Grecia, un passaporto Covid-19 per far ripartire il turismo
26 febbraio 2021
Una certificazione europea, un vero e proprio “passaporto vaccinale” con cui poter tornare a viaggiare all'interno dell'UE. È questa la proposta discussa ieri dai leader dell'Unione senza però raggiungere un consenso generale.
Tutti sembrano d'accordo sull'esigenza di creare un documento dalle caratteristiche uniformi all'interno dello spazio UE che possa certificare l'avvenuta vaccinazione dei cittadini.
Alcuni però – soprattutto Francia e Germania - frenano sulle semplificazioni al viaggio che il futuro “passaporto” potrebbe garantire, citando le perduranti incertezze sulla capacità dei vaccini di impedire il contagio dopo la somministrazione, ma anche considerazioni sulla discriminazione che potrebbe subire chi non ha potuto (o voluto) vaccinarsi.
Altri invece, spingono perché il “passaporto Covid-19” venga creato in fretta, e permetta a chi è vaccinato (o ha superato la malattia) di tornare a godere della libertà di movimento senza doversi sottoporre ad ulteriori test e lungaggini burocratiche.
A guidare questo drappello c'è la Grecia, preoccupata soprattutto di far ripartire il motore della propria economia, che gira intorno ad un elemento chiave: il turismo. Il 2020, l'anno che resterà negli annali per la pandemia globale, ha segnato un vero disastro per il settore, che rappresenta circa il 20% dell'economia ellenica, con introiti crollati dai 18 miliardi di euro del 2019 agli appena 4 miliardi dell'anno passato.
Lo spettro di un'altra estate con le spiagge vuote fa tremare il governo di centro-destra di Kyriakos Mitsotakis e rischia di mettere con le spalle al muro un paese che solo negli ultimi anni aveva iniziato a mostrare segni di ripresa dopo la devastante crisi economia partita nel 2008.
Considerato che la fetta portante del turismo greco è sostenuta soprattutto da ospiti europei (nel 2018 il paese è stato visitato da 4,4 milioni di tedeschi, seguiti dagli inglesi) la necessità di riaprire i confini entro l'estate viene vista ora da Atene come un obiettivo vitale.
Alla vigilia del vertice UE, il ministro degli Esteri greco Haris Theoharis aveva parlato di “miopia” di alcuni paesi membri sulla questione, con evidente riferimento agli stati più riservati sui “passaporti vaccinali”, ricordando la necessità di agire in fretta per evitare il tracollo di un'altra stagione turistica.
In attesa di una decisione europea, la Grecia ha già iniziato a muoversi da sola, firmando a febbraio un accordo bilaterale con Israele, che permette ai vaccinati di viaggiare liberamente tra i due paesi senza necessità di un test negativo al coronavirus.
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