socialisti del Pasok, pericolosamente in aumento. Gli avvoltoi continuano a volare nel freddo cielo ellenico.
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