Grecia: se i migranti vengono abbandonati in mare
17 giugno 2020
Un gommone, con 26 persone a bordo, si avvicina alle coste dell'isola di Samo in Grecia, dopo aver lasciato la Turchia. Mentre la sagoma dell'isola si fa sempre più marcata all'orizzonte, ecco comparire una motovedetta della Guardia costiera greca.
Gli occupanti del vascello sparano colpi in acqua, poi agganciano il gommone, ne distruggono il motore e issano i passeggeri sul vascello. I 26 si trovano però presto di nuovo in acqua, stavolta a bordo di due scialuppe di salvataggio, trainate dalla motovedetta in direzione opposta, verso le coste turche.
All'improvviso le cime vengono mollate, e le due scialuppe e i loro occupanti incapaci di manovrare, sono abbandonati in balia delle onde. Verranno recuperati, alcune ore dopo, dalla Guardia costiera turca.
L'episodio narrato, avvenuto lo scorso 13 maggio, è stato filmato con un telefonino da Amjad Naim, palestinese della striscia di Gaza, uno dei passeggeri del gommone intercettato, e rappresentano la testimonianza dei sempre più frequenti respingimenti illegali portati avanti dalle autorità greche.
Un fenomeno raccontato in un'inchiesta del settimanale tedesco Der Spiegel , che denuncia casi simili che vanno a ritroso almeno fino alla seconda metà di marzo 2020. Una situazione riportata anche dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM) che parla di ripetute segnalazioni sui pushback illegali, invitando le autorità elleniche a fare chiarezza .
Sul confine greco-turco, i migranti continuano a trovarsi tra l'incudine e il martello: dallo scorso febbraio la Turchia ha aperto i suoi confini, denunciando di fatto gli accordi con l'UE del 2016 sulla gestione dei flussi migratori e con l'obiettivo di fare pressione sull'Unione in vista di un loro rinnovo, mentre la Grecia ha opposto una resistenza anche violenta ai tentativi di attraversamento delle frontiere.
Una strategia che ha pagato in termini numerici: rispetto ad aprile e maggio 2019, negli stessi mesi del 2020 è stata infatti registrata una diminuzione degli arrivi del 97% e del 91%.
Ma che, come denunciano le organizzazioni umanitarie presenti nell'area, passa sempre di più attraverso pratiche illegali che mettono migranti, rifugiati e richiedenti asilo in situazione di pericolo, contando anche sul silenzio della missione europea “Poseidon”, implementata dall'agenzia Frontex a supporto di Atene e forte di 600 uomini e numerosi mezzi.
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