Trasformare sprechi o costi in dinamiche virtuose e sostenibili. E’ il cuore della Blue Economy. Se ne è parlato durante la “Settimana delle strategie macro-regionali dell’Unione europea”
Dal 7 all’11 marzo si è tenuta la terza Settimana delle strategie macro-regionali dell’Unione europea : una serie di incontri ed eventi tenutasi principalmente online in cui si è discussa una vasta gamma di tematiche al centro di progetti volti a valorizzare le peculiarità delle diverse zone geografiche del continente europeo.
Uno dei punti chiave di questa Settimana è quello della “cross-fertilization”, ovvero una metodologia di workshop pensata per favorire la nascita di idee di innovazione in gruppi di lavoro di natura tecnica e scientifica simili tra loro ed attivi nelle varie macroregioni Ue.
Un esempio di questa modalità è stata la sessione “S3 interregional cooperation on sustainable blue economy: cross fertilization among macro-regional and sea basin strategies”, ideata per promuovere la cooperazione tra le varie regioni marittime dell’Unione Europea in materia di Economia Blu.
Per Economia Blu si intende un modello di economia dedicato alla creazione di un ecosistema sostenibile grazie alla trasformazione di sostanze precedentemente sprecate, concentrandosi sulla tutela ambientale del mare e su pratiche di pesca sostenibile. La DG MARE della Commissione europea, deputata alle politiche marittime, considera lo sviluppo dell’Economia Blu come un punto fondamentale del Green Deal europeo, suggerendo l’utilizzo delle “Strategie per la specializzazione” (Smart Specialization Strategies - S3) come fondamentale strumento per l’implementazione di queste innovazioni. Si tratta di un approccio volto ad individuare i settori in cui una data regione geografica può sviluppare o mantenere un vantaggio comparato all’interno dell’UE, in modo da concentrarvi investimenti e risorse. Iglika Yakova, responsabile della divisione di DG MARE che si occupa della cooperazione tra regioni marittime, ha introdotto così la sessione:
“Il nostro proposito è quello di iniziare un processo di scambio di pratiche virtuose tra le varie regioni geografiche, utilizzando le Strategie per la specializzazione come fattore chiave per implementare una Economia Blu sostenibile. DG MARE, in collaborazione con DG REGIO, durante gli scorsi sei mesi si è dedicata alla realizzazione di un sistema di supporto solido e duraturo per i vari stakeholder coinvolti nelle regioni, in modo da facilitare l’implementazione delle Strategie di specializzazione.”
Durante questa sessione, Milena Krasic,, ha illustrato il progetto di Crescita Blu, di cui è coordinatrice, oltre che le priorità dell’attività della regione EUSAIR, ovvero la zona adriatica e ionica. Per Crescita Blu si intende una strategia a lungo termine per la crescita sostenibile nei settori marino e marittimo, considerati come fondamentali risorse per l’economia europea.
“La Crescita Blu è uno dei quattro obiettivi di EUSAIR, ci proponiamo infatti di favorire la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro, permettendo ad ogni località di valorizzare le proprie specificità. Il nostro lavoro si articola in tre dimensioni: le tecnologie marittime, la pesca e l’acquacoltura e la governance marittima. Inoltre, dato che i nostri progetti includono anche paesi esterni all’Unione Europea, il nostro lavoro può contribuire all’integrazione comunitaria dei paesi dei Balcani occidentali: si tratta di uno dei principali obiettivi del lavoro di EUSAIR.”
Elena Banci, anch’ella intervenuta durante al Settimana delle strategie macro-regionali ha descritto il progetto di cui è responsabile, Aria Blu, parte del ventaglio delle iniziative di EUSAIR: “E’ un progetto che dispone di un budget importante e dalla durata di 30 mesi, la Crescita Blu è un ambito vastissimo che può spaziare dal turismo alla ricerca di tecnologie innovative. Noi, in particolare, ci siamo dedicati alla creazione di un piano di investimenti per la regione e al miglioramento delle conoscenze e delle competenze per lo sviluppo della Crescita Blu da mettere a disposizione degli attori coinvolti”.
Successivamente, la sua collega Eva Kos ha illustrato una serie di analisi e pratiche virtuose derivate dal loro lavoro per condividerle con i presenti.Ad esempio, hanno riscontrato che le zone più arretrate beneficiano particolarmente del rafforzamento della collaborazione internazionale, anche se risultano più difficili da coinvolgere per via dei deficit economici ed infrastrutturali.
In conclusione, è stata presentata la WestMed Initiative da Marta Pascual, direttrice spagnola dei centri atlantici relativi a questa iniziativa: “Puntiamo a costruire uno spazio marittimo più sicuro, a creare una Blue Economy più efficiente e resiliente e a migliorare la governance del Mediterraneo occidentale”. Anche in questo caso, il progetto si svolge in collaborazione anche con paesi extra-UE, quali Algeria, Marocco e Tunisia, il che rende il lavoro più complicato ma allo stesso tempo più stimolante.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Work4Future"
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